In questi giorni nella sale mondiali e italiani sta riscuotendo un notevole successo The Batman, il film diretto da Matt Reeves e che vede Robert Pattinson nei panni del Cavaliere Oscuro. Il nuovo lungometraggio Warner trae ispirazione da diversi che sono un caposaldo nella storia editoriale di Batman, come Il Lungo Halloween o Batman: Anno Uno.
Ma c’è un’altra opera del personaggio che, seppur non collega a The Batman, rimane non solo una delle storie più belle dell’Uomo Pipistrello, ma davvero una delle graphic novel meglio riuscite di sempre: Batman: il ritorno del Cavaliere Oscuro, scritto e disegnato da Frank Miller (chine di Lkaus Janson e colori di Lynn Varley.
Siamo in un “universo alternativo” rispetto alle altre stori di Batman: Bruce Wayne ha più di 50 anni, e da una decina di anni ha appeso il mantello del Cavaliere Oscuro. Ma sembra che Gotham abbia ancora bisogno di lui: la città è minacciata dalla gang dei “Mutanti”, la criminalità dilaga per le strade e si è risvegliato il lato malvagio di Harvey Dent “Due Facce”. Il ritorno del Cavaliere Oscuro scatena altri eventi: Joker che si ridesta dopo anni di stato catatonico e il governo americano, che decide di mandare Superman per fermare Batman
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La bellezza di quest’opera deriva da diversi elementi: il solido impianto narrativo; i particolari disegni di Miller, dai tratti molto “fisici”, marcati; l’atmosfera dell’opera, che rispecchia appieno il periodo in cui è stata pubblicata (gli anni Ottanta del neocapitalismo di Ronald Reagan). Il ritorno del Cavaliere Oscuro è assolutamente un’opera che non può mancare nella libreria di ogni appassionato di Batman, e dei fumetti in generale.
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