È dal 2014 che Hayao Miyazaki, una delle menti più brillanti che il medium dell’animazione abbia mai prodotto, non si presta a delle domande per una testata anglofona. Questo martedì, dopo ben 7 anni, la giornalista Ligaya Mishan ha presentato sul New York Times un’intervista al celebre regista d’animazione giapponese. L’intervista si è svolta a distanza mediante un interprete, a causa delle restrizioni sui viaggi dovute alla pandemia di COVID-19.
L’articolo, molto lungo e ricco di interessanti informazioni sulla carriera del regista, sulla sua vita e sui suoi film, dichiara ufficialmente che Hayao Miyazaki è a tutti gli effetti tornato dalla pensione per la realizzazione di un ultimo film. Un evento, questo, a cui ormai gli appassionati saranno ampiamente abituati. Già dopo Principessa Mononoke, infatti il regista aveva affermato di volersi ritirare, e lo stesso ha fatto nel 2013, dopo l’uscita del suo ultimo lungometraggio, Si Alza il Vento.
La notizia, a onor del vero, era già ampiamente nota e diffusa. Sappiamo, addirittura, che il regista è già riuscito a completare gli storyboard della pellicola, i quali, come emerso anche nell’intervista del Times, rappresentavano l’aspetto più importante su cui concentrarsi. Essi sono lo scheletro della pellicola, e il dubbio principale riguardava la capacità del regista di riuscire a portarli a termine a causa dell’età. Ora che sono completati, il regista può essere quanto meno sicuro che la sua opera vedrà la luce così come lui l’ha immaginata.
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Hayao Miyazaki, come suo solito, utilizzerà anche per questo nuovo nuovo lungometraggio un’altra opera come fonte d’ispirazione. Si tratta, in questo caso del romanzo E voi come vivrete? di Yoshino Genzaburo, il quale tratta come tema principale quello dell’adolescenza. Il titolo del film, però, non è stato ancora confermato, nonostante si possa dedurre che sarà simile a quello del romanzo originale.
L’intervista non rivela molte informazioni riguardo il film, ma Toshio Suzuki ha affermato che si tratterà di un «fantasy su grande scala» e che egli stesso si riconosce in uno dei personaggi, il quale non è umano.
Nell’intervista risalta sicuramente la domanda finale rivolta al regista, che è proprio quella del titolo del romanzo. Ad essa il regista replica:
«È proprio perché non lo so che sto realizzando questo film».