Il successo della serie Netflix Squid Game è stato incredibile e piuttosto inaspettato, in tutto il mondo, Italia compresa. Oltre agli elogi, però, non sono mancate le polemiche, soprattutto per la diffusione della serie tra i più giovani: infatti, non sono mancati episodi nelle scuole del nostro Paese dove i bambini e i ragazzi emulavano i giochi di Squid Game (come successo a Torino, per esempio).
Per questo motivo, la Fondazione Carolina ha lanciato una petizione per portare il tema all’attenzione del Parlamento Italiano; al momento, su change.org ha raggiunto le 8.823 firme.
La questione è comunque arrivata alla Camera dei Deputati, dove il 26 ottobre scorso la deputata della Lega Laura Cavandoli ha presentato un’interrogazione parlamentare proprio su Squid Game.
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L’interrogazione parlamentare su Squid Game
La deputata Cavandoli ha dunque posto l’interrogazione a risposta scritta “al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’Istruzione”, proprio per apprendere quali possano essere le iniziative del Governo per limitare “effettivamente” la visione di Squid Game ai più giovani:
La serie, pur essendo essendo vietata ai minori di 14 anni a motivo delle numero scene di violenza sta riscuotendo grande successo tra giovani e giovanissimi; si apprende di numerosi e gravi fenomeni emulativi delle situazioni rappresentate nella serie televisiva messi in atto da soggetti minorenni in ambito scolastico o in luoghi pubblici; in particolari, si registrano episodi di bullismo ispirati a <<Squid Game>> nelle scuole di Torino, Milano e Firenze, nonché una rissa tra ragazzi presso l’istituto Santa Dorotea a Roma;
[…] va considerata la gravità delle situazioni suesposte e l’allarme sociale che ne deriva – : [si domandano] quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda porre in essere al fine di limitare la diffusione dei fenomeni indicati in premessa tra i giovani studenti, al porre di informare e sensibilizzare i genitori e, se del caso, al fine di rendere effettivo e concreto il divieto di visione delle serie televisiva ai soggetti minori di 14 anni.
L’interrogazione dell’onorevole Cavandoli pone in effetti attenzione a un problema molto delicato: la visione da parte dei bambini di contenuti vietati a loro.
Netflix permette comunque ai genitori di impostare un pin per un blocco parentale, limitando così la visione di contenuti vietati ai minori di 14 e/o 18 anni.
Ma evidentemente, tale blocco non viene impostato molte volte, e i bambini a cui la serie non è assolutamente rivolta finiscono per venirne a conoscenza, o proprio per vederne le puntate. E così, rischiano di scaturire gli episodi di emulazione citati dalla deputata e nell’articolo.
Vedremo come potrebbe evolversi la situazione in Parlamento e con il Governo, e se le varie iniziative potranno aiutare a sensibilizzare maggiormente ragazzi e genitori sul tema.
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Fonte: Camera dei Deputati – Resoconto dell’Assemblea (26 ottobre 2021)