La Federal Trade Commission, agenzia governativa statunitense, ha rivelato in questi ultimi giorni il suo intento a voler mettere a freno la pubblicità occulta, specialmente quella promossa dagli influencer. Questo suo intervento si ricollega inoltre alla volontà di rafforzare le linee guida contro le recensioni “false” e “manipolative”, in una battaglia contro la pubblicità ingannevole online che ha avuto inizio già diversi anni fa.
L’ente governativa aveva realizzato il libretto Disclosures 101 for Social Media Influencers, il quale andava a contenere tutte le istruzioni indicanti i modi per rendere pubblici i rapporti commerciali che streamer e influencer avevano con le compagnie, in particolare per quanto riguarda i piazzamenti pubblicitari e promozionali di prodotti nei contenuti creativi.
Tuttavia, essendo stata aggiornata ormai nel lontano 2009, la Federal Trade Commission intende tornare a modificare le regole e indicazioni presenti nella suddetta guida in modo da renderla più stringente, con cambiamenti che “riflettano fino a che punto le aziende siano arrivate ad usare i social media e recensioni di prodotti per promuoverli.” Gli obiettivi principali di questo intervento riguarderanno prima di tutto gli influencer, ma anche le piattaforme social come Twitch.
I rischi nelle pubblicità da parte degli influencer
Rebecca Slaughter, membro della commissione, ha affermato in un incontro del 19 maggio 2022 come le recensioni online e le promozioni da parte degli influencer sono onnipresenti su internet, e presentano delle vere nuove sfide. A differenza di quelle effettuate dalle celebrità tempo addietro, gli influencer sono spesso visti come degli esperti nel loro settore, che si tratti di fashion, salute, o utilizzo della tecnologia.
Inoltre, l’interazione costante tra l’utenza fidelizzata e gli influencer è costruita spesso su una relazione di fiducia, senza chiare responsabilità o linee guida; per questo, esse sono un terreno fertile e colmo di sfruttamenti commerciali ed inganni. Le nuove linee guida, secondo Slaughter, porteranno alla possibilità d’investigare in caso di “rotture” di questa fiducia, causata magari da brand che manipolano le recensioni, influencer che non dichiarano rapporti “materiali” con delle compagnie, o dal microtargeting mirato ad ingannare specifici gruppi di consumatori.
Anche le pubblicità dirette ai bambini preoccupano particolarmente l’agenzia, poiché i minori sono più vulnerabili all’influenza dei loro beniamini. Per questo, le “pratiche” che di solito non vengono messe in dubbio in pubblicità mirate a un pubblico adulto potrebbero essere discusse in questo genere di casi, e tra le varie piattaforme social, anche per Twitch potrebbe rivelarsi essere un problema, avendo un’utenza composta più del 40% da persone di un’età tra i 16 e 24 anni, e una quantità sconosciuta di utenti di età inferiore.