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Uncharted – L’eredità dei ladri, la recensione: ‘Sic Parvis Magna’ anche nel 2022

A poco più di un lustro dalla sua uscita originaria su PS4, Uncharted 4 – Fine di un Ladro è pronto a sbarcare su Next-Gen. L’epilogo dell’epopea action di Naughty Dog, infatti, è parte del bundle dal titolo L’Eredità dei Ladri, in coppia con l’apprezzatissimo spin-off L’Eredità Perduta, avventura standalone con protagonista la scaltra Chloe Frazer.

L’operazione suggella un grande momento di rilancio per la proprietà intellettuale di Uncharted, con la suddetta raccolta a fare da apripista alla pubblicazione della prima trasposizione cinematografica del franchise, in arrivo il 18 febbraio in tutte le sale italiane.

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Abbiamo avuto il piacere di provare le riedizioni a fondo ed in anteprima, vestendo nuovamente i panni sudici di fanghiglia e rovine del buon Nate Drake e della sua vecchia deuterantagonista, rendendoci pronti a darvi il nostro parere su questa seconda “prima” volta in compagnia di set pieces spettacolari, bocche da fuoco letali ed introspezioni emotive.

Trattandosi di Remastered che – è importante metterlo nero su bianco sin dal principio – non offrono alcuna aggiunta contenutistica rispetto a quanto visto nelle uscite originali, ci concentreremo sul lato tecnico e relegheremo gli altri comparti ad una semplice prefazione di caratteristiche comuni e divergenti delle due produzioni. Cominciamo!

Uncharted of Us

Anni dopo la sua ultima avventura, il cacciatore di tesori in pensione Nathan Drake è costretto bruscamente a rientrare nel giro. Il destino bussa alla sua porta quando suo fratello Sam – creduto morto anni addietro – chiederà manforte per portare alla luce il tesoro del “Re dei Pirati”, il leggendario Henry Avery.

Per recuperare un antico manufatto, la Zanna d’oro di Ganesh, ed impedire che un signore della guerra senza scrupoli se ne impossessi, Chloe Frazer recluta la mercenaria Nadine Ross per un’avventura nei Ghati occidentali, in India. Nel corso dell’impresa, Chloe dovrà affrontare il suo passato e decidere cosa sacrificare per forgiare il proprio destino.

Il comparto narrativo di entrambe le produzioni cerca di strizzare l’occhio da un lato alle precedenti iterazioni di Uncharted, con situazioni comiche e scanzonate spesso affidate al solo carisma piacione dei protagonisti; e dall’altro – non a caso Neil Druckmann è co-director del quarto capitolo – ad un tono narrativo più grave e serioso, mutuato dalla serie e dai temi di The Last of Us.

Sia Drake che Frazer sono sostanzialmente protagonisti alla ricerca di loro stessi. L’uno per costruirsi un futuro, lasciandosi i trascorsi alle spalle con un’ultima avventura che chiuda il cerchio; e l’altra con la necessità diametralmente opposta di comprendere un passato frammentario che getta scorie sulla serenità del proprio presente.

La commistione tra elementi leggeri e formativi funziona, pur prestando il fianco a qualche lungaggine di troppo nelle cutscene, che non sempre giova al ritmo generale delle due produzioni. Comprensibile, in ogni caso, questo approccio in titoli che, idealmente e fattivamente, segnano l’ultima pagina di una serie apertasi con ben altri propositi e pretese, nel lontano 2007.

Cosa cambia dal Madagascar all’India

Se dal punto di vista narrativo le produzioni sono dunque molto vicine per struttura e tematiche, anche nel comparto ludico la situazione non è più di tanto dissimile: entrambe sono, nelle fasi in cui c’è da menare le mani, Sparatutto in Terza Persona con ampio utilizzo delle coperture. Alternativamente, è possibile scegliere la via della furtività sfruttando la non marcatissima componente stealth, coadiuvata dall’introduzione del rampino – utile anche in fase esplorativa.

Il tutto non è condito da chissà quanti tecnicismi, ma gli affezionati della serie che dovessero approcciarsi per la prima volta a Fine di un Ladro e L’Eredità Perduta noteranno quanto l’IA, soprattutto nelle fasi a viso aperto, sia notevolmente migliore rispetto al passato.I nemici cercano di aggirare il protagonista di turno con tattiche credibili e parecchio aggressive, anche in modalità facile e normale, diventando una sfida non da poco alla difficoltà più elevata possibile.

Il punto di divergenza maggiore tra i due è invece ravvisabile negli ambiti di Game e Level Design. Partiamo da una premessa: Uncharted ha sempre incarnato lo spirito più profondo delle avventure single-player degli anni 2000. Prodotti smaccatamente lineari che traggono i propri punti di forza dalla linearità stessa.

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Ecco, dunque, un comparto tecnico sopraffino abbinato ad una regia da blockbuster hollywoodiano e sequenze scriptate memorabili ed adrenaliniche. Uncharted 4 rimescola le carte in tavola, nella ricerca evolutiva del proprio stilema, proponendo mappe semiaperte che diano l’illusione al giocatore di avere maggiore libertà esplorativa di quanta non ne abbia in realtà.

Se questo è vero anche per l’avventura nei panni di Chloe, ne L’Eredità Perduta si sperimenta la prima bozza del discorso approfondito in futuro con The Last of Us Parte II: una sorta di esibizione progressiva di level design, il quale muta di continuo nonostante la longevità non certo eccessiva della proposta.

Si passa dal campo largo al set piece spettacolare, dal piccolo dungeon all’open world, passando per il platforming al cardiopalma o le concitate sparatorie; e lo fa in maniera più coesa e convincente dello stesso gioco di cui avrebbe dovuto essere, in principio, una semplice costola.

Sic Parvis Magna

Il cuore pulsante dell’offerta di Uncharted – L’Eredità dei Ladri è indubbiamente rappresentato dal comparto tecnico, al punto da cambiare radicalmente l’esperienza di gioco rispetto al passato. Si tratta di qualcosa di complicato da descrivere a parole, ma ci proveremo al meglio delle nostre possibilità.

A ben pensarci, non è un concetto neanche troppo astruso: Uncharted, come serie, ha sempre puntato su immersione e coinvolgimento del giocatore, quasi a rappresentare, più che un grande esponente del proprio genere di appartenenza, un’esperienza a tutto tondo all’interno di un film d’azione interattivo.

Partendo da questa base, è chiaro come i punti di forza della serie si sposino alla perfezione con le caratteristiche del nuovo hardware di PS5. Innanzitutto, la riedizione viene proposta in tre modalità di fruizione differenti:

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Fedeltà – in risoluzione 4K nativa ed un frame rate che punta al massimo ai 30FPS – Prestazioni – in risoluzione 4K dinamica ( 1440p di base) ed un frame rate stabile, intorno ai 60FPS – ed infine, Prestazioni+ – in risoluzione 1080p (supersampled da 1440p / Anti-Aliasing migliorato) ed un frame rate che punta ai 120FPS.

Tra queste, la soluzione che caldamente consigliamo è la mezzana. Fedeltà, allo stato attuale e nonostante la risoluzione notevole non vale la candela, proponendo un frame rate che si assesta sui 30FPS e soffre di cali abbastanza vistosi. D’altro canto, anche l’occhio vuole la sua parte ed è chiaro che i 120 FPS siano più un vezzo che una necessità su titoli in singolo, specie se il compromesso si chiama risoluzione a 1080p.

Da segnalare anche un sistema d’illuminazione rivisto ed ottimizzato, pur senza il chiacchierato supporto al Ray Tracing. Brilla anche il comparto sonoro: complici del successo il mai troppo elogiato Tempest Engine, l’audio posizionale 3D e l’ottimo intervallo dinamico del software, eccezionale nell’esaltare lo stacco tra rumori forti e parlato nei dialoghi.

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Ancora, meritano menzione tutte le feature del DualSense, in grande spolvero nel far percepire tramite il feedback aptico schizzi di pioggia, terreni accidentati, fanghiglia, esplosioni nelle vicinanze e tutte le altre situazioni in cui i titoli pongono i propri protagonisti al giocatore.

Ben caratterizzato anche l’uso dei grilletti adattivi, con resistenze molto differenti tra l’uso di una bocca da fuoco e l’altra, come pure è tangibile il divario tra l’utilizzo di queste ultime ed un mezzo di trasporto, o tra il viaggiare su di un veicolo acquatico o terrestre. 

Possono sembrare sottigliezze dall’esterno, ma vi assicuriamo che cuffie alle orecchie e pad alla mano fanno tutta la differenza del mondo. “Sic Parvis Magna“, adattando al contesto il celebre motto di Sir Francis Drake, in grado come sono le ‘piccole’ migliorie predette di fornire un plus non da poco all’esperienza di base, così com’era concepita al lancio dei titoli.

In Conclusione…

Uncharted – L’Eredità dei Ladri è senza dubbio il modo migliore di fruire degli ultimi due capitoli della saga action di Naughty Dog. Siamo consapevoli di quanto le controparti old-gen abbiano resistito bene alla prova del tempo e siano ancora estremamente valide nel panorama videoludico moderno, ma le feature di PS5 rendono titoli già coinvolgenti da par loro una vera e propria esperienza immersiva a tutto tondo, e profondamente sensata questa riproposizione.

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La raccolta rimasterizzata contentente Uncharted 4 – Fine di un Ladro ed Uncharted – L’eredità Perduta sarà disponibile a partire dal 28 gennaio per PS5, mentre arriverà anche su PC nel corso del 2022.

Uncharted - L'Eredità dei Ladri

VOTO - 9

9

/10

Uncharted - L'Eredità dei Ladri è la raccolta definitiva contenente gli ultimi due capitoli della pluripremiata saga di Naughty Dog: il quarto capitolo, 'Fine di un Ladro' e lo spin-off 'L'eredità Perduta'.

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Angelo Basilicata

Angelo Basilicata

Gamer dall'età di 12 anni, cultore (o meglio "cultista") di Hidetaka Miyazaki dal 2009. vive la passione per i Vg da completista ed è un ragazzo semplice: mangia, gioca, ama

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