Assassinio sul Nilo è l’ultimo giallo basato sul thriller di Agatha Christie con l’investigatore Hercule Poirot, diretto e interpretato da Kenneth Branagh rilasciato nelle sale lo scorso 10 febbraio, data che ha subito diverse variazioni a causa dei numerosi problemi che si sono abbattuti sulla produzione e sul cast nel corso della sua realizzazione.
Primo fra tutti i problemi è la pandemia, che ha costretto un blocco momentaneo per tutte le pellicole in lavorazione durante i due anni appena trascorsi, inoltre il caso sulle accuse di violenza e cannibalismo che ha coinvolto Armie Hammer non sono stati meno gravi.
La Disney ha rimandato più volte l’uscita per trovare una soluzione al problema con Hammer, una di queste ma poco realizzabili, era quella di dare il ruolo ad un altro attore, ma le riprese erano state ormai terminate e sarebbe stato molto difficile girare nuovamente tutte le scene del protagonista.
L’articolo contiene spoiler del film Assassinio sul Nilo
Nonostante questo, il film ha visto la luce del sole ed è stato rilasciato nelle sale. A far parte del cast oltre al sopracitato Branagh, troviamo anche Tom Bateman, Annette Bening, Russell Brand, Ali Fazal, Dawn French, Gal Gadot, Armie Hammer, Rose Leslie, Emma Mackey, Sophie Okonedo, Jennifer Saunders e Letitia Wright.
Sequel di Assassinio sull’Orient Express, è il secondo adattamento cinematografico del romanzo del 1937 Poirot sul Nilo scritto da Agatha Christie, dopo Assassinio sul Nilo del 1937, è stato trasposto anche nella serie televisiva Poirot con l’episodio Poirot sul Nilo dei primi anni 2000.
Dove ha sbagliato Kenneth Branagh?
Siamo nel 1937 e il detective Hercule Poirot si trova in vacanza in Egitto dopo aver passato un periodo di pausa dai crimini ormai risolti, ma le sue tranquille giornate di riposo si trasformeranno ben presto in un macabro omicidio da risolvere.
Partiamo subito dicendo che la durata di Assassinio sul Nilo è del tutto irrilevante, se con Assassinio sull’Orient Express Kenneth Branagh riesce a tenere lo spettatore con lo sguardo incollato al grande schermo per tutta la durata della pellicola, in Assassinio sul Nilo riesce a malapena nell’ultima mezz’ora a tenere vivo l’interesse di chi guarda.
Il paragone tra i due film è inevitabile, la storia del primo film è avvincente, tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino alla rivelazione dell’assassino, riesce, nonostante tutto a non sbagliare neanche un colpo. La fotografia è splendida, estremamente artistica soprattutto durante la scena della rivelazione quando i sospettati si ritrovano seduti come se rappresentassero “L’ultima cena” di Leonardo in attesa del verdetto che Poirot ha in serbo per loro dopo aver svelato il piano ideato perfettamente dall’assassino.
Assassinio sul Nilo non è avvincente e non coinvolge lo spettatore quanto dovrebbe ma i difetti non finiscono di certo qui
Il green screen, utilizzato per gran parte del tempo per le piramidi o il tempio di Abu Simbel, è quasi fastidioso e deconcentra in diverse occasioni, chi guarda.
Non ci soffermeremo sulla trama e non ci soffermeremo neanche sul fatto che indovinare l’assassino anche senza aver letto l’opera di Agatha Christie risulta estremamente facile e intuibile dopo soltanto venti minuti dall’inizio, piuttosto ci soffermeremo sulla lentezza e sulla pesantezza della prima ora e mezza del film dove non succede assolutamente nulla.
L’intuizione di Poirot sembra essersi arrugginita, finché non riesce a tirar fuori il piano completo dell’assassino.
Gal Gadot interpreta Linnet Ridgeway Doyle la protagonista e anche la vittima degli eventi, sposata con Simon Doyle interpretato da Armie Hammer.
La povera Linnet è paranoica, perseguitata dall’ex fidanzata del marito che arriva in ogni dove con il suo ghigno e il suo sguardo che non trasmette nulla di buono, per rovinare la loro felicità.
Linnet però è una ricca ereditiera e tutti i presenti sulla nave che accompagnano i due sposini in luna di miele, avrebbero un valido motivo per farla fuori, ma qualcuno in particolare avrebbe un motivo in più per accaparrarsi l’eredità della giovane donna.
L’omicidio avviene in punta di piedi sul piroscafo a pale Karnak inghiottito dalle tenebre della notte mentre la luna si specchia sulle acque del Nilo che diventeranno anch’esse complici di un delitto compiuto a sangue freddo, senza rimpianti o rimorsi.
Lati positivi di Assassinio sul Nilo? Sì, ma si contano sulle dita di una mano
Non possiamo di certo però dare un giudizio sul film senza averne considerato i lati positivi, abbiamo trovato alcuni punti a favore che potrebbero essere d’aiuto per la sufficienza al voto finale.
Il personaggio di Hercule Poirot è un cinico, egocentrico, narcisista detective che non prova pietà per anima alcuna. Assassinio sul Nilo ci porta dentro la storia che lo ha reso così distaccato e preciso, con lo sguardo sempre puntato dritto verso la verità e le orecchie aperte per captare tutti i segnali che lo condurranno a risolvere i suoi casi.
C’è qualcosa però che Hercule Poirot ha dentro, questo infinito peso che lo ha spinto a costruirsi una corazza, impedendogli di legarsi a qualcuno dopo aver sofferto talmente tanto per amore che si è chiuso in se stesso e nel suo lavoro per non pensarci.
E’ questo il filo conduttore di Assassinio sul Nilo, quello che spinge l’assassino a compiere l’omicidio è proprio il sentimento così forte dell’amore che lo lega e lo trascina infondo ad un tunnel così oscuro da non riuscire a vederne neanche un piccolo spiraglio di luce, cercare di liberarsi è inutile perché quello che lega le due persone è più forte di qualsiasi altro tipo di risentimento, rimorso o colpa.
Lo incarna perfettamente Emma Mackey che interpreta Jacqueline “Jackie” de Bellefort, l’amante ferita e tradita dal suo fidanzato e dalla sua migliore amica.
L’amore che prova per Simon la spinge sull’orlo di un precipizio, un punto di non ritorno dove la soluzione più logica è quella di acconsentire alle richieste dell’uomo che ama, spingendosi oltre, passo dopo passo nella speranza che tutto quello che aveva bramato per tutto quel tempo, le tornasse indietro come un boomerang capace di colpirla ma senza ferirla.
Jackie ama così tanto Simon e ama anche l’amore. Ama le storie d’amore come la tragedia di Cleopatra e Antonio, scritta da Shakespeare in cui i due innamorati accecati da una lussuria e da una passione incontenibile, finiscono nei ranghi della morte e vengono destinati entrambi a passare anche il tempo nell’aldilà insieme.
Farla franca con Hercule Poirot non è facile, neanche quando tentano di metterlo fuori gioco con un sonnifero o quando cercando di colpirlo nel profondo, portandogli via l’unico amico che considerava tale. Poirot è lacerato dal dolore ma quello che fuoriesce sono solo lacrime agli angoli degli occhi che non riescono neanche a scendere lungo le sue guance, è ferito ma nonostante questo porta a termine la sua rivelazione: è stato il suo amico a guidarlo verso la soluzione, l’amore che lega quelle due anime è così forte da portarli entrambi verso un destino già scritto da Shakespeare nella sua tragedia, amanti fino alla fine finché morte non li separi.
Il paragone con il primo è inevitabile ma paradossalmente non possiamo metterli a confronto, sappiamo bene che non è stato un periodo molto facile per le produzioni cinematografiche grazie alla pandemia e ai problemi legati –in questo caso– all’attore protagonista, ma le aspettative erano alte e non sono state soddisfatte.