Il mining di bitcoin è un’attività ormai sempre più diffusa, visto il grande successo della criptovaluta nell’ultimo periodo, nonostante nelle ultime ore vi sia stato un forte calo. Il grande problema dell’estrazione di bitcoin è però legato alle grandi quantità di energia necessaria per sostenere il calcolo, che in alcuni casi crea un forte inquinamento e dei rincari al costo dell’elettricità, come avvenuto ad esempio in paesi come il Kazakistan, uno dei più grandi centri di mining al mondo.
Per fortuna quanto fatto a Borgo D’Anuania, paesino di 2.500 abitanti della Val di Non, in Provincia di Trento ciò non avverrà. Infatti il comune permetterà l’attività di mining tramite una centrale idroelettrica, costruita nel 1925 e nazionalizzata dall’Enel nel 1972, prima di essere dismessa e acquistata dal comune di Fondo nel 1986, per poi riattivarla completamente nel 2007.
La centrale fornirà ai nuovi 20 computer forniti dall’azienda Idm di Trento, l’energia necessaria e soprattutto pulita per permettere l’attività di mining, che produrrà un guadagno di 600€ al mese in bitcoin, tramite una potenza di calcolo di 100 terahash. La conversione è stata resa possibile grazie al lavoro del sindaco del Borgo, Daniele Graziadei. Lo scorso 31 dicembre il consiglio comunale ha quindi approvato la proposta, che ha avuto un costo di 132.000€ per i computer, più altri 70.000€ necessari per la sistemazione della centrale.
Secondo il Sole 24 Ore l’attività di noleggio del centro di mining costerà 2,78€ al giorno, mentre la potenza di calcolo degli apparecchi verrà rivenduta a 0,10 centesimi per terahash al secondo.
Bitcoin e mining: un’attività sempre più diffusa
Nonostante il guadagno prodotto dai bitcoin, la grande quantità di energia prodotta e l’impatto ambientale non indifferente ha spesso frenato progetti di questo tipo, compresi quelli di un imprenditore come Elon Musk. Le stime indicano infatti, che il mining assorbe oltre 130 miliardi di kilowattora l’anno, quasi la metà dell’energia elettrica consumata attualmente in Italia, pari a 320 miliardi.
Proprio per questo in luoghi come il Trentino Alto Adige vengono spesso riconvertiti impianti idroelettrici per avere energia pulita da dedicare all’estrazione. Proprio in quelle zone opera infatti Alps Blockchain, start up che ha convertito 18 impianti ed è al lavoro per farlo con altri. Questi impianti vengono aperti anche in località piuttosto bizzarre, come ad esempio la creazione di una città-miniera sulle pendici in vulcano ad El Salvador.
Fonte: Il Sole 24 Ore