Il cibo può diventare una fonte di divertimento? Grazie al digitale la risposta non solo è positiva, ma assume anche dei connotati differenti, facendo incontrare il mondo del food con l’universo del gaming. Ecco perché oggi approfondiremo alcune informazioni relative a questa evoluzione del food, per capire come è cambiato il cibo nel mondo del gaming, facendo anche riferimento ad alcuni dei videogiochi a tema più interessanti.
Il settore del food entra al centro dell’evoluzione digitale
Il digitale ha senza ombra di dubbio inciso sul settore del food, modificandolo, a partire dagli intenti e dalle abitudini di consumo dei cittadini. Per fare un primo esempio, oggi gli appassionati aprono portali come YouTube per cucinare seguendo le ricette passo passo, affidandosi quindi al digital invece che alla carta stampata.
Inoltre, fra i principali cambiamenti in chiave digitale, non potremmo non citare il servizio relativo alla spesa online offerto da alcuni supermercati, come Bennet ad esempio, che permette ai clienti di ottenere notevoli vantaggi sia in termini di tempo che in fatto di risparmio economico. Si tratta di un’evoluzione che ha avuto un grandissimo impatto, e che ha generato un vero e proprio boom nel settore dell’e-grocery. Seguendo la lista dei principali cambiamenti apportati al settore alimentare grazie al contributo del digitale, poi, è bene sottolineare l’ormai consolidato rapporto esistente tra cibo e videogiochi. Basti pensare ad alcuni esempi di giochi di ruolo dove il personaggio deve alimentarsi per poter restare in forze, ad esempio, o ai videogame che si basano interamente sul cibo, come i simulatori di cucina. Nel prossimo paragrafo, cercheremo di approfondire questo interessante binomio.
Come è cambiato il cibo nel gaming nel corso degli anni
Il cibo nei videogiochi ha sempre assunto un ruolo centrale. Basti citare un esempio come Super Mario, dove i funghi consentivano al noto idraulico italiano di recuperare vite, energie e di acquisire persino nuovi poteri. Impossibile poi non parlare di Pacman, e della sua “ossessione” nei confronti di cibi come le ciliegie, le fragole, le pesche, le mele e via discorrendo. Nei picchiaduro a scorrimento verticale degli anni ’90, invece, era frequente ottenere dei panini sconfiggendo i nemici, per rifocillarsi e per recuperare i danni inflitti dagli avversari durante i combattimenti. Per citare un esempio che ha fatto la storia, si può fare riferimento a Final Fight, dove oltre agli hamburger era fondamentale dissetarsi con le bibite.
Per quel che riguarda i simulatori, poi, sono molteplici i casi da poter prendere in considerazione. Esistono videogiochi che permettono agli utenti di vestire i panni di uno chef, ad esempio, o di una casalinga appassionata di dolci. Sono i giochi di ruolo, però, a rappresentare al meglio l’evoluzione definitiva del cibo digitale: in alcuni è possibile realizzare delle elaborate ricette con poteri curativi sempre più avanzati, elemento che spinge ogni singolo player a dedicare molto tempo a questi minigame.