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DJI bandita da MediaWorld per la vendita di droni alla Russia

La guerra tra l’Ucraina e la Federazione Russa continua, allargandosi anche in scenari bellici non convenzionali, come il ‘fronte’ digitale. Alcune delle più importanti compagnie tech del mondo (come Netflix o Microsoft) hanno sospeso, per scelta politica o perché obbligate a farlo dal Governo di Putin, le proprie attività in Russia.

Esistono per di più realtà non esattamente lecite a sostegno dell’Ucraina nel conflitto contro la Russia. Si trova infatti in prima linea anche il noto gruppo di hacker Anonymous, che ha di fatto dichiarato guerra a Putin e al suo Governo, arrivando ad attaccare la Banca Centrale Russa, trafugando oltre 35mila file riservati.

Ritornando alla legalità, il Governo ucraino, nella persona di Mykhailo Federov – il Ministro della Trasformazione Digitale – ha inoltre fatto richiesta ad alcune organizzazioni e aziende operanti nel digitale di sospendere ogni legame o supporto alla Russia.

Federov ha infatti fatto appello all’ICANN affinché scolleghi la Russia dalla rete Internet, per poi richiedere anche a DJI, la più grande compagnia produttrice di droni al mondo, di terminare ogni tipo di accordo commerciale con il Paese di Putin.

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I dettagli della richiesta di Federov a DJI e il ban di MediaWorld

DJI è accusata dall’Ucraina di aver venduto dei droni destinati all’attività militare alla Russia. Ciò è bastato per far sì che la compagnia europea Media Markt (in Italia MediaWorld), sospendesse qualsiasi rapporto con DJI, arrivando a bandire i droni di quest’ultima dai suoi negozi.

Secondo Kiev, i veicoli senza pilota targati DJI sono stati utilizzati dai Russi per svolgere operazioni militari durante l’invasione Ucraina. Federov ha infatti affermato:

“Nei 21 giorni di guerra, le truppe russe hanno già ucciso 100 bambini ucraini. Usano i prodotti DJI per indirizzare i loro missili. DJI, vuoi far parte di questi massacri? Blocca i prodotti che aiutano i russi a uccidere gli ucraini!”

Il gruppo Media Markt si unisce alle accuse mosse da Kiev, dichiarando sul proprio profilo Twitter:

“Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto sempre più informazioni da varie fonti che l’esercito russo utilizza prodotti e dati del fornitore cinese di droni DJI per attività militari in Ucraina.

In qualità di azienda responsabile, abbiamo intrapreso un’azione immediata e rimosso il produttore dalla nostra gamma di prodotti a livello di gruppo fino a nuovo avviso. Esamineremo da vicino ulteriori indicazioni e sviluppi.

Con questo passo, noi come azienda inviamo un chiaro segnale per i valori che per noi hanno la massima priorità e che vediamo essere attaccati in modo inaccettabile dalla guerra aggressiva della Russia contro l’Ucraina.”

Dal canto suo, tuttavia, DJI rinnega ogni critica, definendosi di fatto estranea alla vicenda e affermando di non sostenere la Russia, seppur in modo implicito. La società cinese sostiene infatti che:

“Le accuse contro DJI sono completamente false. DJI promuove applicazioni di droni civili a beneficio della società. NON supportiamo NESSUN uso che danneggi la vita, i diritti o gli interessi delle persone. 

I vigili del fuoco, le squadre di soccorso e altre agenzie utilizzano i nostri prodotti per salvare vite umane”.

Fonte: DroneXl.

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