La loro relazione è sempre stata fra le più intense e appassionanti che il mondo della serialità ricordi. Ciro Di Marzio e Genny Savastano, l’orfano Immortale e il principe – e poi re – di Secondigliano, per quattro stagioni di GOMORRA – LA SERIE, il cult Sky Original da stasera su Sky e NOW con la stagione finale, sono stati uniti come fratelli e si sono fatti la guerra come nemici giurati, si sono amati e si sono quasi uccisi (e a più riprese). Il loro rapporto tormentato è andato di pari passo col maturare dell’amicizia fra i due rispettivi attori, Marco D’Amore e Salvatore Esposito, che a suggellare la fine dell’esperienza che li ha fatti conoscere e che ha cambiato la loro vita sono i protagonisti dell’iconica coverstory di Rolling Stone. Uno scatto di Marco Ghidelli su uno sfondo nero su cui si stagliano i profili di Marco D’Amore e Salvatore Esposito, uniti in un attesissimo bacio appassionato, simbolo di una storia, quella dei loro personaggi, che è stata a (quasi) tutti gli effetti una storia d’amore e di un’amicizia, la loro, autentica, che li unisce ormai da anni nella vita fuori dal set e che, come raccontano nell’intervista a Giovanni De Stefano, ha inciso profondamente addirittura sui copioni della serie: “Non so – racconta Marco D’Amore – in quante altre esperienze televisive o cinematografiche sia successo che la chimica tra due attori abbia così radicalmente cambiato il corso della scrittura”. “Il personaggio di Genny – continua – al termine della prima stagione sarebbe dovuto morire. Quando gli autori hanno notato la scintilla che scoccava tra di noi quando andavamo in scena, si sono riuniti e hanno cambiato la storia”.
Il rapporto tra Ciro e Genny in Gomorra
Per Salvatore Esposito, “in questa foto c’è quello che sarebbero stati Ciro e Genny in un’altra dimensione, se non fossero stati condannati ai loro ruoli, o se avessero avuto la forza di reagire al loro vissuto. Un personaggio come quello di Genny, del resto, mostra il suo barlume di umanità, spensieratezza e fragilità soprattutto con Ciro. Il resto del mondo vede in lui solo il mostro capace di uccidere a mani nude”.
Un bacio pieno di significati anche per Marco D’Amore, che spiega: “Soprattutto in un momento storico in cui è ancora molto rappresentato un certo tipo di machismo (cosa a cui anche noi abbiamo contribuito), e in cui qualunque gesto legato alla diversità o alla delicatezza è sottoposto a una gogna mediatica di pregiudizio, può essere interessante che io e Salvatore facciamo una cosa del genere”.
Gomorra è la più famosa e apprezzata tra le serie italiane nel mondo, nella classifica del New York Times al quinto posto fra le produzioni non americane più importanti del decennio 2010/2020. È stata venduta in più di 190 territori, ha ricevuto ovunque un’accoglienza entusiastica da parte di pubblico e critica, ottenendo numerosissimi premi e contribuendo in maniera decisiva a ridefinire gli standard della serialità italiana.
Girati fra Napoli, Riga e Roma, i dieci nuovi episodi da stasera su Sky e NOW sono scritti dagli head writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano. Completano il team di scrittura Valerio Cilio e Gianluca Leoncini. I primi 5 episodi e il nono sono diretti da Marco D’Amore, già regista di due episodi di Gomorra 4 e del film L’Immortale, grande successo targato Cattleya e Vision Distribution che fa da ponte narrativo fra la quarta e la quinta stagione, mentre gli episodi 6, 7, 8 e 10 sono diretti da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie. Entrambi sono anche supervisori artistici.