Quasi un anno fa Apple presentava nell’evento One more thing i nuovi MacBook Air, Pro 13″ e Mac Mini. All’apparenza erano identici nelle linee ai loro predecessori, usciti pochi mesi prima. Ma dentro i nuovi Mac di casa Cupertino risiedeva la novità che ha cambiato le carte in tavola nel mondo dei computer portatili: l’Apple Silicon M1, il primo processore ARM montato su un dispositivo Mac.
Dopo i Mac ARM di fine 2020, nell’evento Unleashed tenuto lo scorso 18 ottobre, Apple ha presentato i nuovi MacBook Pro da 14″ e 16″, che sostituiscono l’attuale linea di portatili della casa di Cupertino da 16 pollici equipaggiati con processori Intel.
Ma cosa rende così diversa e innovativa questa nuova linea di MacBook rispetto ai precedenti portatili Apple dotati di processori Intel? Perchè si parla così tanto dei nuovi processori M1 Pro e M1 Max presenti suoi nuovi MacBook Pro?
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Nuovi MacBook Pro 14″ e 16″: le specifiche tecniche e un design rinnovato
Alla famiglia di computer Apple si sono dunque aggiunti i nuovi MacBook Pro da 14 e 16 pollici. Prima di addentrarci in una breve disanima delle loro principali peculiarità, ecco una panoramica delle caratteristiche tecniche:
MacBook Pro 14″ (2021) | MacBook Pro 16″ (2021) | |
Schermo | -14,2″, Display Liquid Retina XDR; -Retroilluminato Mini-Led; -3024×1964 pixel; -Luminosità fino a 1000 nit; -Tecnologia ProMotion (120hz). | -16,2″, Display Liquid Retina XDR; -Retroilluminato Mini-Led; -3456×2234 pixel; -Luminosità fino a 1000 nit; -Tecnologia ProMotion (120hz). |
Dimensioni/ Peso | -Altezza: 1,55 cm; -Larghezza: 31,26 cm; -Profondità: 22,12 cm; -Peso: 1,6kg. | -Altezza: 1,68 cm; -Larghezza: 35,57 cm; -Profondità: 24,81 cm; -Peso: 2,1kg. |
RAM | 16GB, 32GB 64GB (solo con M1 Max) | 16GB, 32GB 64GB (solo con M1 Max) |
Archiviazione (SSD) | 512GB, 1TB, 2TB, 4TB, 8TB | 512GB, 1TB, 2TB, 4TB, 8TB |
Connettività Wireless | -Wi‑Fi 6 802.11ax; -Bluetooth 5.0 | -Wi‑Fi 6 802.11ax; -Bluetooth 5.0 |
Porte | -Tre porte USB Type-C; -Thunderbolt 4; -HDMI; -Slot SDSX Card. | Tre porte USB Type-C; -Thunderbolt 4; -HDMI; -Slot SDSX Card. |
Tastiera/ Trackpad | -Magic Keyboard retroilluminata con 79 tasti, compresi 12 tasti funzione e 4 tasti freccia; -Trackpad Force Touch | -Magic Keyboard retroilluminata con 79 tasti, compresi 12 tasti funzione e 4 tasti freccia; -Trackpad Force Touch |
Touch ID | Sì | Sì |
Touch Bar | No | No |
Batteria/ autonomia | -Batteria da 70Wh; -Fino a 17h di riproduzione video (con Apple TV). | -Batteria da 100Wh; -Fino a 21h di riproduzione video (con Apple TV). |
Alimentatore | Alimentatore da USB-C da 67W o da 96W (a seconda della configurazione) | Alimentatore da USB-C da 140W |
Il design dei nuovi MacBook Pro: tra notch e il ritorno di “vecchie” porte
I nuovi MacBook Pro si distaccano dai loro predecessori per diversi aspetti: il primo è sicuramente l’introduzione di un secondo modello premium più piccolo da 14″, a fianco del fratello maggiore da 16″.
Il secondo è il nuovo design, più “squadrato” rispetto al modello da 16″ del 2019, che presenta diversi gli elementi “visivi” che risaltano più di altri nei nuovi MacBook Pro.
Il primo è quello che ha fatto più discutere: la presenza del famigerato notch, ereditato dagli iPhone.
La “tacca”, la “penisola”, o come dir si voglia, è sbarcata anche sui MacBook e se all’apparenza potrebbe stonare su un portatile un elemento che interrompe così lo schermo, forse non tutto il male vien per nuocere.
Infatti, i nuovi MacBook Pro presentano una nuova fotocamera FaceTime HD da 1080p, che insieme al processore ISP e al Neural Engine dei chip M1 e M1 Max garantirà una qualità immagine migliore rispetto agli scorsi modelli. Un sensore più grande dunque è alloggiato nel notch, e la cornice che si è così assottigliata molto probabilmente non sarebbe stata in grado di ospitare una fotocamera da 1080p.
A tal proposito, i nuovi portatili di casa Cupertino risaltano proprio per le cornici ridottissime, tanto che è sul bordo inferiore è stato rimossa la scritta “MacBook Pro” proprio per permettere un design “tutto schermo”.
Parlando proprio del display, i due nuovi MacBook Pro presentano l’innovativa tecnologia mini-LED introdotta per la prima volta nell’iPad Pro 12.9″ di quest’anno, che garantirà neri più profondi, rimediando al “difetto” degli schermi con tecnologia LCD che presentano al posto del colore nero un grigio scuro sostanzialmente, e “imitando così” gli schermi OLED.
Un’altra caratteristica ereditata dai tablet Apple è la tecnologia ProMotion, che porta anche sui MacBook uno schermo con un refresh rate di 120hz, che garantirà sostanzialmente una fluidità maggiore nella fruizione dei contenuti sul proprio computer.
Il secondo elemento visivo che risalta nei nuovi MacBook Pro, a dir la verità, è piuttosto.. un’assenza. Infatti, è stata abbandonata la Touch Bar, e sono tornati al suo posto i tasti funzione.
Introdotta nel 2016, la Touch Bar non ha mai pienamente convinto i consumatori. Se da un lato come elemento estetico era veramente notevole, e soprattutto comodo per certe funzioni (come per esempio nella gestione dei livelli del volume e della luminosità), d’altro canto Apple non l’ha mai sfruttato appieno, e i tasti funzioni hanno iniziato a mancare ai consumatori.
E così, già quando nei rumor si discuteva della possibile asssenza della Touch Bar nei MacBook appena presentati, se certo non abbiamo assistito a salti di gioia, sicuramente quel piccolo schermino a forma di barra sopra la tastiera non mancherà alla maggior parte dei consumatori.
E infine, un altro elemento che risalta nella scocca dei nuovi MacBook è la presenza di molte più porte che del precedente modello 16″ (2019). Che anche qui, come per la Touch Bar, si tratta di un ritorno al passato. Apple infatti negli ultimi anni aveva ridotto il numero di porte sui suoi portatili, limitandosi a 2 o 4 USB Type-C Thunderbolt.
Una soluzione che anch’essa aveva fatto storcere il naso agli acquirenti, tanto che la casa di CUpertino è tornata sui suoi passi e i nuovi MacBook Pro da 14″ e 16″ possono vantare la presenza non solo di tre porte Thunderbolt 4 (USB Type-C); ma soprattutto, il ritorno dello slot per la SD, della porta HDMI e del caro vecchio MagSafe, il sistema di ricarica proprietario Apple che era stato rimosso dai Mac.
Dopo aver dato uno sguardo generale ai nuovi MacBook Pro, incominciamo ad addentrarci nel loro cuore pulsate: i processori Apple Silicon M1 Pro e M1 Max. Ma prima, una breve premessa “storica”.
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Mac, tra PowerPC e ARM
Nella loro storia pluridecennale, i portatili Apple hanno cambiato tre volte “famiglia di processori”.
Per la prima transizione bisogna tornare al 1994, quando la casa di Cupertino passò dai processori Motorola 68000 ai PowerPC, frutto della collaborazione tra la stessa Apple, IBM e Motorola (quella conosciuta come “AIM alliance”).
La seconda è avvenuta nel 2005, quando Steve Jobs annunciò l’abbandono graduale dei PowerPC in favore dei processori Intel x86.
E così siamo arrivati a giugno 2020, quando Apple ha comunicato l’inizio dell’attuale passaggio dalla piattaforma Intel x86 a quella custom ARM. Una transizione che durerà due anni, in cui gli sviluppatori potranno gradualmente adattare applicazioni e programmi di MacOS ai nuovi processori ARM; e la stessa Apple sostituirà l’attuale line-up di dispositivi della famiglia Mac dotati di Intel, con i nuovi modelli ARM.
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M1 Pro e M1 Max: i cuori pulsanti dei nuovi MacBook Pro
Arriviamo dunque al doppio quesito posto all’inizio: cosa rende “speciali” e “diversi” questi MacBook Pro? E perché si parla così tanto della transizione ARM della casa di Cupertino?
La risposta sta per l’appunto nei due processori Apple Silicon M1 Pro e M1 Max, fratelli maggiori del chip M1 che ha debuttato alla fine del 2020, di cui condividono la medesima architettura e il processo produttivo a 5nm.
Il salto di qualità promesso da Apple con i due processori è notevole: si parla del 70% di prestazioni in più per la CPU rispetto all’M1. Come il fratello minore, i nuovi M1 Pro e M1 Max presentano una memoria unificata: in sostanza, CPU e GPU possono accedere alla stessa quantità di RAM, che è per l’appunto condivisa tra le due componenti.
E qui emergono le prime differenze tra i due chip, che non risiedono (ovviamente) solo nel nome: M1 Pro supporta fino a 32GB di memoria unificata, e 200 GB/s di banda di memoria; invece, M1 Max raggiunge i 64GB memoria unificata e ben 400 GB/s nella banda di memoria. Altra differenza sta nel numero dei Core delle due GPU: se la CPU arriva per entrambi fino a 10-Core, invece la GPU raggiunge i 16-Core sull’M1 Pro; mentre l’M1 Max può contare fino a 32-Core sulla GPU.
La carta vincente di tutta la strategia ARM dell’azienda di Cupertino sta nel rapporto consumo/potenza dei nuovi Apple Silicon: sta proprio qui il salto qualitativo compiuto dai Mac ARM. E i nuovi M1 Pro e M1 Max vanno entrambi in questa direzione.
Infatti, dai grafici mostrati nella presentazione, il consumo di entrambi i chip a fronte delle prestazioni promesse è notevole, come lo era già con M1: rispetto a soluzioni Intel simili, M1 Pro/Max promettono lato CPU una potenza tre volte superiore, a fronte di consumi notevolmente ridotti. E i numeri sono ancora più impressionanti lato grafico: per esempio, la GPU dell’M1 Pro dovrebbe consumare il 70% in meno rispetto alle GPU discrete di altri portatili, a fronte di una potenza simile.
Questo è il vantaggio che ha l’architettura ARM rispetto alle soluzioni Intel x86 scelte dai MacBook negli anni scorsi. Certo, bisogna aspettare i test sul campo e le recensioni dei nuovi MacBook Pro 14″ e 16″ per valutare meglio le parole di Apple. Ma a testimonianza della bontà della soluzione ARM scelta da Apple è dimostrata dai modelli già in vendita dallo scorso anno.
Il MacBook Air 2020 è uscito in due versioni: una dotata di chip Intel nella prima metà dell’anno, e poi un modello M1 a fine anno; le due versioni sono sostanzialmente identiche nel form-factor, l’unica differenza risiede nel processore.
Ma, se l’Air 2020 dotato di processore Intel è noto per prestazioni inficiate dal calore sviluppato dal processore Intel, non dissipato in maniera adeguata (visto che l’Air è senza ventole, fanless), invece il modello con M1 uscito pochi mesi dopo offre un rapporto prestazioni/consumi che lo rende quasi un best-buy nella sua fascia di prezzo.
E dunque: è tutto così rose e fiori? Sì.. e no. Perché se al momento gli sviluppatori stanno convertendo la maggior parte delle applicazioni e dei programmi dalla soluzione x86 a quella ARM per supportare i nuovi Apple Silicon, rimangono ancora diverse app “incompatibili”, e queste girano comunque sui nuovi MacBook ARM, ma emulate tramite Rosetta 2.
E soprattutto, i Mac ARM non supportano GPU esterne; il che per molti può essere uno svantaggio, e quindi prendere una MacBook dotato di Intel diventa un “obbligo”.
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Prezzi e disponibilità
Per concludere, il punto forse un po’ “critico” dei nuovi MacBook Pro 14 e 16 pollici è il prezzo. Certamente non sono “per tutti” e sono in linea con la concorrenza e con il target per cui sono rivolti questi due portatili: i professionisti, e non tanto i consumatori “regolari”.
In ogni caso, se rientrate tra coloro che sono veramente interessati ai nuovi portatili, eccovi il link per il preordine dei due MacBook su Amazon.it, che usciranno nella giornata di domani 26 ottobre:
- MacBook Pro 14″ M1 Pro, nella configurazione con CPU 8-core e GPU 14‑core, 16GB RAM, 512GB SSD, preordinabile a 2349,00€ su Amazon.it;
- MacBook Pro 16″ M1 Pro, nella configurazione con CPU 10-core e GPU 16‑core, 16GB RAM, 1TB SSD, preordinabile a 3079,00€ su Amazon.it.
Se invece vorreste un MacBook dotato di processore ARM M1 a un buon rapporto qualità/prezzo, c’è ovviamente il citato MacBook Air M1 – Grigio Siderale a 995,99€ su Amazon.it (con disponibilità dal 5 novembre).