La triste notizia della chiusura di Sega Ikebukuro GiGo, una delle sale giochi più importanti del Giappone, è arrivata come un fulmine a ciel sereno, durante lo scorso agosto. Quasi 30 anni di attività, però, non possono essere cancellati via nel giro di poco più di un mese e tramite un tweet striminzito.
Ecco quindi che, con una cerimonia indetta dalla stessa Sega, in tantissimi hanno voluto omaggiare uno dei luoghi più sacri, tra quelli dedicati agli Arcade, in tutto il Giappone. Un countdown ha scandito le ultime ore e poi gli ultimi istanti di quello che è stato il passatempo di almeno due generazioni di persone, nonché un nervralgico polo d’attrazione turistica per il quartiere di Akihabara.
La fine di un’era per i fan dell’arcade di Sega
Lunedì 20 settembre 2021, dunque, si è scritta l’ultima pagina di una storia che ha avuto inizio nel lontano luglio del 1993, tra striscioni che recitavano “Grazie per 28 anni” ed una particolare cover di “Auld Lang Syne” denominata “Hotaru no Hikari” – splendore delle lucciole – a risuonare dagli altoparlanti, in segno di commiato.
Una folla di giocatori commossi, sfruttando il giorno di vacanza per la giornata dedicata al rispetto per le persone anziane, si è riversata sulla strada principale dell’edificio, ed il traffico in loco è stato chiuso per l’occorrenza. Al termine del succitato countdown, Mr.Noda, storico responsabile dell’Arcade di Sega, ha dichiarato:
“Fosse dipeso da noi, avremmo voluto tenere aperta l’attività, proprio qui e per sempre, per godere dei bellissimi sorrisi di tutti i nostri clienti (…) Da domani, Sega non avrà più una sala giochi nel distretto di Ikebukuro, ma crediamo che la cultura dell’arcade non scomparirà mai (…) Lavoreremo sodo affinché Sega possa tornare a patrocinarci ancora, a dare alla luce una nuova struttura e crearci nuovi ricordi assieme”
Ricordiamo che tra le cause che hanno portato alla chiusura del leggendario stabile non c’è solo il dilagare della pandemia da Covid19 in Giappone – come del resto in tutto il mondo – ma anche la decisione da parte di Sega di non firmare un nuovo contratto di locazione.
Una mossa probabilmente scaturita dalla necessità dei titolari della struttura di rinnovarla, per adibirla a scopi differenti e più remunerativi. Una passione, quella per gli Arcade, che dalla nascita di console casalinghe sempre più perfomanti ed economicamente accessibili, ha sofferto un lento ma inesorabile declino in termini di appeal, con conseguente ridimensionamento di introiti e giro d’affari prodotto.