Il Green Pass è stato introdotto nel nostro Paese la scorsa estate, in contemporanea con l’avvio della seconda dose di vaccini contro il COVID-19. Viene rilasciato 15 giorni dopo la prima somministrazione o dopo un tampone negativo (con validità 48 ore). Oltre a servire per accedere ad alcuni luoghi chiusi (ristoranti, discoteche, eventi vari), dal 15 ottobre è richiesto anche sul luogo di lavoro.
È una misura terribilmente divisiva: sicuramente è un efficace argine contro l’aumento dei contagi, insieme alla campagna vaccinale, ma da quando è stato imposto ha scatenato diverse polemiche e proteste.
QR Code di Green Pass “falsi” riconosciuti come veri
Il Green Pass, come detto, viene rilasciato al cittadino dopo la vaccinazione o dopo un tampone negativo. Una volta ricevuto, può essere stampato o visualizzato sull’app Immuni, e consiste essenzialmente di un QR Code.
Proprio questo sistema di generazione del Green Pass pare abbia subito un attacco hacker: sarebbe stato violato il sistema di convalida, come riporta l’utente di twitter Reversebrain.
Come riporta l’utente Twitter, a quanto pare un QR code generato con i dati trafugati viene riconosciuto dall’App VerificaC19 come un Green Pass vero.
In sostanza, chiunque sia in possesso di questi dati per la convalida del “certificato verde” può creare dei Green Pass uguali a quelli “veri”. E così sarebbe non solo per i certificati italiani, ma anche per quelli di altri Paesi: attualmente si parla di Polonia, Germania e Paesi Bassi..
Vi forniremo ulteriori aggiornamenti sulla vicenda se dovesse evolversi.