Gli USA sono ancora in lutto per la tragedia avvenuta Martedì 24 Maggio nella Robb Elementary School della cittadina di Uvalde in Texas dove Salvador Ramos, un ragazzino diciottenne, ha ucciso 19 studenti e 2 insegnanti grazie a due fucili semiautomatici d’assalto acquistati per il suo compleanno e postati poche ore prima sul suo profilo Instagram.
Dopo aver fatto irruzione nella scuola elementare, aver ferito mortalmente parecchie persone e averne ferite altrettante, il killer è stato successivamente ucciso in uno scontro d’arma da fuoco con la polizia.
Dopo la conclusione di questo macabro evento, i media degli USA hanno rievocato diverse argomentazioni e proteste rivolte ad un sistema legislativo americano reo di consentire ad un semplice diciottenne di poter reperire delle armi da fuoco di tale pericolosità senza alcun problema.
Difatti, nei mesi precedenti, il governatore repubblicano del Texas Gregg Abbott aveva firmato delle leggi che consentivano con maggior facilità l’acquisto ed il possesso di armi da fuoco.
Siccome questa tragedia del 24 Maggio è già la 27° nell’arco dell’anno solare all’interno degli USA (risultando essere la seconda sparatoria con più vittime dai tempi della Sandy Hook Elementary School nel 2012 con 27 morti), il popolo statunitense si è interrogato, ancora una volta, sul come sia possibile che risulti così facile reperire un’arma all’interno degli USA, tanto da forzare persino il presidente Joe Biden a portare la questione al congresso con assoluta priorità.
Quest’ultimo si è prefissato di rendere in maniera celere più controllato il mercato di compravendita di armi da fuoco, mentre i repubblicani hanno ribattuto proponendo di assumere più guardie armate a difesa delle scuole.
La problematica questione delle armi negli USA
Oltre alla già citata questione legata alla facilità di acquisto di armi all’interno del paese a stelle e strisce, è sorto un altro motivo di accesa discussione e critica nei confronti del corpo di polizia.
Come riportato nelle scorse ore in un comunicato stampa ufficiale da parte del capo del dipartimento di pubblica sicurezza Steven McGraw, difatti, sarebbe passata oltre un’ora dall’inizio della sparatoria alla morte di Salvador Ramos. Come se non bastasse, in varie interviste svolte con i parenti delle vittime, le forze armate federali avrebbero bloccato i privati nei loro tentativi di irrompere nella scuola per salvare i propri bambini ma senza agire a loro volta in quanto corpo di polizia.
In tale comunicato stampa, Steven McGraw ha tergiversato su varie domande e diversi argomenti, ammettendo in parte alcune colpe delle proprie forze armate ma cercando costantemente una scusante o, in questo coso, un capro espiatorio.
Difatti, dopo aver glissato su alcuni quesiti scomodi, il capo del dipartimento di pubblica sicurezza ha tentato di rispondere alla domanda su quali fossero i moventi effettivi del killer di Uvalde.
La risposta di McGraw ha fatto il giro del web, creando giustamente una sfilza di polemiche a non finire.
Centinaia e migliaia di indizi stanno venendo esaminati tuttora perchè non abbiamo una risposta a tutte le domande. Non sappiamo ancora il perchè.
Sappiamo anche che l’individuo incriminato era un cyber-gamer, in tal senso, e videogiocava persino in gruppo.
Le reazioni a questa sconclusionata affermazione non si sono fatte attendere negli USA e anche i cittadini del resto del mondo hanno fatto sapere il loro forte dissenso nei confronti dell’ennesima accusa volta ai videogiochi di incitare la violenza, velata o meno che sia.
Insomma, più che una critica diretta ai videogiochi e al mondo videoludico in generale, sembra un pietoso tentativo di trovare una scappatoia ed un capro espiatorio sul quale cercar di fare ricadere la colpa della propria inettitudine.
Guardacaso, tuttavia, questo capro espiatorio risulta spesso essere il gaming.