Lo scorso 31 marzo nelle sale è stato rilasciato Morbius, diretto da Daniel Espinosa è l’adattamento cinematografico del personaggio dei fumetti apparso nella prima volta in The Amazing Spider-Man nel numero 101 del 1971.
Interpretato da Jared Leto, la pellicola ha ottenuto il 19% su Rotten Tomatoes e incassato nella prima settimana un totale di $ 84 milioni. Questi non sono numeri da capogiro, soprattutto dopo l’insuccesso di Venom e Venom: la furia di Carnage e gli incassi da record di Spider-Man No Way Home.
I numeri parlano abbastanza chiaro ma la curiosità di vedere Jared Leto nei panni di un personaggio apparso solo ed esclusivamente nei fumetti e in un universo completamente nuovo e firmato Marvel, era abbastanza intrigante… Ecco, era.
Questa non sarà assolutamente una recensione positiva, anzi. Ci saranno spoiler ma solo nella parte finale e saranno segnalati.
La parte senza spoiler di Morbius
Cominciamo col dire che il personaggio di Morbius non è un “cattivo di Spider-Man”. Michael Morbius è uno scienziato affetto da leucemia che attraverso esperimenti con i pipistrelli riesce a trovare una “cura” alla sua malattia, ma nel processo di trasformazione diventa un mostro guidato da una sete di sangue implacabile.
L’aspetto che ottiene grazie al siero creato è quello di un vampiro: le abitudini, il colore della pelle e le abilità si avvicinano molto a quella creatura capace di vivere solo di notte e soprattutto lontano dalla luce del sole.
Sony tenta nuovamente di realizzare film basati sui “cattivi” di Spider-Man senza quest’ultimo, ottenendo uno scarso risultato.
Morbius non è un film piacevole da guardare, è frettoloso, non riesce a concludere una scena con una spiegazione, è tutto gettato lì come se lo spettatore dovesse conoscere tutto quello che c’è dietro, è confuso e non valorizza Jared Leto come dovrebbe.
L’aspetto che inganna è proprio l’inizio perché non sembra così male, poi con lo scorrere dei minuti e l’intreccio confuso degli eventi, il film prende una piega completamente diversa, portando lo spettatore a chiedersi continuamente “cosa sto guardando?”
La storia dietro il personaggio di Michael Morbius è anche interessante, il modo in cui la voglia di tornare a vivere di nuovo come una persona normale lo porta a diventare un mostro, costretto a stare in una clinica fin dall’infanzia perché abbandonato da tutti per destinarlo a qualcosa in grado di ferire quelli a cui tiene di più, sotto alcuni aspetti è anche intrigante. Conosciamo quindi l’unico amico che ha, Milo, interpretato da Matt Smith.
Tutto comincia a precipitare nel momento in cui Jared Leto si trasforma nel mostro dai canini affilati e assetato di sangue. Il declino inizia proprio da lì e prende una piega che forse era meglio evitare fin dall’annuncio dell’adattamento cinematografico.
Morbius è noioso, ma davvero noioso. Non lascia assolutamente niente a chi esce dalla sala, neanche un’emozione. Il nulla, una volta uscito non ricordi neanche le scene post-credits (che possiamo definirle anche peggio di tutto il film).
DA QUI IN POI L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Siamo nella zona spoiler quindi possiamo parlare apertamente di quello che non è andato all’interno del film, scena per scena, battuta per battuta (quelle poche presenti) e anche delle scene post-credits.
Un’inutile corsa per arrivare fin dove?
Come abbiamo già detto, le scene non danno il tempo necessario allo spettatore di metabolizzare quello che succede. Prendiamo ad esempio la prima scena ambientata in Costa Rica che introduce il personaggio sulle stampelle e alla ricerca di un covo di pipistrelli. Fin qui tutto bene. Subito dopo si torna indietro di 25 anni circa dove veniamo catapultati in Grecia, nella clinica in cui il piccolo Michael è costretto a stare a causa della sua malattia.
Qui conosce Lucius che lui chiamerà Milo come tutti i bambini prima di lui. I due diventano amici e lo restano anche dopo che Michael va via perché grazie alle sue doti riesce a salvare il macchinario che tiene in vita Milo con la molla di una penna biro.
Nicholas, il loro tutore, manda Michael in una scuola per giovani prodigi a New York mentre Milo rimarrà con lui fino al presente ma finanzierà gli esperimenti dell’amico nel corso del tempo. 25 anni dopo un Michael Morbius 35enne vince il premio Nobel per la scienza per aver creato del sangue artificiale in grado di salvare vite ma che, con lo stupore di tutti, rifiuterà.
Tutto questo accade nel giro di dieci minuti, incredibilmente in fretta. Non si capisce perché scelgono di farci vedere la Costa Rica, poi la Grecia, poi immediatamente la Svezia senza capirci assolutamente niente. Una scelta registica molto singolare ma andiamo avanti, il peggio non è ancora arrivato.
Lo scienziato Michael Morbius decide di condurre degli esperimenti attraverso il sangue di una specie di pipistrello/vampiro, importati in America illegalmente (non sappiamo ancora come, dato che l’elicottero che ha portato il dottore in Costa Rica è volato via prima che lui ci salisse sopra).
L’esperimento sembra andare male perché il topo non reagisce a questo siero, anzi, dopo un’agonia che porta lo spettatore a dispiacersi più del topo che del dottore, muore. I suoi numerosi esperimenti, di natura illegalissima, vanno male fino a quel punto: il topo si sveglia e riesce ad acquisire le sue capacità motorie. Il siero funziona e il dottore lo prova su di se.
L’arco temporale dovrebbe segnare due mesi di distanza dall’esperimento riuscito, non ci è dato saperlo ma pretendano che lo spettatore ci arrivi da solo, più o meno come tutte le cose illogiche in tutto il film.
Se fin ora il film era guardabile, dal momento in cui Morbius diventa mostro, il declino è palpabile.
Morbius diventa un mostro ma la cosa mostruosa in realtà è il film
Innanzitutto la scelta della CGI sul viso di Leto è estrema, cambia espressione di continuo e non si capisce quando è “cattivo” e assetato di sangue o “buono” e ha bisogno delle sacche di plasma artificiale per placare la sua fame.
Cominciano una serie di esperimenti sulla sua forza, la sua agilità che possiamo definire non solo pesanti, ma anche ripetitivi e inutili.
Milo gli fa visita e non è proprio d’accordo sul fatto che Morbius abbia il fisico ben definito rispetto all’aspetto decrepito che aveva prima (ricordiamo che Jared Leto ha spento 50 candeline quest’anno e li porta alla stragrande), le capacità motorie e dei denti affilati in grado di perforare un quadrupede, no.
Milo vuole essere come lui, in grado di mordere a destra e sinistra civili innocenti per placare la sua sete di sangue che, al contrario di quella di Morbius, non riesce a placare con il sangue artificiale ma solo con il sangue umano.
Scopriamo che Milo si inietta il siero (senza l’aiuto di nessuno perché un uomo che non è in grado di camminare è sicuramente in grado d’iniettarsi perfettamente nel midollo una fiala con un ago spesso quanto un dito di Hulk).
Morbius viene incastrato per omicidio, un omicidio che chiaramente non ha commesso perché è Milo che sta facendo una strage solo per puro divertimento.
L’amico entra in carcere spacciandosi per il suo avvocato con la stampella e una sacca di sangue… Soffermiamoci un attimo su questo: una sacca di sangue in una cella e nessuno se ne accorge, rasentiamo il ridicolo.
Andiamo avanti perché se la scena prima si avvicina al ridicolo, quella dopo lo tocca proprio con mano.
Comicità a basso prezzo?
Morbius è un vampiro che va in giro in pieno giorno con un cappuccio in testa, questo lo coprirà dal sole, ovviamente non lo ucciderà perché è il protagonista e sciogliersi al sole come un ghiacciolo non fa parte del suo nuovo essere, anche se prende tutte le abilità dai vampiri, la luce del sole non lo tange.
Arriviamo alla battuta per eccellenza, quella che avrebbe dovuto far… ridere? Si vede anche nel trailer quindi la ricorderete tutti ma mettiamola in un contesto, forse avrà più senso: Morbius pedina due ragazzi che hanno la faccia da criminali perché danno dei soldi falsi a una cassiera all’interno di una caffetteria e lo conducono in un sotterraneo adibito a laboratorio.
Lo scienziato ha bisogno di un posto per creare un siero in grado di uccidere Milo e uccidere anche lui nel momento in cui le cose possano complicarsi (più di così? Boh, vabbè). La scena che segue è una battuta molto importante e fa molto ridere, ecco la comicità che si impossessa del dottore/mostro: “Tu chi diavolo sei?” “Io sono… Venom! Scherzo sono il dottor Michael Morbius, al tuo servizio!”
Prendetevi un minuto per assorbire questa battuta estremamente divertente che non ha fatto ridere veramente nessuno, neanche Daniel Espinosa quando ha deciso di metterla in mezzo al film per smorzare l’illogicità alla base di tutto il film. Qual era lo scopo di questa battuta? Creare un collegamento con Venom? Se era questo l’intento non ha avuto molto successo.
Quello che segue è qualcosa di brutto, quasi quanto il combattimento tra Venom e Drake o Venom e Carnage.
Morbius vs Milo, un combattimento esasperante
Prima che i due vampiri/pipistrelli si incontrino di nuovo, Milo decide di uccidere l’unico che ancora gli voleva bene: Nicholas. Attraverso un dialogo no-sense fatto di gelosia e poca autostima, Milo uccide il suo tutore ma non prima di avergli rimproverato il fatto che l’unico di cui gli è sempre importato è sempre stato Michael e non lui, che ha accudito per più di 25 anni.
Se nei sopracitati i due erano simbionti che si menavano a colpi di pugni e urla disumane, questo è un combattimento durante una caduta da un palazzo, TUTTO IN RALLENTY. L’utilizzo del rallenty è esasperante, ogni scena dal momento in cui Morbius si trasforma e testa le sue abilità è a rallentatore per evidenziare le sue capacità. TUTTE.
Espinosa ha preso un grosso spunto da Snyder? Possiamo quasi esserne certi.
Il combattimento è lungo, noioso, pesante e anch’esso confuso perché vediamo solo due manichini che vengono circondati da pipistrelli e non si capisce chi le dà e chi le prende.
La scena che non ha alcun senso però è quella che precede l’ultima fase del combattimento, quando la dottoressa Martine, da sempre innamorata dello scienziato, si offre in sacrificio e si fa succhiare il sangue direttamente dal corpo per placare la sua sete di sangue e combattere Milo.
Martine muore e Morbius la lascia sul tetto di un palazzo per tornare ad affrontare il suo migliore amico, finché dopo un altro lungo e noioso combattimento, lo scienziato-mostro riesce a uccidere Milo e mette fine alla carneficina compiuta fino a quel momento.
Michael Morbius ha compiuto il suo sacrificio ma solo ed esclusivamente sull’amico, lui rimarrà un vampiro perchè adesso (non sappiamo come e perché) è in grado di gestire il mostro che alberga in lui.
Il remake di Twilight con Jared Leto
Nel frattempo qualcuno si sveglia e no, non sono tutte le vittime morse in precedenza dal dottore e dall’amico finanziatore, è la dottoressa Martine che con un primo piano sui suoi occhi che si sbarrano rivelando il colore rosso, ci fa intendere che è viva ed è anche una vampira.
Questa scena vi ricorda qualcosa? Sì, è identica a Breaking Dawn parte 1, momento in cui Bella Swan si sveglia dopo essere stata morsa da Edward nel tentativo di salvarla.
Finalmente il film si conclude, dopo 108 minuti di puro no sense il vampiro comincia la sua nuova vita lasciandosi alle spalle un amico ucciso, un tutore massacrato e una fidanzata vampira.
Le scene post-credits di Morbius sono peggio di tutto il film
Ritagliamo un angolo per descrivere lo scempio delle scene post-credits che si concentrato sul nostro vecchio amico Michael Keaton che interpreta Adrian Toomes nonché Avvoltoio. Ora, sappiamo da anni che la Marvel gioca molto sui trailer, infatti molte scene dei trailer di Morbius sono state tagliate qui e lì, ma mettere addirittura Avvoltoio nel trailer per poi trovarlo nelle scene post-credits, perché?
Adrian Toomes arriva nell’universo di Morbius, si trova in una cella ma si rende conto di non essere nel suo (quello di Holland) e viene rilasciato perché in quell’universo non ha commesso (ancora) crimini.
Nella seconda post-credits invece, i due si incontrano al chiaro di luna e l’Avvoltoio rivela a Morbius che non sa perché si trova in quell’universo ma sa per certo che è colpa di Spider-Man, quale non si sa perché la Sony ha cercato di creare hype senza dare neanche un indizio ma sospettiamo si tratti dello Spider-Man di Andrew Garfield.
Ci sono molto cose fuori luogo, ad esempio: come fa Avvoltoio ad avere la stesso costume dell’universo di Holland se si trova in un altro universo? Dove ha preso i materiali per costruire le ali e tutto il resto?
Perché persuadere Morbius che in realtà non è un “cattivo” e farlo diventare tale senza dargli spiegazioni logiche?
Quello che hanno voluto farci capire i produttori è che Avvoltoio sta mettendo su la squadra dei Sinistri Sei anche se leggermente rivisitata, la squadra di supercattivi composta da Dottor Octopus, Avvoltoio, Uomo Sabbia, Mysterio, Electro e Kraven il cacciatore, è quella dei fumetti dove non c’è Morbius, appunto.
Cosa rimane di Morbius?
Concludere una recensione simile non è facile, non sappiamo esattamente cosa dire se non “Ti prego Sony non fare più film sugli antagonisti di Spider-Man, grazie”.
Quello che ci ha lasciato Morbius è sicuramente un bel niente, abbiamo visto un Jared Leto ancora una volta protagonista di un film brutto che ha deluso qualsiasi tipo di aspettative, anche coloro che non ne avevano.
Possiamo definirlo il degno successore di una bruttezza simile come Venom e speriamo non ne facciano più anche se, purtroppo, non possiamo garantirlo.
Morbius era davvero necessario? La risposta è no.
VOTO: 3,5 (ed è molto generoso)