A quanto pare, Intel e il Governo italiano stanno avendo in questi giorni diversi colloqui per costruire sul nostro suolo una fabbrica d’imballaggio di chip. Tutto questo dovrebbe essere possibile grazie a un sostanziale investimento di circa 8 miliardi di euro da parte dell’azienda americana che ha subito puntato la zona di Catania e Torino come papabili per il progetto.
Intel ha già iniziato le proprie ricerche sul suolo italiano già a partire dall’estate di quest’anno per poter costruire ben due fabbriche. L’investimento iniziale complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 miliardi di dollari per poi arrivare a 80 nel corso dei primi 10 anni di attività.
La fabbrica Intel completamente italiana
Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel, ha già avuto diversi colloqui con Mario Draghi, l’attuale Presidente del Consiglio italiano, e ha confermato che l’azienda investirà la bellezza di 8 miliardi di euro nel progetto, in parte provenienti da denaro pubblico altri da offerte sul costo del lavoro e dell’energia. Infatti, la fabbrica creerà circa mille posti di lavoro ma si deve decidere ancora se si userà la zona di Catania o quella di Mirafiori (Torino).
“Siamo incoraggiati dalle molte possibilità di sostenere l’agenda digitale dell’UE e le ambizioni dei semiconduttori 2030. Sebbene le trattive siano ancora in corso e confidenziali, abbiamo intenzione di fare un annuncio il prima possibile”
La fabbrica italiana di Intel sarebbe un impianto di imballaggio avanzato per chip, cioè la produzione del packaging per il processore vero e proprio. Le tecnologie utilizzate dovrebbero essere estremamente all’avanguardia e consentirebbe alla società di risparmiare tempo sulla produzione di massa. Questo investimento dovrebbe aiutare tutti nella lotta contro la crisi dei chip, iniziata tempo fa e che ha colpito schede video, CPU e molti altri componenti elettronici.
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Secondo due fonti intervistate da Reuters, storica agenzia di stampa britannica, Intel investirà tutti gli 80 miliardi di dollari nel suolo europeo e quindi, il 10% dell’investimento andrà tutto quanto nel nostro paese. Oltre al Bel Paese ci sono in lista anche molte altre nazioni, tra cui la Germania, attualmente la più grande economia dell’UE, e la Francia. In queste ultime si sta studiando la possibilità di installare impianti di megafab.