Diversi anni fa, quando ero ancora in terza liceo e avevo poca voglia di prepararmi all’interrogazione di spagnolo, trovai su Twitter uno sketch di una serie tv di cui non avevo mai sentito parlare prima. Curioso, cercai gli episodi e così in un solo pomeriggio nacque il mio amore per Community.
Ecco, se vogliamo dirla tutta io credo che il mancato arrivo di Community al grande pubblico sia una delle più grandi ingiustizie di questo secolo. E se il secolo è iniziato solo da vent’anni immaginate quanto sia convinto di tale affermazione.
Creato dalla mente di Dan Harmon, oggi conosciuto soprattutto per Rick & Morty, Community si presenta con una semplice premessa. La comedy si incentra sulle avventure di un gruppo universitario del Greendale Community College, in Colorado.
I personaggi, diversi fra loro per età, religione, orientamento politico, creano una chimica che è diventata il carburante dell’intera serie.
Community: umorismo e personaggi
Quello che rende Community diversa da altre sitcom come Friends e How I Met Your Mother è il suo umorismo, che si presenta più ingegnoso ma non meno accessibile, che a volte cade nel black humor ma non nel cinico. Potremmo dire che in quanto a toni sia uno show più vicino a The Office, ma credo che paragonare Community ad altre serie tv non gli renda giustizia.
Questo perché sono davvero pochi gli show che hanno sorvolato i cieli del meta humor. I personaggi di Community in diverse occasioni parlano delle proprie avventure come se fossero coscienti di essere in una serie tv, il che si rivela uno strumento utile per rendere la narrazione più movimentata.
Tutti i personaggi presenti nel Greendale Community College aiutano poi a non rendere un determinato umorismo ripetitivo, in quanto anche le presenze secondarie sono ben studiate in modo da creare situazioni ed episodi più che godibili. I personaggi secondari hanno il potenziale di mandare avanti un intero episodio senza l’aiuto di un componente del gruppo principale.
Possiamo parlare del rettore Craig e della sua inquietante passione per i Dalmata, o di Chang che parte come professore di spagnolo, per poi cambiare ruolo più volte. Ma su questa chicca mi fermo qui per non rovinare la sorpresa.
Perché gli episodi di Community funzionano così bene?
A questa domanda risponderei con due parole: scrittura intelligente. Gli episodi di Community sono ben strutturati, divertenti e soprattutto memorabili. È difficile trovare in altre serie tv episodi così fantasiosi, che si presentano proprio come dei veri e propri giochi di sceneggiatura.
Mi viene in mente l’episodio della penna scomparsa, girata interamente nell’aula studio del college. Tutti i personaggi sono bloccati nella stanza fino a quando non si ritroverà la penna persa da Annie.
Un altro episodio si sviluppa su sei possibili realtà di come si sarebbe svolta una serata in compagnia.
Non dimentichiamo quello scritto utilizzando una partita di Dungeon & Dragons, al centro delle polemiche due anni fa per una censura riguardo la blackface.
Tutte queste perle sono sparse qua e là per le stagioni, creando un equilibrio in quanto a qualità.
Infine, Community è una miniera d’oro per gli appassionati di cinema. Ricca di riferimenti, parodie e citazioni a serie tv e film, diventa quasi divertente cercare di scovarli tutti. Non mancano anche icone del cinema che appaiono come guest star di tanto in tanto.
I fan sperano in un film che possa concludere le vicende del Greendale Community College e l’ideatore Dan Harmon sembra ben disposto a rendere realtà la volontà del personaggio di Abed, che prevedeva sei stagioni e un film.
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L’intera serie è disponibile su Netflix.
E voi? Avete visto Community? Fatecelo sapere con un commento!