Parlando del suo ultimo film House of Gucci, in un’intervista per Total Film, Ridley Sott ha risposto alle critiche mosse alla pellicola da parte degli eredi della maison.
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House of Gucci, la lettera della famiglia Gucci
La famiglia Gucci, nel ramo discendenti di Aldo Gucci, prende atto dell’uscita del film House of Gucci con sconcerto. Nonostante l’opera affermi di voler raccontare la ‘vera storia’ della famiglia, i timori suscitati dai trailer e dalle interviste rilasciate finora sono confermati: il film veicola una narrazione tutt’altro che accurata. La produzione non si è curata di interpellare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci – presidente dell’azienda per trent’anni – ed i membri della famiglia come teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circondava. Ciò è estremamente penoso sotto un profilo umano e un insulto all’eredità su cui il marchio è costruito oggi. Ancora più censurabile è la ricostruzione che diviene mistificatoria ai limiti del paradosso quando arriva a suggerire toni indulgenti nei confronti di una donna che, definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, viene dipinta non solo nel film, ma anche nelle dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima che cercava di sopravvivere in una cultura aziendale maschile e maschilista. Questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Peraltro, nei 70 anni di storia in cui è stata un’impresa familiare, Gucci è stata un’azienda inclusiva. Anzi, proprio negli anni ’80 erano diverse le donne che ricoprivano posizioni di vertice: che fossero membri della famiglia o estranei ad essa, si annoverano la presidente di Gucci America, la Head of Global PR & Communication, e un membro del consiglio di amministrazione della società Gucci America. Quella di Gucci è una famiglia che vive onorando il lavoro dei suoi antenati, la cui memoria non merita di essere importunata per mettere in scena uno spettacolo non veritiero e che non rende giustizia ai suoi protagonisti. I membri della famiglia Gucci si riservano ogni iniziativa a tutela del nome, dell’immagine e della dignità loro e dei loro cari.
House of Gucci, la risposta del regista
Le parole degli eredi Gucci sono offensive in modo allarmante. Dicono che Al Pacino non rappresentava fisicamente Aldo Gucci in nessun modo. Eppure, francamente, come potrebbero essere rappresentati meglio che da Al Pacino? Scusatemi! Probabilmente avete i migliori attori del mondo a interpretarvi, dovreste sentirvi così fottutamente fortunati.
Poi, incalza aggiungendo che il suo scopo era quello di ironizzare sulla questione:
Penso che molto sia comico. Sicuramente per i primi due atti. Per quanto riguarda Jared Leto invece, non ci sono molte informazioni sul [suo personaggio] Paolo, ma ci sono immagini di Paolo e lui è esattamente uguale. Abbiamo trovato le foto e Jared si è mosso e vestito nel modo in cui Paolo lo faceva. Non c’è molto materiale di Paolo che parla davanti alla telecamera. E quindi doveva essere, in una certa misura, immaginato, ma chiaramente Paolo era un uomo molto colorato e sgargiante.
House of Gucci sarà disponibile nelle sale italiane dal 15 dicembre.