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Gaëlle Geniller le jardin paris

Le Jardin, Paris di Gaëlle Geniller | Recensione

Questo 17 maggio è stata la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transofobia, e l’editore Star Comics ha deciso di celebrarla portando in Italia Le Jardin, Paris di Gaëlle Geniller tramite il suo marchio Astra a partire dal 18 maggio. Si tratta del secondo romanzo a fumetti pubblicato dall’autrice francese classe ’96, subito dopo Les fleurs de grand frère.

Ambientato nella splendida Parigi degli anni ’20, Le Jardin, Paris racconta la storia di Rose, un giovane ballerino che si appresta a debuttare all’interno del cabaret “Le Jardin”. Come tutte le sue premurose e affettuose colleghe, Rose porta con sé il nome di un fiore, il quale gli è stato posto dalla madre, la proprietaria del cabaret. Anche quest’ultimo, in realtà, è ben più che un semplice edificio all’interno del quale dare sfogo al proprio estro creativo o grazie al quale guadagnare quanto basta per vivere: tra le sue evocative e frequentate mura Rose ci è nato e cresciuto. Quel cabaret è la sua casa, e chi vi ci lavora la sua famiglia.

Nonostante la lontana collocazione temporale delle vicende narrative, Le Jardin, Paris ci narra la storia di un problema che trascende il tempo, le epoche e le popolazioni, e per questo assolutamente attuale: quello della ricerca di se stessi al di fuori delle soffocanti etichette, del lacerante pregiudizio altrui e dei marcati confini imposti dalla maggioranza, sempre pronta a fagocitare od espellere il diverso. Rose sarà pure biologicamente un uomo, sarà pure in possesso di alcuni dei tratti caratteristici che si associano a tale termine, ma tutto ciò che è al di fuori della sua morfologia, ciò che invece rientra nella sua volontà e che pertanto può controllare, si distacca ferocemente da quei canoni.

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Nella raffinatezza delle sue movenze ed espressioni, nell’eleganza del suo atteggiamento e nel suo linguaggio, negli sgargianti riflessi dei suoi abiti luccicanti e nella grazia del suo trucco, ma soprattutto lì, su quel ristretto ma immenso palco, Rose emette tutta la “femminilità” che ha assorbito dalle donne con cui è nato e cresciuto. Marguerite, Giacinta, Jasmine e Girasole sono soltanto alcuni dei fiori che hanno fatto da sorelle, amiche, confidenti ed insegnanti al giovane Rose e che adesso lo spronano a gettarsi per la prima volta al cospetto del pubblico. Si tratta di un momento cruciale per il giovane ragazzo: quello della rottura della bolla, quasi un nuovo battesimo per la sua seconda nascita. E Rose si presenta così com’è, con tutte le sue sfaccettature e unicità, dinanzi a un pubblico di quasi esclusivamente uomini e abituato ad assistere a delle performance di giovani e affascinanti fanciulle.

Il contatto con il mondo esterno è però talvolta infelice per Rose, e l’autrice si incarica di evidenziare in maniera chiara il crudo collidere di queste due realtà. Da un lato il mondo spesso polarizzato, sfacciato e limitato al di fuori del cabaret; dall’altro questo antro quasi mistico chiamato “casa”, con la sua arte e la sua libertà e accettazione, all’interno del quale le definizioni non hanno veramente importanza. Eppure il punto d’incontro c’è: Rose entrerà presto in contatto con un suo ammiratore, Aimé, il quale fungerà per lui tanto da catapulta verso il mondo esterno quanto da inarrivabile paragone rispetto ad alcuni spiacevoli incontri futuri, nonché da fondamentale punto di riferimento per l’avvenire.

Seppur l’influenza dell’ambiente in cui è cresciuto sia indiscutibile, la verità è che il percorso di maturazione e scoperta di sé è per Rose tutt’altro che concluso. La madre, le sorelle e la vita dello spettacolo avranno anche esercitato un’influenza palpabile sulla sua persona, ma essa semmai rappresenta al massimo la base sulla quale sarà poi lui a costruire il resto. Non è un caso che la danza ricopra un ruolo così importante all’interno della narrazione. Essa d’altronde incarna, discutibilmente, la massima forma d’espressione di sé attraverso il corpo, e nel caso di Rose ciò acquisisce un sottotesto aggiuntivo che costituisce il fulcro contenutistico dell’opera. È proprio qui che si inseriscono, poi, i diffusi riferimenti ai fiori che, spaziando tra simbologia e analogia, arricchiscono in maniera cruciale uno scorrere delle vicende già accompagnato, in maniera a tratti persino brillante, dalla gestione delle tavole, dal tratto e dai colori dell’autrice.

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Il Rose al quale veniamo introdotti non è ancora sbocciato per davvero. Eppure più la sua danza viene apprezzata; più le positive descrizioni delle sue performance fanno il giro dei giornali; più il pubblico al quale si mostra genuinamente aumenta e più abbaglianti si fanno le luci dei riflettori puntati su di lui, più Rose diventa un imputato costretto a difendersi dal terribile capo d’accusa di essere diverso. In parte cattura e in parte repelle, ma indipendentemente dalla natura del giudizio emesso, a spaventarlo è l’idea stessa che questo si basi su di una percezione erronea della sua persona.

Geniller ragiona su questo dilemma con invidiabile sensibilità e tatto durante tutto il corso del volume, ma lo esplora più a fondo nella sua seconda metà. In questo modo, l’autrice da vita ad un coinvolgente percorso di maturazione — che intravede nell’amore la parola chiave della svolta — durante il quale però la scoperta di se stessi assume un significato estremamente intimo e purtroppo, va detto, non ancora affrontato con sufficiente frequenza altrove, facendo culminare il tutto in un soddisfacente finale che evitiamo di anticiparvi. Per chi scrive, predominante durante la lettura è stata una sensazione di tepore: i dolci scambi di conforto e incoraggiamento reciproco della famiglia del “Le Jardin”, i raffinati e genuini momenti di celato flirt con Aimé, le pagine colme di romanticismo e della funzionale, ammaliante e sapiente messa in scena di Geniller, rendono Le Jardin, Paris un’eccezionale scoperta che è veramente difficile non consigliare.

Su Le Jardin, Paris

COVER - Le Jardin Paris di Gaelle Geniller (Star Comics)-min

Formato: 17×24 cm, brossurato con alette, col. | 224 pp. | ISBN: 9788822633002

Link all’acquisto: Star Comics, Amazon.

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Matteo Mellino

Matteo Mellino

Matteo Mellino, sul web Mr. Gozaemon. Tormenta continuamente amici e familiari parlando dell'argomento che più lo affascina e al quale dedica tutto il suo tempo libero: l'animazione giapponese. Più pigro di Spike, testardo quanto Naruto ma sempre positivo come Goku.

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