Phil Spencer, vice presidente della divisione gaming di Microsoft, nonché uno dei volti più noti del mondo Xbox, ha recentemente sottolineato l’esigenza dell’industria videoludica di mantenere viva la memoria dei grandi titoli del passato, anche attraverso l’emulazione.
Emulazione che, si sa, è da sempre al centro di molte discussioni da parte degli appassionati. C’è chi sostiene che sia l’unico metodo per recuperare alcune perle di nicchia che non hanno riscosso un grande successo nella propria aerea geografica, e che quindi hanno conosciuto una diffusione estremamente limitata, o giochi che addirittura non sono mai usciti in determinati mercati.
D’altra parte la linea che divide la legalità dalla sua controparte è sottile e molti criticano il folto sottobosco della pirateria che circonda il retrogame: ricorderete probabilmente della tolleranza zero che Nintendo, qualche tempo fa, ha avuto con diversi siti che ospitavano ROM di giochi per piattaforme un po’ più datate.
Phil Spencer è dell’idea che l’industria debba sostenere l’emulazione
Queste dichiarazioni, comunque, non dovrebbero stupire più di tanto. Non a caso le nuove console di casa Microsoft sono largamente retrocompatibili con i giochi Xbox delle generazioni passate, anche con molte migliorie dal punto di vista grafico e della fluidità in game.
Naturalmente Phil Spencer, con le sue affermazioni, non mira a sostenere il mondo della pirateria ed anzi, proprio per questo, si appella direttamente ai produttori per spingerli a curare maggiormente la propria libreria digitale di titoli del passato, fruibili in modalità totalmente legali.
Tutto ciò contribuirebbe in modo significativo alla conservazione della memoria videoludica che schiere di videogiocatori potrebbero non volere dimenticare o, addirittura, andrebbero a scoprire per la prima volta, nel caso di appassionati più giovani o fruitori dell’ultim’ora.
Ricorderete le rivolte da tastiera di persone contrarie alla chiusura degli store digitali di PlayStation 3, PlayStation Portable e PlayStation Vita, che Sony aveva intenzione di operare.
Molti criticavano il fatto che parecchi titoli del passato sarebbero così diventati impossibili da recuperare e finiti nel dimenticatoio.
Nintendo, d’altra parte, nel corso del tempo, si è dimostrata un po’ più aperta all’archeologia del videogioco: diversi capolavori del N64, per esempio, sono stati riproposti su Switch.
Ma anche qui in maniera non esente da critiche: pare infatti che siano in molti a sostenere che spesso le riproposizioni moderne abbiano prestazioni peggiori rispetto ai vari emulatori non ufficiali o addirittura rispetto alle controparti originali.
Un altro problema con cui i vari publisher potrebbero scontrarsi è quello dei diritti e delle licenze che vanno necessariamente acquisite prima di un restauro. E non sempre è così facile, o sopratutto così economico. Il gioco potrebbe non valere la candela.
Insomma, le difficoltà non mancano; ma Spencer è sicuro che con un po’ d’impegno si potrebbe mettere ordine nella giungla del retrogaming, a vantaggio di tutti, videogiocatori e produttori. E voi avete mai voglia di recuperare una vecchia gloria dei tempi andati? O preferite guardare solo al presente? Fatecelo sapere con un commento!
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