Quello che doveva essere un semplice contest realizzato per rendere più partecipi i fan si è trasformato in un clamoroso autogol per l’account Instagram francese di Amazon Prime Video. Pubblicato il 29 dicembre, il post che aveva come soggetto di sfondo Queen Maeve, uno di personaggi della serie televisiva The Boys, una delle produzioni esclusive più apprezzate del catalogo Amazon.
In questo post vi era indicato che il commento più apprezzato tra quelli scritti dagli utenti sarebbe diventato la biografia del profilo Instagram stesso. Un iniziativa abbastanza innocua, almeno sulla carta, ma che ha invece scatenato l’ironia del pubblico. Infatti il commento più popolare è diventato immediatamente “Promettiamo che pagheremo le tasse in Francia”, che ha ricevuto una marea di like e condivisioni, venendo ripetuto da centinaia di utenti.
Come si dice in questi casi la toppa è stata anche peggiore del buco, in quanto i gestori del profilo per correre ai ripari hanno selezionato come commento vincente “Daddy’s Home”, titolo di un film del 2015 con protagonisti Mark Wahlberg e Will Ferrell, ignorando o eliminando i commenti contro il colosso americano. Gli utenti non si sono però arresi e continuano ancora adesso a tempestare il post con lo stesso commento.
La testata online transalpina France Inter lo ha definito come tipico esempio di “effetto Streisand”, fenomeno che si crea quando “si cerca di nascondere un messaggio rendendolo però ancora più visibile”. Un effetto boomerang che verrà sicuramente ricordato a lungo come esempio di cattiva comunicazione.
Lo scorso novembre Amazon aveva annunciato di aver pagato più di 600 milioni di euro in tasse, a fronte però di un fatturato di oltre 7 miliardi, non pagando però nessuna tassa societaria, cosa che come rivelato dal Guardian non fa in nessuno stato europeo, nonostante un fatturato di 44 miliardi di euro in tutto il vecchio continente. Situazione che agli utenti francese non è sicuramente fuggita.
Amazon e la Francia: un rapporto difficile
Non è la prima volta che il colosso fondato da Jeff Bezos incontra delle difficoltà in Francia. Durante la prima fase della pandemia, una sentenza di un tribunale francese aveva multato e chiuso i magazzini Amazon a causa delle condizioni dei lavoratori, giudicate poco sicure in tempi di pandemia. Lo scorso anno l’agenzia francese per la protezione dei dati, il CNIL, ha multato l’azienda per utilizzo illecito di cookie di tracciamento. Dallo scorso autunno inoltre il governo francese aveva imposto un prezzo di spedizione minimo su tutti i libri venduti tramite e-commerce, per aiutare le librerie in difficoltà.
Commodoriani, diteci nei commenti cosa ne pensate di questa vicenda.