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Giappone: gli studenti di Tokyo non dovranno più tingersi i capelli di nero e indossare intimo bianco

Nonostante gli anime e i manga presentino spesso una grande varietà nel design dei personaggi, muniti di capelli dai colori sfavillanti, pettinature stravaganti e vestiti a volte decisamente bizzarri, si sa bene come la realtà in Giappone sia ben diversa. La popolazione è rinomata per il modo in cui segue rigidamente ogni regola volta all’uniformità e all’adattamento nella società, non lasciando spazio ad alcun tipo di differenziazione soprattutto nel mondo del lavoro e dell’istruzione.

Tuttavia, con il passare del tempo quest’ideologia prettamente asiatica pare abbia iniziato a incrinarsi sempre di più: nel 2019 fu anche lanciata una petizione, in seguito a un episodio avvenuto ad Osaka dove una studentessa fece causa al governo per essere stata obbligata a nascondere il colore dei suoi capelli.

Ed eccoci dunque tre anni dopo, con la Commissione all’Istruzione del Governo di Tokyo che ha stabilito in un incontro tenutosi pochi giorni fa la proibizione per il nuovo anno scolastico della regola che richiedeva agli studenti delle scuole pubbliche di colorare di nero i loro capelli.

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Tokyo fa un altro passo verso il cambiamento

Dopo la petizione lanciata nel 2019 Seiichi Sato, capo della sezione del Governo di Tokyo addetta alla Guida all’Istruzione Scolastica Superiore, aveva dichiarato di non voler forzare gli studenti a tingersi i capelli con un colore naturalmente diverso. Tuttavia, sin da allora ancora non furono effettuati provvedimenti effettivi a riguardo.

Nel 2021, la prefettura di Saga battuto sul tempo Tokyo nel rimuovere alcune delle regole più rigide e insensate: tra esse, vi era quella che obbligava gli studenti nelle scuole pubbliche ad avere una biancheria intima esclusivamente bianca (e che quindi avrebbe portato gli insegnanti a “controllare” sotto i vestiti degli alunni).

È stata poi eliminata anche quella che imponeva un design specifico per le uniformi, e quella che richiedeva agli studenti di documentare ufficialmente la reale naturalezza dei loro capelli ricci o non neri. Ah, e in tutto questo si è scoperto anche come in tre istituti vigeva il divieto di attaccare portachiavi alle borse (anch’esso rimosso).

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Tornando a parlare di Tokyo, finalmente anche la più importante città giapponese non obbligherà più gli studenti delle scuole pubbliche a seguire le regole inerenti la colorazione dei capelli e degli indumenti più privati. Inoltre, i ragazzi non dovranno più usare la pettinatura “a scodella”, che consisterebbe nel radersi ai lati della testa facendo crescere solo i capelli nella parte superiore del capo.

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In tutto ciò, purtroppo rimangono ancora delle limitazioni troppo radicate per essere rimosse in modo così repentino: mentre gli studenti non dovranno più tingersi i capelli di nero nel caso abbiano un colore diverso, ciò non significa però che chi li ha naturalmente neri potrà farli di un altro colore.

A Tokyo 22 scuole richiederanno ancora il cosiddetto “jigi shoumeisho”, ma si tratta comunque un numero in riduzione rispetto all’anno scorso (55). Si spera che anche le altre scuole giapponesi, incluse le private, prendano presto una direzione simile, dando così più libertà individuale alla gioventù nipponica.

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Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

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