Ogni dicembre, Yahoo Finance, la sezione di Yahoo! dedicata alle notizie finanziarie, dati e commenti su quotazioni in borsa e comunicati stampa, seleziona le migliori (e le peggiori) aziende dell’anno in base ai suoi risultati. Quest’anno, il premio come peggior azienda va a Meta, la società proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp.
Mentre Microsoft mostra la corona come miglior società al mondo sfondando il tetto di 2 trilioni di dollari di capitalizzazione e vedendo un aumento del 53% rispetto al 2020, Meta ha dimostrato di avere poco controllo sugli adolescenti ed è sotto accusa. Per farvi capire quanto la situazione sia “grave”, Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce proprietario di Aliexpress, è seconda in questa classifica.
Facebook: poco interesse verso gli adolescenti
Il risultato di Yahoo Finance è stato pubblicato nella notte tra il 4 e il 5 dicembre e mette in luce quanto il cambio di nome da Facebook a Meta non abbia portato novità sotto il punto di vista della privacy. L’azienda americana ha infatti ricevuto solo l’8% dei voti come miglior azienda andando direttamente in fondo alla classifica.
L’azienda del nostro Mark Zuckerberg è stata mirino di svariate polemiche durante l’anno, dall’Antitrust a una raffica di accuse per motivi di sicurezza. Probabilmente sono stati tutti questi giudizi negativi a “premiare” Meta soprattutto per i report interni di Instagram svelati dal Wall Street Journal che mettevano in luce quanto i giovani e gli adolescenti siano a rischio sulle piattaforme online.
Inoltre, ci sono state significative denunce di censura che ritengono quanto Meta “limiti la libertà di parola” soprattutto sui dati della pandemia di Covid-19. In contrasto in quanto appena detto, altri intervistati sostengono che Facebook e Meta consentono la diffusione di disinformazione. Per ora, nessun componente dello staff di Meta e Facebook hanno risposto a questo “premio”.
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Cosa deve fare Meta per riscattarsi?
Più del 30% degli intervistati hanno dichiarato che l’azienda di Zuckerberg può tranquillamente riscattarsi da questo posto in classifica. La prima soluzione può essere quella di scusarsi in pubblico e donando una “quantità considerevole” dei suoi profitti a qualche fondazione. Altri invece hanno dichiarato che il rebrand di qualche mese fa sia soltanto uno specchio per le allodole nascondendo il fatto di rimanere uguale a prima.
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