Il mondo degli NFT si sta espandendo ormai sempre di più, coinvolgendo nel corso del tempo al suo interno numerose celebrità, personaggi pubblici e anche aziende di spessore. È questo ad esempio il caso di Johnny Depp, che ha pubblicato di recente la sua raccolta di NFT, o di Alfa Romeo Tonale, la prima autovettura a supportare ufficialmente i non-fungible token.
Tra i motivi che portano le persone ad acquistare ed eventualmente rivendere gli NFT, c’è in particolare la garanzia che tali gettoni digitali forniscono. Possedendo un NFT infatti, l’utente proprietario potrà dimostrare davanti a tutto il mondo, mediate l’utilizzo di una blockchain che memorizza le transazioni, la proprietà di un determinato bene digitale multimediale come foto, video e tanto altro.
Per comprendere la grandezza del parco multimediale di cui gli NFT possono verificare la proprietà, basti pensare ad aziende come Tezuka Productions, che ha di recente messo in vendita le carte da gioco di Astro Boy proprio tramite questa nuova tecnologia. Rientrano inoltre tra i prodotti vendibili grazie ai non-fungible token anche quelli legati al mondo musicale, come la collezione di musica digitale messa in vendita da Katy Perry.
Tra gli esponenti del panorama musicale ad aver guadagnato più soldi con il mondo degli non-fungible token, troviamo senza dubbio anche Steve Aoki che, durante un evento privato svoltosi la scorsa settimana, ha dichiarato di aver incassato maggiormente attraverso la compravendita di NFT che in 10 anni di carriera musicale.
I dettagli della dichiarazione di Steve Aoki sugli NFT
A supportare le affermazioni di Aoki troviamo le sue azioni passate. Basti pensare infatti che il celebre DJ e produttore di Miami ha venduto lo scorso anno un NFT per ben $888.888,88. Steve possiede anche molti non-fungible token di grande spessore, come quelli della Bored Ape Yacht Club.
L’interesse manifestato da Aoki per il mercato dei token virtuali è supportato anche dall’idea del DJ che, un giorno, gli NFT permetteranno agli artisti musicali di guadagnare di più rispetto ai profitti ottenuti attraverso le case discografiche. Steve ha infatti affermato:
“Nei 10 anni in cui ho fatto musica… sei album, tutti quei progressi, sono quasi nulli rispetto a ciò che ho fatto l’anno scorso negli NFT, con cui ho guadagnato più soldi.
Dato che gli non-fungible token musicali diventano sempre più parte del modo in cui integriamo e supportiamo gli artisti, le etichette dovranno fare di più che aggiungere semplicemente la canzone a una playlist”
Fonte: Fortune.