Dr Commodore
LIVE

Google Stadia in cerca di salvezza: cambia nome e offre la tecnologia a Bungie e Capcom

Google Stadia: questo è il nome che fu dato all’ennesimo progetto innovativo da parte di un colosso della tecnologia come Google, e che avrebbe dovuto rivoluzionare il modo in cui l’utenza fruisce dei videogiochi. Lanciato tre anni fa, questo servizio avrebbe escluso la necessità di possedere una console per giocare, rendendo possibile usare la propria connessione e una piattaforma online per poter accedere a titoli attraverso lo streaming.

Arrivati nel 2022, lo stato attuale di Google Stadia non versa nelle condizioni più rosee. La piattaforma continua a non presentare ancora un catalogo sufficientemente vasto, e si trova adesso a dover competere anche con servizi simili ma molto più vasti e ben assortiti, come quello di Nvidia con GeForce Now, o lo streaming in cloud di Xbox.

Tempo addietro è stata annunciata anche la chiusura degli studi interni di Google Stadia, dedicati alla realizzazione di esclusive per la piattaforma. La notizia venne accolta come un segnale iniziale verso il tramonto anche di questo esperimento. O forse no: infatti, sembra che Google non sia poi così intenzionata ad abbandonare il progetto, e secondo un report su Business Insider l’azienda starebbe tentando di reinventare le funzioni offerte da Stadia, e anche di alterarne il nome.

google stadia

Google Stadia diventa Google Stream

Dopo la chiusura degli studi interni, Google aveva detto di volersi concentrare sul rilascio dei giochi prodotti dai partner esterni. Secondo alcuni insider, da allora Google Stadia ha cercato degli accordi con alcune compagnie, tra cui Peloton, Capcom e Bungie. In aggiunta, Google starebbe cercando di “recuperare” questa tecnologia bistrattata ma promettente, reinventandone l’utilizzo e il nome: essa si chiamerà Google Stream.

Per quanto riguarda la piattaforma di Google Stadia, la sua priorità è stata ridotta all’interno di Google, e vi è poco interesse nel negoziare con third party grossi. Per contro, la dirigenza di Stadia è concentrata nel portare a compimento nuovi accordi per Google Stream; insomma, sembra che adesso Google abbia deciso di cambiare il tipo di approccio strategico, partendo dal rebranding del dispositivo e da accordi white-label.

L’anno scorso, Google ha consultato Peleton con l’intento di sfruttare le tecnologie nell’ambito “fitness” dell’azienda, come ad esempio le bici (il gioco “Lanebreaker”, mostrato in una closed demo, si servirebbe della tecnologia del cloud). Un’ulteriore azienda vagliata da Google Stadia è stata anche Capcom, con l’idea di permettere di accedere alle demo dei nuovi giochi sul sito ufficiale grazie a Google Stream. Infine, anche Bungie è rientrato tra i partner di Google: l’azienda aveva proposto a Bungie la sua tecnologia per giocare in streaming i titoli prodotti, e almeno fino a poco fa sembrava stessero facendo buoni progressi.

https://twitter.com/Nibellion/status/1489647817358520320?s=20&t=Ck65uG7usN-ObeFMxpGK8g

Mentre Google però continuava a tentennare sulla propria strategia, spendendo anche milioni per assicurarsi titoli su Stadia (come Red Dead Redemption 2), l’industria ha continuato a consolidarsi e a rimuovere possibili collaborazioni dal tavolo (esempio calzante sono le recenti acquisizioni effettuate da Microsoft e Sony). Adesso, mentre Bungie vorrebbe proseguire con il supporto offerto da Google Stadia, è difficile dire quanto l’entrata negli studi PlayStation possa influenzare le cose.

Google avrebbe in questo momento più di 100 giochi indie in arrivo su Stadia, ma solo il 20% delle risorse impiegate da Google va alla piattaforma usata dai giocatori. Il restante 80% viene impiegato per il suo nuovo progetto Google Stream, dove si punterà a concedere in licenza la tecnologia cloud di quella che fu Google Stadia.

Articoli correlati

Marina Flocco

Marina Flocco

Fruitrice seriale di videogiochi, anime, manga, tutto ciò che è traducibile dal giapponese.

Condividi