La battaglia contro la pirateria in Giappone continua, e la nuova mossa delle case editrici Shueisha, Kadokawa, Kodansha e Shogakukan contro questa piaga è denunciare l’azienda americana Cloudflare, accusata dalle quattro di hostare server che supportano siti pirata di manga.
Cloudflare faciliterebbe infatti l’accesso ai siti grazie alla sua politica di chiedere giusto un indirizzo e-mail per poter accedere a siti pirata nascondendo la propria identità (oltre che gestire il traffico di rete), e avrebbe anche aiutato questi siti a ricevere delle entrate pubblicitarie per rimanere operativi.
Il rappresentante della Kodansha Tomoyuki Inui ha infatti dichiarato ad AFP che uno dei siti supportato dall’azienda americana avrebbe nel suo catalogo le scan di più di 4000 manga, oltre ad aver registrato 300 milioni di visite mensili, e che “tutti i profitti di questi siti pirata vanno poi ai loro operatori illegali, e niente va invece alle librerie, alle case editrici e agli autori che hanno dedicato le loro vite a creare queste opere…Dobbiamo fermare la pirateria per proteggere la cultura giapponese dei manga“.
Questa denuncia verrà presentata alla Corte Distrettuale di Tokyo durante la settimana. Le quattro case editrici chiedono all’azienda di sicurezza web e di distribuzione di DNS un risarcimento danni pari a 460 milioni di yen (circa 3.5 milioni di euro).
Le quattro case editrici si erano già scagliate contro Cloudflare nel 2019, anche se all’epoca tutto era finito pacificamente con la promessa dell’azienda americana di chiudere tutti i siti pirati hostati dai loro server.
La battaglia tra le case editrici e la pirateria va avanti da anni, ma negli ultimi anni la seconda ha avuto un aumento spaventoso. Dal febbraio all’ottobre 2021, ad esempio, si sono registrate perdite causate dalla pirateria che vanno dai 210 ai 780 miliardi di yen. Secondo l’ABJ la crescita del fenomeno era totalmente incontrollabile.
Il mese scorso in Giappone è stata creata un’organizzazione mondiale conto la pirateria, guidata dalla Japan’s Content Overseas Distribution Association (CODA). Tra i membri di quest’organizzazione ci sono anche le case editrici sopra menzionate, Netflix, la Motion Picture Association (MPAA) e la China Copyright Society e la Rights Protection Agency, oltre ad altri provenienti da tutto il mondo.