Il vampiro: forse la creatura folkloristica da noi più conosciuta e sfruttata. Nata da racconti, paura e credenze popolari, fa ufficialmente il suo ingresso nel panorama letterario grazie al romanzo di Polidori per poi acquistare fama definitiva grazie al lavoro di Bram Stoker. L’autore dona eterna gloria alla figura del vampiro attraverso la figura di Dracula. A metà tra verità storica, leggenda ed invenzione, Dracula è il vampiro più sfruttato in assoluto nella storia della letteratura. Su di lui (e sul testo di Stoker) si fondano numerosi romanzi, serie tv, fumetti occidentali e orientali. Il franchise di Fate è tra questi: in esso, tuttavia, è presente una rivisitazione del personaggio di Dracula curiosa, originale, degna di essere approfondita.
Abbiamo già parlato di Vlad in precedenza con Fate/Apocrypha, serie estremamente controversa nella quale tra i personaggi caratterizzati molto bene spicca proprio lui. Ho già parlato, ad esempio, di Mordred in un precedente approfondimento.
Fate/Apocrypha non è però la sola opera nella quale troviamo il celebre vampiro: questi fa in realtà la sua prima apparizione nel Nasuverse in Fate/Extra, opera per PSP uscita nel 2010.
Il Vlad di Apocrypha e quello di Extra non sono esattamente lo stesso personaggio, ma approfondiremo soprattutto il primo. Fate/Extra perlopiù rafforza l’immagine di Vlad che Apocrypha ci fornisce già perfettamente, tra anime e novel, pur con una fondamentale differenza: in Fate/Extra Vlad abbraccia totalmente il suo essere vampiro ed è una versione del personaggio nata non dalla storia effettiva, bensì dalle leggende che, dopo la sua morte, iniziarono a circolare sul suo conto.
Vedremo invece come il personaggio è reso in Fate/Apocrypha nel corso di questo approfondimento e come mai è così interessante in mezzo a tanti altri servant.
Vlad in Fate/Apocrypha
In Fate/Apocrypha Vlad viene evocato con la classe Lancer e, dal momento che le vicende sono ambientate in Romania, è uno dei servant più potenti in campo a causa dell’importanza del suo personaggio in quel territorio. Non importa chi sia l’avversario, finché si troverà in Romania Vlad sarà praticamente invincibile, e lo scontro con avversari temibili come Karna ce lo ha dimostrato.
La visione del personaggio proposta in quest’opera è a mio parere molto più interessante e originale rispetto a come viene invece proposto in Fate/Extra. In Fate/Apocrypha abbiamo un Vlad rappresentato in tutto il suo essere un nobile re, estremamente carismatico, rispettato e capace di incutere timore ai propri sottoposti. È forte qui l’analogia con Darnic, suo Master, nonché capo della fazione nera.
I due posseggono caratteristiche molto simili e Vlad si pone rispetto alla Romania come Darnic guarda alla propria famiglia: entrambi agiscono esclusivamente per garantire al loro paese, o al loro nome, un futuro onorevole. Anche se, in definitiva, il desiderio di Vlad non riguarda tanto il futuro della Romania, perché a differenza degli Ygmillennia, il cui futuro è ancora in pericolo, la Romania ha già avuto un grande periodo di splendore sotto Vlad l’Impalatore.
Vlad non desidera riportare all’antica potenza la Romania né tanto meno reincarnarsi. Il suo desiderio è qualcosa di molto più personale ed è proprio ciò che lo rende un personaggio così interessante, se contrapposto alla versione che siamo abituati a vedere nel folklore di lui. Di questo parleremo dopo.
Vlad e Darnic
È vero: Darnic e Vlad si somigliano parecchio, tanto da potere essere definiti una delle coppie master-servant più affiatate e che meglio lavorano assieme. I personaggi hanno un background molto simile: entrambi hanno regnato su qualcosa di molto grande, che sia la Romania o una importantissima famiglia di maghi.
Sono autorevoli, emanano carisma da ogni poro e sanno come farsi rispettare da qualsiasi tipo di persona. Oltre a questo sono guerrieri estremamente capaci e disposti a schierarsi e combattere in prima linea per ottenere qualcosa.
Non sono però identici, anzi, tra i due c’è una significativa differenza: Darnic non si fa scrupoli ad usare i mezzi più subdoli per raggiungere il Graal. Vlad, invece, tenta di rimanere fedele alle proprie convinzioni fino alla fine. Questa distinzione è in realtà alla base della definizione stessa di mago nel brand di Fate, perciò non dobbiamo stupirci più di tanto.
I maghi, per definizione, sono esseri in gradi di sacrificare tutto e tutti per i loro scopi: che sia proteggere la famiglia o raggiungere la Radice, un mago metterà sempre al primo posto l’obiettivo. Darnic è esattamente così e dimostra di non farsi il minimo scrupolo a tradire, ad infrangere promesse, a calpestare giuramenti e persino i suoi stessi sottoposti. Proprio come farebbero molti altri maghi.
Vlad, d’altro canto, è completamente estraneo da questa logica. Lui non è un mago né lo è mai stato, ciò che gli importa non è raggiungere la Radice né rafforzare il proprio casato, ma piuttosto proteggere la Romania e tutto ciò in cui crede. Questa determinazione gli è valsa il titolo di Difensore della Cristianità, fatto che viene menzionato più volte anche nello stesso Fate/Apocrypha. Sotto questo punto di vista, Darnic e Vlad sono agli antipodi.
Un re carismatico e crudele
Questo non significa che sia accurato definire Vlad un “santo” rispetto a Darnic, anzi. Se da un lato è vero che Vlad non avrebbe mai calpestato le proprie convinzioni o quelle dei sottoposti per realizzare un obiettivo, è anche vero che in vita si è macchiato delle peggiori atrocità pur di difendere la cristianità e la Romania, e anche da servant mostra di essere disposto a fare altrettanto.
La crudeltà di Vlad l’Impalatore è ancora oggi scolpita nelle pagine della storia ed è impossibile da dimenticare. Il terrore che il solo sentire il suo nome provocava negli avversari non è stato dimenticati ed è proprio in virtù della potenza e dell’autorevolezza del suo nome che tra i servant degli Ygmillennia nessuno, neppure l’orgoglioso Avicebron, prova a ribellarsi direttamente a lui.
Questa immagine è, d’altra parte, completamente fedele a quella che gli storici ci descrivono di lui. Vlad III è ancora oggi ricordato con paura persino in Romania, in cui però si cercano anche di sottolineare i suoi aspetti positivi, come le virtù guerriere, il coraggio e il suo essere un comandante brillante. Di fatto, però, Vlad non era solo un cavaliere virtuoso e retto nel seguire le proprie convinzioni; era anche sanguinolento e crudele coi nemici.
Il re più carismatico, forse il protettore più affiatato che la cristianità abbia mai avuto e al tempo stesso un sovrano spietato e inarrestabile: Fate/Apocrypha riesce otitimamente a rappresentare in sole 12 puntate entrambe le “facce” del personaggio.
Il grande eroe che ha salvato la Romania e il terrificante e spietato guerriero: Vlad III è il prodotto di questi due elementi.
Anche Fate/Extra mette in risalto soprattutto questi aspetti del sovrano vampiro, accentuando in particolare la leggenda folkloristica attorno al suo nome. Nella Matrice vengono descritte tutte le terribili gesta del personaggio storico di Vlad III, fino ad arrivare alla guerra con gli ottomani del 1459.
Proprio in Fate/Extra ci viene fornita un’altra informazione che contribuisce ad accrescere il terrore nei confronti di questi personaggio: gli archivi del Vaticano gli attribuiscono infatti circa 100 mila uccisioni.
Il terrore dei suoi nemici
Nella novel di Fate/Apocrypha è presente la descrizione di uno dei massacri storici di Vlad che da sola basta a capire il terrore che il sentire quel nome provocava nell’animo dei suoi nemici. Il racconto della guerra contro il Sultano Maometto II ne è il perfetto esempio.
«Innumerevoli pali si trovavano attorno alla cittadella. Impalati c’erano i suoi compagni, subordinati e comandanti – ventimila membri dell’esercito turco. […] Rimase terrorizzato. L’idea di qualcuno in grado non solo di pensare a un atto simile, ma addirittura di metterlo in pratica lo terrorizzava. I saccheggi, la violenza, le atrocità che il suo esercito aveva commesso erano, in confronto, solo il risultato di lussuria e desideri provati nella foga del momento. Questo era differente – Era stato commesso seguendo un modo completamente diverso di pensare. Si trattava di un metodo di fare la guerra che non trattava le persone come esseri umani… I suoi uomini erano stati resi spiedini al solo scopo di venire esposti…! […] Maometto II non ebbe altra scelta che ritirarsi e tornare a casa. In quel momento, Maometto II sussurrò questo: non temo nessun uomo. Ma Dracul (scritto coi kanji di Demonio) è un’altra faccenda.»
Questa è una descrizione storicamente accurata di come effettivamente Vlad III agiva alla fine delle proprie battaglie. Fate/Apocrypha è fedele alla tradizione e alla storia, non solo nell’avvicinare la figura di Vlad a quella del vampiro Dracula o nel descriverlo come sovrano, ma anche a sottolineare quanto non fosse l’aura “vampirica” creatasi attorno alla sua figura a suscitare timore nei suoi avversari.
Al contrario, il mito del vampiro è nato proprio da comportamenti che Vlad III ha assunto e ai quali si cercò di dare una spiegazione “non umana”, per il semplice fatto che considerare umana quella crudeltà senza precedenti era impensabile.
Il desiderio di Vlad
Il desiderio di Vlad è forse l’elemento più interessante del personaggio. Vlad, come abbiamo detto, non desidera forza, ricchezze o ritornare in vita. Tutto ciò che desidera è la riabilitazione del suo nome, irrimediabilmente associato a quello del Vampiro Dracula.
«La riabilitazione del suo nome, questo è l’unico desiderio del Servant Lancer, Vlad III – lavar via la macchia di “Conte Dracula” che si è diffusa in tutto il mondo. Ciò non significa negare il percorso sul quale ha camminato. La sua guerra contro i Turchi e il periodo di sfortunata prigionia (si riferisce ai dodici anni di prigionia che Vlad trascorse presso un potente nobile ungherese) sono una parte della sua vita alla quale si è già rassegnato. Però, non riesce a perdonare che il suo nome venga travolto da del fango con cui non ha niente a che fare.»
Questo suo senso dell’onore e la perseveranza con cui insegne il proprio obiettivo sono anche il motivo per il quale Darnic lo stima tanto.
«Tra tutti i Servant, solo Lancer inseguiva il Sacro Graal con così tanto ardore. La sua tenacia era uno dei motivi per i quali piaceva a Darnic.»
Vlad quindi rifiuta completamente il suo essere vampiro, al punto che tutto ciò che desidera è cancellare quella macchia insopportabile dal proprio nome: dopotutto lui è un eroe, almeno in Romania, non un vampiro. È un combattente, un difensore della fede, colui che ha guidato centinaia di uomini in decine e decine di campi di battaglia, ed è per questi motivi che vuole essere ricordato, qualsiasi altra cosa lederà solo il suo onore di eroe e re. È logico e comprensibile, quindi, perché non riesca ad accettare che quell’immagine venga danneggiata dal nome di Dracula.
Io non sono un vampiro, dice. Non lo sono mai stato e non lo voglio essere.
Una curiosità: le diverse classi di Vlad
In Fate/Grand Order Vlad non ha una grande importanza a livello di trama e non spicca mai particolarmente. C’è, però, un’informazione molto interessante proveniente dal material di Fate/Apocrypha che FGO sviluppa meglio.
Sia in Fate/Apocrypha che in Fate/Extra Vlad viene evocato come Lancer, in Fate/Grand Order è evocabile anche con la classe Berserker. Questa sua versione ha il medesimo design che vediamo in Apocrypha ma possiede una classe differente. Molti si sono chiesti come mai. La risposta è espressa abbastanza chiaramente nei material.
Ci viene spiegato infatti che il conte Dracula è evocabile in entrambe le classi e che, se evocato come Berserker, possiede una skill di nome Mad Enhancement. La differenza sta proprio in questo: grazie alla tale skill, nella versione Berserker Vlad accetterà di buon grado il proprio essere vampiro e sarà in grado di “combattere come un mostro piuttosto che come un re”.
Oltre alla skill, a trasformare la versione Lancer nel vampiro della tradizione è uno dei suoi Noble Phantasm “Legend of Dracula: Tradition of Blood”, col quale Vlad viene costretto ad abbandonare la propria forma e a trasformarsi in un vero e proprio mostro. In Fate/Apocrypha Darnic lo costringe ad utilizzarlo attraverso le proprie magie di comando.
Fate/Grand Order invece ci permette di apprezzare pienamente non solo Vlad come re, ma anche una faccia di Vlad più simile alla tradizione folkloristica che accetta completamente il proprio essere vampiro e anzi va fiero delle leggende sul suo nome.
La maledizione del Vampiro
La condizione fondamentale alla base del patto tra Darnic e Vlad era proprio di non utilizzare mai il Noble Phantasm Legend of Dracula, perché Vlad rifiuta completamente quella parte di se stesso e non vuole vincere la guerra contando su quel potere.
Darnic messo alle strette finisce per utilizzarla ugualmente e alla fine, sotto gli occhi sconvolti degli altri servant, Vlad si trasforma mentre urla per il dolore e l’umiliazione che sta subendo.
Costringendolo a trasformarsi Darnic frantuma il suo orgoglio di re e di guerriero in mille pezzi e sia nella novel sia nell’anime questa scena è talmente ben resa da far quasi rabbrividire lo spettatore. Non solo deve sopportare la vergogna della nomea di vampiro associata al proprio nome, ma adesso è costretto a diventarlo davvero. Non c’è disonore più grande, per un re e un comandante valoroso come lui.
«Io non sono un vampiro», gli dice Vlad con gli ultimi barlumi di lucidità.
«No», risponde Darnic, «tu sei esattamente un vampiro». E così facendo gli impone ancora una volta quell’immagine che Vlad tanto disprezza, quel disonore che mai riuscirà a cancellare. Non importa quanto valoroso fosse in vita, perché a risaltare sarà sempre la leggenda del vampiro che si è creata attorno al suo nome.
È un mostro, dicono i servant che assistono alla scena, mentre la volontà di Vlad III viene definitivamente schiacciata dalle magie di comando di Darnic e il folle mostro prende il sopravvento sul condottiero spietato e valoroso. E alla fine di tutto non possiamo provare nulla se non pena e pietà nei suoi confronti.
Vlad è un personaggio che tra tanti servant potenti, ambiziosi ed eroici si erge ai nostri occhi in modo molto umano, paradossalmente. Il suo conflitto interiore tra essere o non essere un vampiro è uno degli elementi più interessanti del personaggio e lo rende, secondo me, una delle rivisitazioni più riuscite della leggenda e uno dei servant migliori di Fate/Apocrypha.