La presenza di film anime al cinema negli ultimi anni è diventata sempre più prevalente. Già da diverso tempo il talento dei registi giapponesi ha consentito di portare questo genere di lungometraggi oltre i confini di tutto il mondo, facendosi strada anche tra il pubblico che si riteneva più vicino alle tematiche e tratti dei cartoni Occidentali.
Sin dall’inizio ci sono state opere che hanno ottenuto un successo clamoroso: basti pensare a come praticamente tutti conoscano anche solo di vista l’iconico personaggio di Totoro, frutto del genio del maestro Hayao Miyazaki, che con lo studio Ghibli ha istituito un vero e proprio stile nel mondo dell’animazione e del disegno. Ovviamente, oltre a lui ci sono ulteriori nomi storici impossibili da ignorare, tra i quali Satoshi Kon, Mamoru Oishii o Hideaki Anno, e altri più “contemporanei” spesso frutto di discussione, come Makoto Shinkai.
Ma i capolavori originali che abbiamo potuto visionare sul grande schermo nei tempi più recenti potrebbero ben presto rivelarsi essere gli ultimi. Questo almeno è ciò che viene da pensare secondo un articolo della piattaforma giapponese taroimovie, che mette in comparazione i risultati dei film anime originali rispetto alle edizioni cinematografiche delle serie anime. Ciò che viene rivelato mostra una differenza drastica tra il loro costo e i guadagni, ponendo un grosso punto interrogativo sul destino che gli anime nei cinema potrebbero incontrare.
Non vale più la pena fare film anime originali?
Guardando i numeri ottenuti dai film anime di serie come Jujutsu Kaisen, Demon Slayer e Evangelion in Giappone, il motivo dei dubbi emersi è chiaro: Jujutsu Kaisen 0, uscito di recente, ha infatti ottenuto quasi 8 milioni di spettatori in 52 giorni, arrivando a guadagnare più di 11 miliardi di yen al botteghino e posizionandosi al decimo posto per il record d’incassi nella storia del cinema nipponico. Queste cifre in continuo aumento risultano ancora più rilevanti se si pensa a come, prima degli anni piagati dal COVID, vi erano solo i film anime originali di Miyazaki e Makoto Shinkai a raggiungere guadagni del genere.
Nei primi dieci posti per incassi dei film usciti nel 2021, solo opere anime si posizionano nella Top 3 (Shin Evangelion, Detective Conan Scarlet Bullet, Belle) e nei posti seguenti è possibile veder almeno tre film anime tratti da delle serie. 50 miliardi dei ricavi totali, che si vociferano essere sui 162 miliardi per tutti i film, sarebbero quelli per i film d’animazione. Si può dedurre allora che questo genere cinematografico abbia un forte impatto sull’industria.
Vengono in seguito comparati i film anime che hanno guadagnato più di 500 milioni di yen nel 2016, portando poi i risultati a confronto con il 2020-2021. Nel 2016, tra gli anime originali vi è in testa Your Name con 25 miliardi di yen, seguito da tre film derivanti da serie animate (Detective Conan Pure Black Nightmare con 6 miliardi di yen; One Piece Film Gold con 5 miliardi di yen; Doraemon the Movie con 4 miliardi di yen). Poco più sotto, vi sono anche In this Corner of The World e A Silent Voice.
Andando però poi a controllare la lista del 2021, si vede il dominio del film Demon Slayer: il Treno Mugen, con 41 miliardi di yen, seguito da Jujutsu Kaisen 0 e infine Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time. Gli anime originali in questo caso sono calati di numero rispetto a sei anni fa, mostrando solamente Belle (quinto posto) e Poupelle (nono posto). Le restanti posizioni sono poi coperte esclusivamente da film di serie animate.
Eppure, i film anime originali in questi anni non si sono ridotti, anzi, le produzioni sono aumentate: mentre nel 2016 si potevano contare 6 lungometraggi presentati in 50 cinema diversi; l’anno scorso, nonostante il COVID, il numero di film è raddoppiato. Tuttavia, i film anime originali che hanno superato i 500 milioni di yen sono stati solamente due: Belle (6 miliardi) e Poupelle (2,7 miliardi).
Probabilmente ispirata dal grande successo di Your Name e del suo regista Makoto Shinkai, l’industria d’animazione giapponese ha provato a replicare questo risultato attraverso nuovi prodotti originali, ottenendo però soltanto ingenti perdite. D’altro canto, il successo dei film di Demon Slayer e Jujutsu Kaisen ha spinto i producer a puntare su pellicole legate a franchise già solidi.
Investire sudore e soldi non gratifica a sufficienza
Il costo nella produzione di film anime è uno dei primi fattori che incidono sulla qualità dell’animazione di un’opera, e in genere il prezzo di mercato per questo tipo di media oscilla tra i 200-300 milioni di yen, arrivando a 500 milioni per produzioni più esigenti (escludendo inoltre le campagne promozionali). Per contro, supponendo che le spese di produzione per ogni episodio di una serie anime siano dai 15 ai 20 milioni di yen, nel caso si realizzasse uno della durata di 90 minuti servirebbero almeno 50 milioni di yen, cifra molto inferiore rispetto a quello per i film originali.
Per mostrare la sconvenienza di un film anime originale, viene preso come esempio Sing a Bit of Harmony: il film ha ottenuto al botteghino 200 milioni di yen, ma calcolando i soldi investiti nella promozione e nella produzione, si ottiene un deficit di 200 milioni di yen; motivo per il quale è stato necessario fruire di un servizio di distribuzione e vendita di DVD. Inoltre, si può presupporre che i guadagni di altri lavori non siano stati rivelati poiché risultino in perdita. Ciò porta allora a chiedersi se le compagnie distributrici proseguiranno con lo stesso numero di film, e se ci saranno cambiamenti nel 2022. Di questo passo, una riduzione di film originali nel breve termine è probabile.
Alcuni film anime originali, come Josée, la Tigre e i Pesci e Pompo: The Cinephile, mostrano agli spettatori tutto l’amore che lo staff ha inserito nelle loro opere, eppure non sono riusciti a prevalere o raggiungere le creazioni rivali. Nonostante i distributori ospitino celebrità, importanti doppiatori e doppiatrici, realizzino delle anteprime ed eventi dedicati, queste mosse promozionali comunque non si dimostrano sufficientemente efficaci.
Un pubblico predefinito
Il motivo dietro ciò è individuabile nella presenza di fan già esistenti di una serie anime, a differenza di un’opera inedita; inoltre, mentre i fan di un anime andranno sicuramente a vedere il film di un prodotto che conoscono, per gli anime originali spesso il pubblico cercherà prima le impressioni date sui social media. Si aggiunge poi anche come, rispetto alla fretta che potrebbe esserci nel vedere il film di un anime, per un lavoro originale si tende ad aspettarne l’uscita dei DVD, portando così meno spettatori nei cinema; a causa di ciò, il basso riscontro causa una diminuzione delle proiezioni, facendone così risentire anche la crescita dei guadagni.
La popolarità dei film anime originali si è diffusa a dismisura dopo il film Your Name di Makoto Shinkai nel 2016. Eppure, dopo Shinkai, molti altri film originali si sono trovati a fare un buco nell’acqua, come Ride Your Wave, Hello World, The Deer King. Perlomeno, la pandemia ha in qualche modo fornito un mezzo alternativo per espandere l’audience di questi film attraverso la visione sui servizi streaming prima del loro rilascio nei cinema.
Pur trattandosi di un gesto che va contro le intenzioni e il desiderio del regista, si tratta comunque della soluzione più razionale per non finire in rosso. Tuttavia, non è detto che ciò possa salvare i film anime originali: nel caso anche questo metodo prendesse ulteriormente piede nell’industria, non ci vorrà molto prima di vederlo utilizzato solo da creatori rinomati come Hosoda e Shinkai, facendo così scomparire gli altri definitivamente.