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Netflix trasmetterà i canali di stato in Russia

Iniziamo l’anno con le novità dall’alta Europa. A quanto pare, il governo russo ha ordinato, già a partire dagli ultimi giorni del 2020, a Netflix di trasmettere i canali di stato sulla propria piattaforma. Una richiesta abbastanza inusuale per il colosso dello streaming.

Da marzo Netflix avrà l’obbligo di aggiungere una sezione “servizi audiovisivi” in Russia oppure verrà multata (e visti gli ultimi mesi, le multe russe sono salate). Per poter continuare ad essere online, infatti, la piattaforma è stata inserita nel registro di Roskomnadzor, dove tutte i siti inseriti all’interno sono tenuti a fornire i 20 principali canali televisivi federali russi.

La Russia obbliga Netflix a trasmettere 20 canali di stato

Netflix è stata lanciata nel lontano 1997 in America e ha conquistato negli anni una notevole fetta di pubblico. Sono ormai mesi che ha superato la soglia di 210 milioni di abbonati attivi nel mondo ed è presente in moltissime nazioni, trasmettendo un nuovo modo di fare televisione.

Netflix canali di stato russia 2022

A partire da martedì, però, Netflix sarà aggiunta tra le piattaforme del registro di Roskomnadzor, creato a fine 2020, dove il sito di sorveglianza dei media statali russi richiede l’obbligo di trasmettere i 20 canali statali per legge. Il sito americano avrà tempo fino a marzo 2022 per adeguarsi alla legge aggiungendo Canale Uno e molti altri programmi allo streaming.

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Oltre al canale di punta russo, dovranno essere presenti tutte le trasmissioni di proprietà di NTV incentrate soprattutto sull’intrattenimento e del canale interno della Chiesa ortodossa russa Spas (che significa “salvato”). Ovviamente, la legge prevede anche l’inclusione di trasmissioni che vietano la promozione di estremismi vari, cosa che è stata usata negli anni per bloccare i sostenitori all’opposizione anti Cremlino.

Netflix canali di stato russia 2022

Netflix non è l’unica attaccata dal governo russo

Ovviamente il colosso dello streaming non è stato l’unico ad essere attaccato negli ultimi mesi dal governo russo. Nel mirino del Cremlino ci sono moltissime altre aziende come Apple e Google che sono state costrette, per esempio, a rimuovere i contenuti relativi all’incarcerato Alexei Navalny e ai suoi associati prima delle elezioni parlamentari russe di settembre. Le aziende americane sono state minacciate con la persecuzione dei dipendenti locali.

Inoltre, solo la scorsa settimana, la Russia ha multato Google e Meta per un totale di 125 milioni di dollari accusandoli di non aver ripetutamente eliminato i contenuti segnalati dal governo come illegali. Questo porterà anche altre nazioni a costringere le piattaforme streaming a trasmettere i canali di stato?

Fonte: 1.

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Valerio Monti

Valerio Monti

Fotografo, videomaker e consulente tecnico, ma visto che mi avanzava un po' di tempo anche studente di Ingegneria Informatica

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