TIM come operatore telefonico ha una lunga storia, incominciata nel 1964, quando nacque la Sip – Società Italiana per l’esercizio telefonico. Nel 1994 unendosi ad altre società è stata incorporata nella società “Telecom Italia”, fino all’ultimo recente passaggio quando nel 2019 ha cambiato nome nell’attuale “TIM S.p.A” (anche se era il brand era già utilizzato per la telefonia mobile).
L’ultimo tassello della sua storia potrebbe aggiungersi in queste settimane. Infatti, è notizia di questi giorni dell’interessamento del fondo americano KKR all’acquisizione del gruppo 100% delle azioni del gruppo TIM con un’offerta pubblica d’acquisto. Il fondo è già noto in Italia, visto che da qualche mese possiede il 37,5% delle azioni di FiberCop.
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La proposta di KKR a TIM
La proposta del fondo americano è arrivata sul tavolo del consiglio d’amministrazione del gruppo telefonico italiano: in sostanza, KKR vorrebbe acquisire il 100% delle azioni dell’operatore al prezzo di 50,5 centesimi ciascuna, valutando il tal modo il gruppo per la cifra di 11 miliardi di euro.
Come fa notare Open, l’offerta del fondo americano è “non vincolante e indicativa”. La notizia fatto volare ieri in borsa le azioni del gruppo del 30%, ma già nella giornata odierna il titolo ha avuto un ribasso, visto che Vivendi non è interessata a vendere la sua quota (al momento la società francese è colei che detiene il maggior numero delle azioni del gruppo).
L’offerta del fondo americano è arrivata all’attenzione anche del Governo: il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che verrà valutata la proposta di KKR, “quando ci sarà l’OPA (Offerta Pubblico d’Acquisto)”.
In generale il Governo Draghi ritiene che sia una “buona notizia” l’interesse di un investitore straniero per un’azienda italiana, ma allo stesso tempo valuterà con molta attenzione qualsiasi piano che possa riguardare la rete telefonica italiana. Inoltre, il Governo potrebbe creare un gruppo apposito per monitorare la possibile acquisizione da parte di KKR.
La mossa di KKR potrebbe ridare linfa vitale al gruppo telefonico italiano, visto che, come fa notare Bloomberg, la società non sta navigando in buone acque nella borsa italiana, e anche l’ultimo trimestre non è stato positivo per il gruppo.