La storia del cinema è piena di what if che ne hanno cambiato per sempre il susseguirsi degli eventi. Uno dei più grandi di sempre vede coinvolte Marvel e Sony. La vicenda è stata raccontata su The Big Picture: The Fight for the Future of Movies, libro di Ben Fritz, giornalista del Wall Street Journal. Siamo nel 1998 e Marvel è una casa fumettistica in piena crisi, avendo da poco dichiarato bancarotta, a causa del crollo del mercato fumettistico e di alcuni investimenti poco lungimiranti. Il Marvel Cinematic Universe è ancora lontano e c’è bisogno di soldi per evitare il fallimento.
L’azienda fondata nel 1939 ebbe contatti con vari studios, tra cui Warner Bros e soprattutto Sony. A fare gola erano soprattutto i diritti cinematografici di Spider-Man, il supereroe più popolare in assoluto e di cui si voleva fare una trasposizione sul grande schermo. Sony avvantaggiata dall’avere già i diritti dei DVD delle serie animate, manda a trattare Yair Landau, un suo giovane dirigente. L’idea dei capi dell’azienda giapponese era quella di sfruttare anche il fattore merchandising, soprattutto per quanto riguarda i giocattoli. Addirittura prima di trovare l’accordo con Marvel, ne viene firmato uno con il produttore di giochi Hasbro:
Ciò rappresentava una rara volontà da parte della casa madre giapponese di scommettere su un investimento a lungo termine. Hasbro, uno dei produttori di giocattoli di maggior successo al mondo, avrebbe gestito i prodotti di consumo nell’ambito del piano, mentre Sony avrebbe realizzato film. I film avrebbero incoraggiato le vendite di giocattoli, ovviamente, mentre le vendite di giocattoli avrebbero incoraggiato più persone a vedere i film.”
A questo punto iniziano le trattative anche con la casa fumettistica, rappresentata da Ike Perlmutter. Quest’ultimo per ottenere più soldi possibili offrì a Sony i diritti di quasi tutti i propri personaggi (esclusi alcuni come X-Men, Fantastici 4 e Hulk che appartenevano ad altri studi), per appena 25 milioni di dollari. Al giorno d’oggi penseremmo tutti che si tratti di una cifra ridicola, ma in quegli anni le idee dei dirigenti Sony erano diverse, tant’è che la risposta fu:
A nessuno frega un c**** degli altri personaggi della Marvel, non vogliamo fare quell’accordo” .‘Torna indietro e fanne uno solo per Spider-Man’.
Landau obbedì, ma la lungimiranza di Perlmutter permise alla Marvel di ottenere, oltre ai 10 milioni di dollari ricavati dalla cessione dei diritti, anche il 5 per cento dei ricavi lordi dei film e il 50 per cento dei ricavi derivanti da altri prodotti, giochi e gadget legati ad essi, che permisero alla casa fumettistica di respirare, economicamente parlando. La questione come sappiamo è tornata d’attualità negli ultimi anni dopo l’arrivo dello Spider-Man interpretato da Tom Holland nel MCU, ma la vicenda parte quindi da molto più lontano.
Marvel e la strada per il successo
In difesa di Sony va detto che all’epoca l’interesse per i supereroi era ai minimi storici (tranne qualche eccezione come appunto Spider-Man e Batman) e che nessuno avrebbe investito cifre alte per altri personaggi. Anzi l’accordo in un primo momento favorì nettamente il colosso giapponese che incassò cifre da capogiro grazie ai 3 film diretti da Sam Raimi.
Il successo di questi film e di quelli legati agli X-Men fece probabilmente scattare qualcosa nella testa dei vertici Marvel, che da quel momento iniziarono a valutare la possibilità di investire loro stessi nei propri personaggi sul grande schermo. La storia poi la sappiamo tutti, con l’arrivo di Kevin Faige e la creazione del MCU, e successivamente l’acquisizione da parte di Disney per 4 miliardi di dollari nel 2010. Cifre completamente diverse da quelle di poco più di 10 anni prima, segno di come le cose possono cambiare davvero in fretta.