A pochi giorni di distanza dal rebranding di Facebook, già emergono rumor, battibecchi e frecciatine sui social. A quanto pare il nuovo logo dell’azienda, che ora si chiama Meta, è particolarmente simile a quello di alcune applicazioni e aziende preesistenti.
M-sense tagga Meta su Twitter: “Vi siete ispirati al nostro logo”
M-sense Migräne è un portale di aiuto per chi soffre di emicrania: gli utenti possono tracciare gli attacchi, monitorare l’assunzione e gli effetti dei farmaci, e individuare le cause scatenanti del dolore. L’azienda che l’ha sviluppata collabora con il sistema sanitario nazionale, per cui i “pazienti” possono ottenere un rimborso totale di ogni spesa relativa all’applicazione e possono anche portare i report al proprio medico curante. Infine, vengono proposti esercizi di rilassamento e attività che possono scongiurare gli attacchi.
Si tratta senza dubbio di un’applicazione utile per chi è afflitto da emicranie, ma questo non basta a fare notizia. Il motivo per cui parliamo di M-sense nasce dall’ultimo tweet dell’azienda, che ha deciso di taggare Facebook con un’accusa scherzosa (ma non troppo).
Il tweet recita:
“Siamo davvero onorati che Facebook si sia ispirato al logo della nostra applicazione per l’emicrania – magari prenderanno ispirazione anche dalle nostre policy per la privacy“.
Una frecciatina che va a toccare proprio il punto debole dell’azienda: la privacy.
Altre aziende si sentono prese in causa, ma gli utenti difendono Meta
Molti utenti si sono schierati dalla parte di Meta – o Facebook, non ci siamo ancora abituati – e hanno fatto notare all’azienda tedesca che non è di certo l’unica ad avere un logo simile.
“La figura di Lissajous ha almeno 100 anni; nessuno vi ha rubato il logo, mi dispiace”, risponde un utente su Twitter.
M-sense ha subito aggiustato il tiro: effettivamente non hanno detto che “lo hanno rubato”, ma che si sentono “onorati di averli ispirati”.
Si unisce al coro lanciato da M-sense il co-founder di Axie Infinity, un gioco basato su NFT. Jiho chiude un tweet di critica dicendo che “stanno pure usando il nostro logo“. A dirla tutta, le somiglianze tra i due loghi si limitano al colore e alla forma, ma va riconosciuto che Axie Infinity è stata un’applicazione pioniera del concetto di “metaverso” a cui Zuckerberg ora punta.
La saga del presunto plagio si conclude con le dimostrazioni portate dagli utenti di tante altre aziende con loghi simili che potrebbero parlare di plagio.
“Quante aziende usano questo design?” incalza un tweet.
Da Meta non sono arrivate risposte.
Fonti: Urgente24.com, Animal.mx.