Roberto Recchioni è uno dei più noti fumettisti italiani contemporanei, che vanta importanti contributi ad opere nostrane tra cui Dylan Dog ed Orfani. Recentemente ha pubblicato con Edizioni BD un nuovo libro a fumetti intitolato Cane Grinta, all’interno del quale l’autore racconta della relazione con il suo fidato amico Grinta e delle ripercussioni che un momento difficile ha avuto sulla sua vita.
Nonostante sia nato a seguito di un evento funesto, Cane Grinta è in realtà una lettura particolarmente piacevole e divertente. Un racconto in cui ogni possessore di un animale domestico troverà elementi con cui identificarsi. La coinvolgente relazione tra il protagonista e Grinta, e tra quest’ultimo e i gatti di casa, conduce il lettore verso la fine del racconto con disarmante leggerezza, riservando nel finale una motivante sorpresa. L’opera è già disponibile all’acquisto a questo link, anche in una versione speciale con gadget a tema da non perdere.
Per l’occasione, abbiamo posto al suo autore alcune domande. Nell’intervista, Roberto Recchioni parla della genesi di Cane Grinta, della sua condizione di autore e
Come e quando ti è venuta in mente l’idea alla base di Cane Grinta?
In realtà non mi è nemmeno venuta in mente. Dopo un brutto incidente in moto sono rimasto bloccato sul divano per mesi, non sapendo se sarei tornato a camminare e, nel caso, quando. Il mio cane è molto vecchio e mi è venuta l’ansia che non lo avrei più portato a fare i suoi giretti (attività che si solito mi rompe). Così ho immaginato di farlo e ne ho fatto una storiella, che ho postato su IG. È piaciuta. La settimana dopo ne ho postata una seconda. È piaciuta anche quella. E sono andato avanti così, allargando il campo, introducendo gli altri abitanti della casa.
E il progetto del fumetto vero e proprio, invece, com’è nato?
A un certo punto, mi sono reso conto che senza accorgermene avevo prodotto abbastanza materiale per farne un libro e che, soprattutto, attraverso le varie strisce emergeva un tema di fondo, una narrazione più profonda. A quel punto, vari editori si erano interessati alle strisce e ho scelto quello a cui ero affettivamente più legato, perché con Marco Schiavone e [Edizioni] BD ho fatto tante cose quando ancora ero un autore giovane e non mi era così facile pubblicare. Con Marco abbiamo concepito un libro dal prezzo contenuto ma dalla forma editoriale ricercata e poi una cosa speciale, l’edizione limitata con la scatola a forma di cuccia, piena di gadget. E assieme abbiamo deciso di provare un modo diverso per produrlo questo libro che, spero, in futuro darà modo ad altri autori di pubblicare con maggiori garanzie economiche.
Il Roberto Recchioni che la maggior parte delle persone conosce è quello di Dylan Dog e di Diabolik. Come ci si sente a presentarsi al pubblico con una storia così intima?
Mai pensato che il mio nome fosse associato a Diabolik. Ho scritto solo una manciata di storie del Re del Terrore. Credo che il pubblico pensi a me in relazione a Dylan, certo, ma anche a Orfani, a Chambara, a Battaglia, alle varie graphic novel. Per rispondere alla tua domanda, non è davvero una novità per me. Mater Morbi era una storia molto intima, come pure La Fine della Ragione. Ma, più in generale, credo che tutte le mie storie siano “intime” perché ci travaso dentro comunque cose di me. Cane Grinta è diverso perché nasce in una maniera diversa. È una sorta di cura per me stesso.
Fare tesoro dei momenti che diamo per scontato è forse uno dei messaggi più forti che emergono dalla lettura di Cane Grinta. In questo senso, com’è cambiata la tua vita dopo l’incidente? Ci sono altre “lezioni” che ritieni aver fatto tue?
Non so. Mi vanto di non apprendere mai nulla dalle “lezioni della vita”. Diciamo che gli ultimi due anni, tra pandemia e incidente, mi hanno fatto tornare ad apprezzare una condizione di vita più umana e tranquilla, meno in trincea. Credo che questo traspaia anche dalle cose che scrivo e disegno e nel mio atteggiamento complessivo.
Da possessore di due splendidi cani, le vignette finali mi hanno molto commosso. Grinta deve esser stato di grande supporto per te.
In realtà, no. È un cane scemissimo che non capisce dove ha le chiappe. Scherzo, lo è stato.
Mi è sembrato di capire che Grinta è un cane che hai preso già in tarda età. Che tipo di esperienza è stata?
Complessa perché era molto spaventato e già vari proprietario lo avevano riportato al canile dove averlo inizialmente adottato. Però l’amore è così: mica te lo scegli, arriva. E quando arriva ti adegui.
Ascolta, ma Grinta va veramente d’accordo anche con i tuoi Gatti? Com’è la convivenza tra di loro? C’è qualche episodio divertente che vorresti raccontare ai nostri lettori?
Assolutamente. I gatti lo bullizzano tutto il giorno!
Cane Grinta è un fumetto pieno zeppo di riferimenti e citazioni. Chissà se Grinta andrebbe veramente d’accordo con Fru dei The Jackal.
Il personaggio di Fru e Grinta hanno molto in comune. La striscia che coinvolge Fru è nata da questo e quando gliel’ho proposta ha concordato anche lui.
Che intenzioni hai con questo progetto? Cane Grinta ha ancora qualcosa da raccontare?
Penso di sì. A dicembre inizio una seconda stagione di strisce. Vediamo che succede.
E un bel fumetto sui tuoi gatti, invece? C’hai pensato?
Sui miei gatti, no (appaiono già nelle storie di Grinta). Sui gatti in genere, sì. Voglio farne un battle shonen.
Più informazioni su Cane Grinta
Titolo: Cane Grinta.
Autore: Roberto Recchioni.
Sull’opera: Volume unico, Formato 18×16,2 cm, Cartonato.
Pagine: 120, bianconero e a colore.
Prezzo: 15,00€.
Prezzo special pack: 29,00€.