“Non ruberesti mai una borsa, Non ruberesti mai una televisione, Non ruberesti mai un film, Scaricare da internet film pirati è come rubare, Rubare è contro la legge, La pirateria è un reato”.
In quanti si ricordano di questo mitico spot? E se vi dicessimo che il Giappone, in qualche modo, lo ha fatto suo? Ebbene sì, da aprile di quest’anno il Giappone, ovvero la stessa patria che probabilmente incoronerà Luffy come Re dei pirati, sarà parte integrante di una coalizione globale contro la pirateria. Sarà infatti la Japan’s Content Overseas Distribution Association (CODA) a dirigere questa manovra antipirateria che vanta già trentadue membri di 10 nazioni e che ha nelle sue file i più influenti editori giapponesi, tra cui Kodansha, e portali streaming come Netflix, la Motion Picture Association (MPAA) e la China Copyright Society e la Rights Protection Agency. Per citarne solo alcuni.
Il progetto prevede la collaborazione di organizzazioni provenienti dal sud-est asiatico, tra cui la Corea del Sud e il Vietnam.
Obbiettivo principale dell’organizzazione contro la pirateria sarà quello di localizzare i pirati dello streaming, aiutando i governi locali nelle personali indagini antipirateria. I dati riguardanti i siti pirata riportano il loro massiccio basarsi su server offshore, queste piattaforme complicano l’individuazione delle piattaforme di streaming illegali ed è qui che interverrà la CODA. Con il preciso intento di fermare la pirateria online, i membri della nuova organizzazione nipponica raccoglieranno i dati riguardanti il traffico dei siti Web che ospitano contenuti non autorizzati, rendendoli fruibili dalle organizzazioni locali antipirateria. La CODA ha anche lo scopo d’incoraggiare e sostenere i governi impegnati contro la pirateria streaming, aiutandoli a far proseguire le indagini quando scorrono a rilento.
Stando ad un comunicato della Nikkei Asia, il business della pirateria online è costata al settore circa 800 miliardi di yen, una cifra esorbitante che si traduce in circa 6,95 miliardi di dollari. Questo solamente nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2021! Una cifra da capogiro che, da sola, supera l’intero fatturato della pirateria streaming, stimato sui 600 miliardi di yen all’anno. Ulteriori dati e statistiche registrano un sostanzioso danno economico anche per quanto riguarda la distribuzione negli Stati Uniti.
A fornire ulteriori dati riguardanti i danni economici causati dalle piattaforme pirata è la ABJ, un’organizzazione che ha la sua sede a Tokyio specializzata, per l’appunto, nell’individuazione di contenuti piratati. Secondo quanto raccolto, soltanto le prime dieci piattaforme pirata più frequentate in Giappone hanno avuto circa 200 milioni di visite interne, ovvero nei confini nazionali, solo nel dicembre 2020. Le cifre perse si aggirano attorno ai 41,4 miliardi di yen, ovvero 394 milioni di dollari!
I danni della pirateria in Giappone
Dati alla mano è innegabile che la situazione riguardante la pirateria in Giappone sia, ormai, fuori controllo. Tanto che il governo giapponese si è visto costretto a applicare, nel 2020, leggi contro la pirateria ancora più severe. Le manovre applicate hanno già portato i loro frutti e alcuni tra i più importanti siti illegali sono stati chiusi. Citiamo, per amor di cronaca, KissAnime e KissManga, i quali non solo si dedicavano alla riproduzione pirata, ma offrivano anche traduzioni in inglese. Un piccolo esempio per farci rendere conto di quanto il fenomeno fosse strutturato e andasse oltre i confini nazionali.
La Japan’s Content Overseas Distribution Association nasce nel luglio 2013. La sua ideazione si deve cercare nell’unione di società private sollecitate da enti nazionali quali il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria del Giappone. L’obbiettivo primario è quello di contrastare la pirateria riguardante l’industria di manga e anime sia a livello interno che internazionale. Il team operativo è formato da nomi davvero importanti del settore, tra cui Aniplex, Kadokawa, Good Smile Inc , Kodansha , Sunrise, SHUEISHA Inc, Shin-ei Animation, Studio Ghibli, Sony Music Entertainment, Tezuka Productions, Toei Animation, TMS ENTERTAINMENT, Bandai Namco e Production IG.
Si tratta indubbiamente di un argomento controverso e spinoso, ma, come al solito l’ultima parola spetta a voi! Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!
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