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In memoria di Kentaro Miura: le opere oltre a Berserk che dobbiamo ricordare

Kentaro Miura, autore giapponese e noto soprattutto per il suo capolavoro eternamente incompleto, Berserk, è deceduto precisamente un anno fa, il 6 maggio 2021. Il suo abbandono improvviso, dopo ben più di tre decenni in cui ha accompagnato gli appassionati di manga e anime con la sua opera, ha lasciato un vuoto cosmico nel cuore di tutti, dai collaboratori più stretti fino alle persone che ne conoscevano anche solo il nome.

Il virtuosismo di Kentaro Miura, così evidente in Berserk, ha origini già dalla sua età più giovane. Nel 1976, a solo dieci anni, realizzò il suo primo manga, Miuranger, creandone ben 40 volumi, per poi concluderlo e subito dopo lanciarsi verso la composizione di una nuova opera, al contempo esercitandosi proprio come facevano gli autori professionisti.

Negli anni seguenti, anche prima di creare quella che poi è diventata un’importantissima opera del panorama seinen, Kentaro Miura ha portato a compimento altre serie e opere di rilevanza per la sua carriera. Seppur non siano tanto conosciute quanto Berserk, esse illustrano comunque il suo percorso artistico e l’evoluzione sopraffina delle sue tecniche, e soprattutto offrono uno scorcio sulle idee che si accoppiavano al suo sempre crescente talento. In ricordo del maestro, vogliamo allora andare ad approfondire alcune delle sue opere che, insieme a Berserk, meritano di essere ricordate.

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Kentaro Miura e le sue radici: Berserk il Prototipo

Non è propriamente un’opera diversa da Berserk, ma questo racconto di 48 pagine fu inizialmente una creazione “a sé”, che solo poi diede vita alla sua opera magna. Miura ideò Berserk The Prototype per partecipare a un concorso della casa editrice Hakusensha nel 1988, e alcune parti proposte in esso tornano anche nel manga, come l’atmosfera che ricalca i volumi iniziali e delle scene come il combattimento tra Guts e l’Apostolo del castello di Coca, che viene poi riproposto nello scontro con Vlad l’Impalatore. Tuttavia, ciò che differenzia sostanzialmente quest’opera è la personalità di Guts, molto più scherzosa, rilassata e seria unicamente in occasioni molto ristrette. Anche la presenza di una benda sull’occhio, e il carattere più amichevole rivolto verso Puck sono elementi che poi non si sono rivisti nella forma finale di Berserk.

Futatabi

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Futatabi fu uno dei primi lavori di Kentaro Miura ad essere pubblicati su una rivista ufficiale, giungendo nel 1985 sul settimanale Weekly Shonen Magazine. Esso fu creato nello stesso anno in cui Miura decise d’intraprendere un corso universitario alla Niho Daigaku, ed è possibile che la stessa creazione sia stata effettuata per ottenere l’ammissione.

Futatabi narra di un mondo post-apocalittico generato da una guerra sconosciuta. L’umanità è stata obbligata a vivere in cavità sotterranee, dovendo così limitare la propria crescita e separando uomini e donne in colonie poste in due aree divise. Una donna, però, avrà modo di fuggire dall’area designata, raggiungendo quella riservata agli uomini e portando così allo sviluppo di una relazione tra lei e Rick, nel il tentativo di cercare un mondo in cui poter vivere.

Noa

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Lo oneshot uscì insieme a Futatabi, e venne anche pubblicato presso la rivista Magazine Fresh. Similmente all’opera sorella, anche qui viene posto davanti ai lettori uno scenario distrutto dalla guerra, con quattro protagonisti diversi che si trovano a esplorare le rovine del pianeta ferito dal conflitto. In questo mondo molto simile al nostro, ma tecnologicamente più avanzato, Miura calca molto i temi di alcuni dei riferimenti biblici e religiosi riscontrabili nei suoi lavori. Noah, un uomo di metallo dalle spalle ai piedi, affronterà la sua delusione verso il genere umano grazie all’influenza della ragazza di nome Angel, conducendo a un’amara nota di speranza e drammaticità nel finale. Nonostante sia un lavoro creato nel periodo in cui era ancora un “artista in erba”, già era possibile vedere nel suo tratto cupo il potenziale che avrebbe poi riversato in Berserk.

Japan

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Con un’ambientazione impostata inizialmente in Spagna a Barcellona, questo manga del 1992 verte sulla storia di uno yakuza che, spinto dall’amore, segue una reporter televisiva nel Paese europeo. Mentre essa cercherà di documentare l’idea che gli stranieri hanno nei confronti dei giapponesi, e del pensiero che quest’ultimi hanno per loro stessi, da un suo discorso emergeranno alcuni paralleli tra il Giappone e l’antica Cartagine, ricordando come quest’ultima venne annientata dai Romani.

Il Giappone avrebbe dunque una somiglianza alla Cartagine di un tempo, fu sconfitta perché la potenza economica inevitabilmente perde contro quella militare. Di colpo, un terremoto farà emergere dei fantasmi cartaginesi, che trascineranno la reporter, lo yakuza e un gruppo di studenti universitari giapponesi in un futuro dove il livello del mare ha spazzato via l’intero arcipelago nipponico, costringendo la popolazione ad emigrare in tutto il mondo.

L’Europa si troverà in una dittatura, e i giapponesi saranno bistrattati ed oppressi. Lo yakuza, alla vista di ciò, deciderà però di perseguire un obiettivo: rifondare il Giappone e riunire tutto il Paese e i suoi abitanti. Quest’opera di Kentaro Miura fu criticata per la vena nazionalistica che sembrava presentare, anche se va a mostrare in modo cristallino le preoccupazioni che muovevano il Paese all’epoca e certamente anche Miura, con l’esplosione della bolla speculativa nel mercato azionario giapponese che diede il via alla crisi denominata “ventennio perduto”.

Il Re Lupo (Ourou)

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Uscito nel 1989 come seconda collaborazione tra Kentaro Miura e Yoshiyuki “Buronson” Okamura, mangaka di Ken il guerriero, si revisiona la storia dell’Impero mongolo. L’opera ottenne anche un sequel, titolato Ourou Den (Leggenda del Re Lupo), anch’essa come quella precedente scritta da Okamura. Iba, campione di kendo e promettente storiografo, viene dato per disperso in Cina e la fidanzata, Kyoko, andrà nel Paese per cercarlo. Ben presto durante le sue ricerche finirà misteriosamente catapultata 800 anni nel passato, nella città cinese di Seika, venendo così catturata da un comandante mongolo per poi essere portata nell’arena degli schiavi, dove infine incontrerà Iba.

Quando i due fuggiranno, verranno poi fermati e portati al cospetto di Gengis Khan, il quale nasconde un segreto: in realtà egli ha origini giapponesi e il suo nome reale è Minamoto No Yoshitsune. Tutto ciò che ne conseguirà porterà a un inevitabile scontro mortale tra il Khan e il campione di kendo. Essendo un lavoro di Okamura e Miura, varrà la pena recuperarlo anche se non si è patiti di tematiche storiche.

Gigantomachia

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Storia unica rilasciata nel 2014, è la prima opera originale prodotta dopo più di due decadi dopo Berserk. Insegue tutti gli elementi visti già da parte di Miura con un tono però diverso. Ambientato in un futuro lontanissimo, in un mondo brulicante di mostri e, anche in questo caso, devastato da una certa lotta epica tra Giganti e divinità (come si evince dal titolo il richiamo alla Gigantomachia), i protagonisti saranno l’ex gladiatore Delos e la ragazzina dagli strani poteri Prome.

Scritta in un momento in cui Berserk si trovava in pausa, la storia mescola mitologia greca, elementi futuristici e post-apocalittici, e anche qui la fantasia non manca, rendendo l’umanità divisa in esseri mutanti con fattezze bestiali. Come sempre, gli scenari realizzati da Miura risultano un piacere all’occhio del lettore, che osserverà l’autore mentre si scatena nella composizione di bizzarri design e creature di ogni dimensione e forma. Si potrebbe quasi pensare che sia da questo suo esperimento che poi Miura ha colto l’ispirazione per disegnare Duranki.

Duranki

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Duranki è l’ultimo manga iniziato da Kentaro Miura, scritto in concomitanza con Berserk e disegnato dal 2019 per poi concludersi a settembre 2021, sempre per via della tragedia che ha colpito l’autore. Oltre ad essere l’opera più nuova, è anche quella che si distacca di più dai suoi precedenti lavori: non ha un’aria pesante, ma molto più serena e sognatrice, trattando la storia di un giovane protagonista all’interno di un mondo costruito sulla mitologia indo-europea, tirando in mezzo elementi dei miti mesopotamici, greci e diverse altre religioni.

Essendosi concluso in un unico volume, non vi è stato un progresso molto ampio della storia; eppure, è quasi obbligatorio leggerlo comunque per conoscere le caratteristiche e sfaccettature che lo portano a distinguersi in modo sensazionale dalle opere precedenti, e osservare come il talento che muoveva Miura non si limitava alla creazione di mondi angusti e tetri, ma anche universi più gioiosi e felici.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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