A mali estremi, estremi rimedi. Sembra essere questa la strategia della Russia guidata da Vladimir Putin. Dopo che le sanzioni e l’isolamento imposto dal mondo occidentale sembrano aver colpito gravemente l’economia russa, le contromisure valutate dal Cremlino sono sempre più al limite. Si pensi anche alla notizia riportata alcuni giorni fa, secondo cui il governo russo stia valutando la possibilità di disconnettersi dall’internet globale, per avere un maggior controllo di tutte le fonti d’informazione e di evitare i numerosi attacchi hacker subiti dopo lo scoppio del conflitto con l’Ucraina.
Oltre a questa misura, c’è ne un’altra che sembra essere al vaglio del Cremlino. Infatti secondo alcuni media russi, il governo sta valutando la possibilità di legalizzare la pirateria informatica. La legge russa prevede già che in casi di emergenza nazionale il governo possa “autorizzare l’uso di qualsiasi proprietà intellettuale (quindi anche software e altri contenuti digitali) senza il consenso del detentore per garantire la difesa e la sicurezza dello stato”. Il governo quindi eliminerebbe ogni tipo di sanzione verso coloro che commettono crimini informatici e utilizzano software pirata, anche quelli normalmente non disponibili in Russia (e di cui non vi sono alternative legali all’interno del paese).
Ciò verrebbe attuato solo nei confronti dei software delle società che operano nei paesi che fanno parte della famosa “blacklist”, ovvero quelle nazioni che hanno sanzionato la Russia. I primi obiettivi saranno probabilmente i colossi del tech americano come Apple, Microsoft, IBM, e Adobe. Il progetto è contenuto in un documento del ministero dello Sviluppo economico russo chiamato “Piano d’azione Prioritario” per garantire lo sviluppo dell’economia russa nelle condizioni di pressione delle sanzioni esterne. L’obiettivo è quindi di rendere il paese indipendente dai servizi offerti dai paesi stranieri e di sfruttare al meglio le soluzioni interne, anche se normalmente non sarebbero consentite.
Per fare un esempio il ministro Dmitry Ionin ha proposto l’utilizzo di RuTracker (ora bloccato), per aggirare la mancata distribuzione delle ultime pellicole cinematografiche nel suo paese permettendo quindi la visione ai cittadini.
La Russia e la pirateria: i dati confermano la grande diffusione in tutto il paese
La pirateria è già estremamente diffusa nel paese russo. Nel 2019 infatti secondo un’indagine condotta da ESET, il 90% dei soggetti intervistati ha ammesso di aver fatto uso almeno una volta di software o usufruito di contenuti illegali. Il motivo principale sembra essere l’elevato costo delle alternative legali. Ciò testimonia lo storico disinteresse del Cremlino per l’argomento pirateria, che ora potrebbe diventare una vera e propria arma nelle mani del governo.
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