Le sanzioni contro la Russia a seguito del conflitto scatenato in l’Ucraina non si fermano. Questa volta è il mondo del gaming ad essere protagonista, con molte aziende che stanno bloccando la vendita dei propri prodotti nello stato russo. Microsoft e Ubisoft sono le ultime ad aver preso questa decisione. Per quanto riguarda il colosso fondato da Bill Gates, da qualche giorno si era interrotta la vendita di tutti i propri prodotti, giochi compresi. La novità sta nel fatto che ora i titoli non sono più disponibili sulla piattaforma Steam. La decisione è stata comunicata sul blog ufficiale con un messaggio.
Oltre a Microsoft anche Ubisoft ha deciso di interrompere la vendita dei propri titoli, come forma di protesta contro l’invasione dell’Ucraina. L’azienda aveva offerto assistenza ai propri dipendenti impegnati nei paesi coinvolti, dando loro aiuto economico per abbandonare il paese. Nella giornata di ieri invece è arrivato lo stop alla vendita di tutti i propri titoli sia in formato fisico che digitale, come indicato sul proprio sito.
A loro si sono unite altre case come Take-Two Interactive e le sue sussidiarie tra cui Rockstar, 2K Games e 2KSports, che hanno bloccato i loro giochi su tutte le piattaforme. Queste aziende si uniscono ad altre che da qualche giorno hanno già fatto la stessa cosa, come EA, Activision Blizzard e CD Project Red. Il mondo del gaming si sta quindi compattando nelle proprie decisioni, che pur avendo un valore principalmente simbolico, mostrano, nei limiti del possibile, sostegno al popolo ucraino.
Non solo Microsoft: le altre aziende che hanno sospeso i propri servizi in Russia
Microsoft non è l’unica azienda ad aver interrotto le proprie attività nel paese governato da Vladimir Putin. Soprattutto nel settore economico, in linea con le sanzioni approvate dalle altre nazioni, società come PayPal, Visa e Mastercard hanno optato per interrompere le proprie attività, causando molti problemi, in quanto rende praticamente impossibile l’utilizzo delle carte di credito e quindi blocca l’economia di una ampia parte di popolazione.
Anche altre società che operano nel settore dell’intrattenimento come Disney e Netflix hanno reso inaccessibili i propri servizi, mentre dopo il blocco di Twitter e Facebook ad opera del governo russo, anche Tik Tok ha reso inutilizzabili i propri servizi di streaming e pubblicazione di contenuti. Ciò eviterà che i propri utenti diffondendo immagini e video ritenuti pericolosi dal governo russo, possano incorrere in gravi sanzioni, entrate in vigore con l’ultima legge approvata dal Cremlino.