Amazon ha ricevuto oggi in Italia una sanzione di 1 miliardo e 128 milioni di euro dall’AGCOM (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) per “abuso di posizione dominante”.
Così si legge nel Comunicato Stampa dell’Antitrust
“Secondo l’Autorità, Amazon ha danneggiato gli operatori concorrenti nel servizio di logistica per e-commerce. Imposte al gruppo misure comportamentali che saranno sottoposte al vaglio di un monitoring trustee”.
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La sanzione di AGCOM ad Amazon
Come si legge nel Comunicato e nel testo del Provvedimento, secondo l’Antitrust il colosso dell’e-commerce avrebbe violato l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europe, che vieta “lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno”.
In sostanza, la multinazionale americana avrebbe legato diversi vantaggi al proprio servizio di logistica, come per esempio la nota etichetta “Prime”, che dà una visibilità enorme sulla piattaforma alle offerte gestite per l’appunto con la Logistica di Amazon (Fulfillment by Amazon, abbreviato come FBA).
Tale etichetta, come scrive ancora AGCOM, “consente di partecipare ai famosi eventi speciali gestiti” dal noto sito di e-commerce, come l’appena passato Black Friday o il Prime Day.
E così, il colosso americano avrebbe “impedito a venditori terzi di associare l’etichetta Prime alle offerte” non gestite con il servizio di logistica del sito:
“In tal modo Amazon ha danneggiato gli operatori concorrenti di logistica per e-commerce, impedendo loro di proporsi ai venditori online come fornitori di servizi di qualità paragonabile a quella della logistica di Amazon. Tali condotte hanno così accresciuto il divario tra il potere di Amazon e quello della concorrenza anche nell’attività di consegna degli ordini e-commerce”.
Non è la prima multa che in Italia arriva al colosso dell’e-commerce: già nel 2018, sempre l’AGCOM, aveva sanzionato il colosso fondato da Jeff Bezos per 300 mila euro; la motivazione era diversa però (allora la multa fu per “attività postali in carenza di autorizzazione amministrativa)”, e soprattutto, la cifra era di portata ben minore.
La risposta di Amazon
In queste ore è arrivata la risposta ufficiale dell’azienda americana:
“Siamo in profondo disaccordo con la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e presenteremo ricorso. La sanzione e gli obblighi imposti sono ingiustificati e sproporzionati. Più della metà di tutte le vendite annuali su Amazon in Italia sono generate da piccole e medie imprese, e il loro successo è al centro del nostro modello economico. Le piccole e medie imprese hanno molteplici canali per vendere i loro prodotti sia online che offline: Amazon è solo una di queste opzioni. Investiamo costantemente per sostenere la crescita delle 18.000 piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon e forniamo molteplici strumenti ai nostri partner di vendita, anche a quelli che gestiscono autonomamente le spedizioni”
L’azienda precisa che il proprio servizio di logistica (FBA) non è imposto ai rivenditori terzi, ma è completamente facoltativo. Inoltre, tale servizio non rappresenta un ostacolo alle piccole aziende, ma al contrario, le agevola nella loro crescita al di fuori del loro Paese: lo scorso anno, più di 200 piccole imprese italiane hanno superato 1 milione di euro di vendite e un totale di 600 milioni di euro di vendite all’estero.
Recentemente, la stessa AGCOM ha affermato che Amazon rappresenta soltanto una quota del 17% del totale delle vendite online nel nostro Paese, e quindi non si tratterebbe di una posizione “dominante” quella del noto sito dell’e-commerce.
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Fonte: Comunicato Stampa AGCOM