Da tempo esiste una forte stigmatizzazione degli “otaku”: il termine è nato in Giappone, e va a definire la gente fortemente appassionata di un determinato genere di hobby o attività, nonostante in Occidente venga collegato esclusivamente (ed erroneamente) al mondo degli anime e manga. Si può essere degli “otaku” dei libri, dei treni, dei videogiochi, della tecnologia, di qualunque cosa si abbia un interesse quasi “ossessivo”, e questa sorta di etichetta spesso viene usata con accezioni negative.
In questi ultimi anni, con la diffusione sempre più espansa dei media d’intrattenimento inizialmente fruiti solo dai “nerd” e dagli “otaku”, questo termine ha cominciato ad essere pian piano sdoganato, ma ciò non significa che non ci sia ancora una visione molto poco favorevole da parte delle persone estranee a questi mondi, ritenendo spesso strano e imbarazzante vedere persone adulte che custodiscono maniacalmente giochi o fumetti, e impazziscono per oggetti inanimati e cianfrusaglie datate.
Una vicenda che va a dimostrare come l’opinione verso gli otaku sia ancora poco positiva è avvenuta in Giappone proprio di recente. Un uomo, con una vena otaku prettamente per il retrogaming, aveva invitato una ragazza a casa sua: tuttavia, egli rivela come la ragazza se ne sarebbe andata in un istante, non appena ha potuto vedere la camera del povero utente.
Gli otaku in Giappone continuano ad avere una vita difficile
Il triste otaku dal cuore spezzato ha condiviso questa sua storia sul proprio profilo Twitter, ottenendo ben presto la compassione degli altri utenti del social. Pubblicando una foto che ritrae piuttosto chiaramente in che stato versasse la stanza, con una libreria e scrivania tappezzati di pregiato materiale da retrogaming, modellini in pixel art, adesivi e cartucce delle console più old school, come Famicon, Nintendo 64, Game Cube, Super Nintendo.
All’interno del suo tweet, egli domanda all’utenza in cosa abbia sbagliato in questo suo approccio.
“Ho invitato una ragazza nella mia stanza, ma non appena l’ha vista se n’è andata. Gente di Twitter, ditemi, cos’è che ho sbagliato?”
Il mondo di Twitter ha voluto rispondere alla domanda in diversi modi:
“Non hai cattivo gusto in fatto di stanze, ma in fatto di donne”
“è una stanza molto bella”
“sono un gamer e penso sia una stanza fantastica, ma credo che per le donne sia spazzatura”
In aggiunta, alcuni analizzano ulteriormente il modo in cui la stanza è stata impostata, individuando diverse criticità che potrebbero aver portato la ragazza ad andarsene, come le cartucce dei giochi conservate nel modo sbagliato, o titoli non proprio di qualità messi in bella mostra. Altri invece sostengono come non abbia davvero chiesto ad una ragazza di venire da lui, ma stesse cercando solo di sfoggiare il suo patrimonio videoludico. Ipotesi ancora poco vagliata ma plausibile, invece, pone la ragazza come una fan di Xbox o PlayStation, e quindi contrariata dai gusti dell’otaku.