L’inizio di questo nuovo anno 2022 è stato accompagnato dal Covid che con la nuova variante Omicron ci ha fatto i suoi più infami auguri di buon anno. Ciò ha costretto il Governo a varare un nuovo DPCM alla fine del 2021.
Le nuove disposizioni prevedono infatti l’obbligo di mascherine all’aperto anche in zona bianca e viene introdotto l’obbligo di FFP2 in cinema, teatri e per eventi sportivi, nonché sui mezzi di trasporto, anche per il Trasporto Pubblico Locale (TPL). Inoltre, vietato il consumo di cibi e bevande, al chiuso, in cinema, teatri e per eventi sportivi, per consentire un corretto e sicuro utilizzo del DPI.
In questa nuova frontiera di obblighi e restrizioni, c’è chi sta studiando delle soluzioni funzionali per il corretto utilizzo del DPI quale è la mascherina FFP2. E’ il caso dei ricercatori della Northwestern University che hanno voluto dare un tocco di tecnologia alle mascherine in considerazione del fatto che con i dispositivi di protezione individuale, fondamentali nella lotta alla Covid, dovremo convivere ancora a lungo.
Il sistema di FaceBit
FaceBit in sostanza è un insieme di sensori miniaturizzati il cui sistema può essere applicato a qualsiasi tipologia di mascherina, FFP2 o KN95 (a seconda delle certificazioni: rispettivamente europee e cinesi).
FaceBit vuole rendere pratico, sostenibile e confortevole il tracciamento dei parametri sanitari attraverso il viso, utile ai lavoratori in prima linea contro il Covid-19. Sono davvero entusiasta di consegnarlo alla comunità di ricerca e curioso di vedere cosa possono farci.
Josiah Hester – Northwestern University.
La ricerca condotta ha anche permesso di ovviare a quello che è il principale problema di un sistema così piccolo: l’autonomia. La soluzione degli ingegneri della Northwestern è stata quella di optare per una piccola batteria che grazie all’efficienza della piattaforma garantisce fino a 11 giorni di autonomia a pieno regime, che può arrivare sino a 14 giorni (due settimane) grazie ad una serie di intriganti soluzioni per immagazzinare energia.
Il dispositivo può ottenere energia dal sole, dal respiro di chi la indossa, dai movimenti, e si sta lavorando per far sì che in futuro tutte queste fonti gratuite possano coprire interamente le richieste energetiche del dispositivo, così da abbandonare le batterie.
FaceBit è anche in grado di monitorare la frequenza respiratoria, quella cardiaca e tenere traccia del tempo effettivo trascorso con la stessa mascherina indossata, in modo da avvisare l’utente che la sta indossando, quando è il momento di sostituirla. Il tutto avviene tramite la sincronizzazione dello smartphone grazie al Bluetooth dov’è installata l’app, un vero e proprio centro di controllo per il monitoraggio in tempo reale dei parametri essenziali.
FaceBit invia una notifica push nel momento in cui rileva un’anomalia nel ritmo cardiaco o un interstizio tra la mascherina ed il viso.
Essenziale come fattore per chi indossa per tante ore la mascherina, vedi i sanitari, coloro i quali che lavorando interi turni a contatto con pazienti infetti hanno necessariamente bisogno che la mascherina rimanga aderente per tutta la durata del proprio servizio sanitario.
Un aiuto non indifferente a chi indossa la mascherina per lunghi periodi, che perdendo sensibilità della stessa, quasi non si sente più in viso e dunque può anche incappare in una zona del volto nella quale la mascherina ha subito un distacco per un qualsiasi motivo (dall’allentamento al sudore o per i movimenti del volto). Un problema per coloro che lavorano in ambienti ad alto rischio di contagio che trova quindi una soluzione pratica ed ingegnosa.