Lo shonen è un target con una storia enorme fatta di titoli diversissimi tra loro. Passiamo dalle riflessioni sulla vita e sull’uomo, a manga sportivi e di crescita fino ad arrivare a serie più semplici come i ben più conosciuti – e considerati più “classici” dalla stragrande maggioranza dei lettori – Naruto, One Piece e tanti altri.
È impossibile nominare un solo shonen per definire ciò che questa nomea rappresenta perché, in realtà, è un tipo di produzione che si è evoluta parecchio nel corso degli anni e che continua a cambiare di fronte ai nostri occhi. Oggi, quindi, non vi consiglieremo solo cinque shonen che dovete assolutamente leggere, ma che hanno cambiato e rivoluzionato la storia degli shonen al punto da risultare imprescindibili per ogni appassionato.
Se prima di proseguire nella letture voleste fare chiarezza sul significato di shonen e capire più nel dettaglio che cosa sono i manga shonen qui trovate un nostro articolo apposito.
Devilman
Impossibile non iniziare con questo titolo senza tempo. Devilman è uno dei manga più conosciuti, la cui esistenza ha influenzato non solo la storia di un target, ma l’intero modo di fare fumetti in Giappone. Quasi tutti i manga che oggi leggiamo sono, in qualche modo, figli di Devilman, non solo nel panorama shonen. Da Ken il Guerriero a Berserk, le influenze di Devilman e le citazioni al capolavoro di Go Nagai sono numerosissime.
Akira e Ryo, i due protagonisti (l’amicizia e la successiva opposizione tra i due, peraltro, è forse la prima e una delle più significative nella storia del fumetto giapponese), verranno coinvolti in una lotta contro niente meno che… Demoni e diavoli.
Questi non sono solo esseri fantastici, ma sono realmente esistiti sulla Terra e si sono estinti solo con le glaciazioni. Purtroppo, i demoni stanno per risvegliarsi e presto cercheranno di prendere il controllo del pianeta. Solo un diavolo dal cuore di uomo (un Devilman, appunto) potrà combattere ad armi pari contro di loro. Così inizia la lotta di Akira per proteggere l’umanità dai diavoli.
Devilman è un’opera imprescindibile per tutti gli appassionati di manga, invecchiata benissimo per avere da poco compiuto cinquant’anni, che sicuramente riuscirà a toccarvi nel profondo e a rimanervi impressa e che, di fatto, ha creato dei veri e propri modelli ripresi on solo negli shonen ma anche in altri tipi di opere: Ryo ed Akira rappresentano due archetipi narrativi che da Devilman in avanti continueranno a ripresentarsi prepotentemente al punto che ogni conflitto fra un personaggio positivo e negativo, entrambi protagonisti ed entrambi indissolubilmente legati, non può non avere al suo interno un piccolo seme piantato proprio da Go Nagai tramite l’opera. Assieme a questo, il crudele e terribile mondo rappresentato dall’autore in questo manga tornerà più volte in numerosi altri shonen (come ad esempio L’Attacco dei Giganti) che, ancora una volta, non hanno fatto altro che arricchire l’eredità lasciata da Devilman.
Rocky Joe
Rocky Joe è uno di quei manga per cui parlare della trama sarebbe superfluo, perché la trama stessa è solamente un pretesto con cui Asaki Takamori e Tetsuya Chiba lasciano ai lettori il loro messaggio, il più importante di tutti: un messaggio di speranza per il futuro da una parte, dall’altra invece un’aperta denuncia sociale nei confronti di un mondo che lascia indietro dei giovani, etichettandoli come senza speranza e rinunciando così ad aiutarli a costruirsi un futuro.
Joe è un ragazzo comune pieno di problemi, un po’ allo sbando, ma che col passare dei volumi acquisterà sempre più voglia di combattere – combattere non solo in maniera fisica, sul ring, ma soprattutto combattere per il futuro. Ashita no Joe, il titolo originale della serie, ossia “il Joe del domani” significa proprio questo: abbracciare tutte le difficoltà che la vita potrà presentarci perché un giorno quelle difficoltà ci porteranno da qualche parte e ci insegneranno una delle lezioni più importanti della nostra vita. La grandezza di Roky Joe, quindi, non è tanto il definire degli standard tematici o del luoghi comuni, ma la sua capacità di indagare nel profondo gli esseri umani e ciò che durante il loro cammino di vita possono ritrovarsi costretti a vivere.
Quest’opera non fa da capostipite solo agli spokon, e sarebbe riduttivo definire il manga di Asaki Takamori e Tetsuya Chiba solo uno spokon, bensì a tutte quelle opere che, ancora prima di raccontare una storia, si propongono di raccontare le persone e il loro vissuto.
Dragon Ball
Come non menzionare all’interno di una lista dei manga che hanno fatto la storia del genere shonen Dragon Ball?
Tutti conoscono Dragon Ball, non c’è nessuno che non abbia mai guardato l’anime su Italia 1 o letto il manga, anche senza sapere di cosa si trattasse, solo perché in edicola su qualche fumetto aveva riconosciuto il volto di Goku.
Se c’è un manga al quale moltissime persone associano il termine “shonen”, quello è sicuramente il piccolo capolavoro di Akira Toriyama. Molti degli shonen moderni più conosciuti si sono ispirati a Dragon Ball e ne hanno tratto alcuni elementi, arricchendoli e modificandoli, ma è innegabile che il maestro Toriyama abbia contribuito a dare un significato al target dello shonen e a creare numerosi topoi narrativi che ancora oggi sono una costante all’interno di questo tipo di opere: dall’arco narrativo del torneo, all’utilizzo di un protagonista semplice, inizialmente neanche troppo profondo che desidera solo migliorare ed inserire il suo sogno, fino ad arrivare alle pure e semplici mazzate tanto tipiche dei battle shonen e che nessuno è riuscito a rappresentare meglio di Akira Toriyama.
Si tratta sicuramente di un manga al quale tutte le opere che sono state pubblicate subito dopo su Shonen Jump devono moltissimo – molte sono anche riuscite a superarlo in qualità, ma il “primo amore” non si scorda mai.
L’Attacco dei Giganti
L’Attacco dei Giganti è il titolo più recente presente in questa lista, pubblicato fra il 2009 e il 2021 sulla rivista Bessatsu Shonen Magazine. Non lasciatevi ingannare dalla giovane “età” di quest’opera, però, perché nonostante sia piuttosto recente rispetto a tutte le altre presenti in questa lista L’Attacco dei Giganti è comunque riuscito ad influenzare la produzione shonen successiva e contemporanea e sicuramente continuerà a farlo per molti anni.
L’Attacco dei Giganti non è solo una storia geniale, piena di colpi di scena, di ottimi personaggi, è soprattutto un manga che a un certo punto capovolge tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da uno shonen, o perlomeno da molti di quelli più conosciuti e pubblicati su Weekly Shonen Jump.
Il protagonista non è il classico protagonista shonen che non perde mai la speranza e diventa piano piano più forte. Eren è un personaggio molto più complesso, con uno sviluppo straordinario che pochi si sarebbero potuti aspettare. Entra di diritto nei migliori protagonisti di un manga shonen mai creati.
Anche i temi trattati sono molto distanti da tanti altri manga contemporanei e precedenti. La realtà messa in scena da Isayama è crudele, cattiva e senza speranza. Non esiste la luce, e se esiste si tratta solamente di una fioca luce in lontananza destinata a sparire, facendo ripiombare i protagonisti nella disperazione più totale: per ricollegarci a Devilman, forse l’opera di Hajime Isayama è il manga che più di tutti ne ha portato avanti l’eredità, spingendo alle estreme conseguenze la crudeltà di cui è capace l’essere umano quando è posto di fronte alla paura e alla disperazione. A questo si aggiunge una narrazione fluida, ricca di colpi di scena premeditati da parte dell’autore e che pochi altri mangaka sono in grado di realizzare.
L’Attacco dei Giganti è uno degli shonen più significativi degli ultimi dieci anni e la cui influenza sarà sicuramente fondamentale per le opere che lo seguiranno. Qui potete leggere il nostro commento all’ultimo capitolo.
La Fenice
Abbiamo iniziato con uno dei manga più significativi della storia, è giusto finire allo stesso modo, e La Fenice è il titolo perfetto per farlo. Siamo di fronte ad un’opera estremamente complessa e ricchissima di sfaccettature che difficilmente potremo classificare come rivolta ad un solo tipo di pubblico, ma visto che la rivista in cui vide la luce figura come per ragazzi, possiamo inserirla di diritto in questa piccola lista di manga che hanno fatto la storia dello shonen. Ma, ad essere onesti, La Fenice – così come Devilman – ha fatto la storia del manga giapponese a 360°.
È difficile parlare di una trama unica nel caso de La Fenice, perché l’opera si compone di 12 “libri”, che potremo banalmente definire archi narrativi, ognuno con una storia a sé che inizia e finisce nell’arco di quei volumi. Ci sono degli elementi e dei personaggi che ricorrono in più storie, ma sicuramente non è simile a nessun altro manga con una trama unitaria nell’arco di tutti i suoi volumi.
La vita e il suo significato, la morte, il tempo, la guerra; La Fenice affronta talmente tanti temi in modo profondo e al contempo delicato da distruggere completamente lo stereotipo secondo il quale gli shonen non possono affrontare temi seri, ed è impossibile definire l’opera con una parola che non sia: capolavoro. E ciò che costituisce l’elemento più importante e più rivoluzionario dell’opera è proprio questo: che non segue un’unica linea narrativa ma sfrutta ogni volume, ogni capitolo per affrontare un tema, tutti ugualmente importanti.
Se siete interessati ad approfondire altre opere del maestro Tezuka, qui su DrCommodore abbiamo parlato de Il Terzo Occhio in un articolo dedicato.
E voi Commodoriani? Quali sono i vostri shonen preferiti e quali credete siano quelli assolutamente imprescindibili? Fatecelo sapere con un commento!