Wes Anderson, in conferenza stampa a Milano, città in cui ha presentato il suo nuovo lavoro The French Dispatch, già in concorso all’ultimo Festival di Cannes, ha dichiarato: «è un film francese, ma dal cuore italiano. Mi sono ispirato al vostro cinema e soprattutto a un film come L’oro di Napoli di Vittorio De Sica: quando lo vidi per la prima volta decisi che ne avrei fatto uno simile. Amo queste antologie cinematografiche che si ritrovano anche in Visconti e Fellini, un format molto italiano».
The French Dispatch
Nella fittizia cittadina francese di Ennui-sur-Blasé, in seguito alla morte del direttore della redazione di The French Dispatch, il personale decide di omaggiarlo pubblicando alcune micro-storie. Si tratta di una raccolta di servizi giornalistici d’autore pubblicati, nel corso degli anni, sullo stesso giornale.
Il regista ha anche affermato che non si tratta di un film ispirato dal suo amore per il giornalismo, ma piuttosto per gli scrittori del New Yorker che leggeva da ragazzo:
Non ho mai definito questo film una lettera d’amore al giornalismo. Sono stato frainteso. Ho messo nel film come una nota a piè pagina, ovvero una lista di tutti gli scrittori che ho letto sul New Yorker che mi hanno ispirato da ragazzo. Ho un vero affetto per loro. Sono comunque legato ai quotidiani – continua il regista – e ogni giorno ne compro, uno anche se fanno parte di un giornalismo che sta scomparendo.
La pellicola sarà divisa in quattro storie, che formeranno quattro diversi capitoli: il primo sarà un diario di viaggio dei quartieri più malfamati della città; il secondo è incentrato su uno squilibrato pittore rinchiuso in carcere, sulla sua guardia e sui mercanti d’arte che vogliono le sue opere; la terza parte è una cronaca d’amore e morte sulle barricate all’apice della rivolta; la parte finale sarà una storia di droghe, rapimenti e alta cucina piena di suspense.
La mia idea era di fare un film francese, ho cercato una cittadina vera, Angoulême, non troppo grande, non troppo affollata, perché volevamo vivere lì e girare lì tutto il nostro film, senza fare i conti con la realtà economica e industriale di una grande città. Un tale contesto agevola il lavoro, aiuta a concentrarsi meglio. L’ispirazione nasce però da un film italiano, L’oro di Napoli di De Sica: volevo fare qualcosa di simile, un film che raccogliesse storie diverse. Questa forma di antologia poi la ritroviamo anche in altri registi italiani, Pasolini, Fellini, Visconti, è una tecnica molto italiana che mi piace molto.
Il film, in aggiunta, sarà arricchito da un cast d’eccellenza: tra i nomi Bill Murray, Owen Wilson, Benicio del Toro, Adrien Brody, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Jeffrey Wright e Mathieu Amalric.