Annunciato nei primi mesi del 2021, Life is Strange: True Colors è il nuovo titolo sviluppato da Deck Nine e pubblicato da Square Enix appartenente alla saga di avventure grafiche di Life is Strange, in corso dal 2015. La serie è al momento composta da cinque titoli stand-alone e auto conclusivi, i cui eventi si svolgono all’interno dello stesso mondo.
I primi due capitoli della serie – Life is Strange e Life is Strange: Before the Storm – sono strettamente collegati dal punto di narrativo, ponendosi come prequel e sequel della stessa storia, mostrata con punti di vista differenti. Life is Strange 2 si allontana dai protagonisti dei predecessori introducendo nuovi volti e una storia inedita – integrata con lo spin-off ‘Le fantastiche avventure di Captain Spirit’.
Infine, Life is Strange: True Colors è il quinto episodio della saga: mette in scena una nuova avventura, con una nuova protagonista e una serie di eventi e relazioni uniche e innovative per il brand. Dopo il provato del primo capitolo, rilasciato in anteprima, in questa recensione cercheremo di approfondire quanto più possibile la trama, il gameplay e il potenziale del gioco, senza incorrere in alcuno spoiler.
Eventi, relazioni e decisioni
Giocare Life is Strange: True Colors, così come molte altre avventure grafiche, significa principalmente assistere e interagire con una serie di eventi che coinvolgono il protagonista e tutti i personaggi secondari presenti. Ne consegue che il punto fondamentale del gioco è la trama e il suo sviluppo, determinato dalle scelte del giocatore.
La storia di Life is Strange: True Colors è strutturata su cinque capitoli, con una durata che varia tra le 2 e le 4 ore per capitolo, a seconda delle decisioni prese e del livello di esplorazione conseguito. Scendendo nel dettaglio, come preannunciato, non abbiamo intenzione di rivelare niente che possa compromettere l’esperienza dei giocatori, per cui la nostra analisi narratologica si limiterà ad arricchire quanto già mostrato nel trailer di annuncio.
Di fatto, il breve video promozionale mostra gli eventi che innescano la storia di Life is Strange: True Colors, introdotti nel Capitolo 1. Qui, la giovane Alex Chen arriva nella cittadina di Haven Springs in Colorado, con lo scopo di riunirsi con Gabe, fratello maggiore che non vede da otto anni, periodo che Alex ha trascorso tra case famiglia e orfanotrofi, a seguito della morte della madre e della scomparsa del padre.
Nel periodo trascorso da sola prima, di riunirsi a Gabe, Alex ha scoperto di possedere un potere sovrannaturale che le permette di leggere, assorbire e manipolare le emozioni altrui: un catalizzatore empatico che ha cambiato la vita della giovane e avrà serie ripercussioni sulla sua vita a Haven Springs.
Nel primo Capitolo Alex fa conoscenza di tutti i personaggi secondari e abitanti della città, legati a Gabe e pronti ad accogliere la nuova arrivata: Alex è infatti in cerca di stabilità e normalità, dopo un’infanzia e un’adolescenza turbolente e prive di radici, il suo desiderio è poter trovare un posto da chiamare “casa” e avere delle persone su cui fare affidamento.
La comunità di Haven Springs sussiste grazie alla presenza del complesso minerario della Typhon, azienda che ha portato lavoro e successo economico alla città sotto molteplici punti di vista. La Typhon e il complesso minerario sono però anche lo specchio di una realtà cupa e oscura fatta di segreti, silenzi e misteri.
La ricerca della normalità di Alex è interrotta bruscamente prima ancora dell’inizio del suo viaggio. A causa di un incidente – le cui dinamiche sono poco chiare – Gabe muore tragicamente alla fine del primo Capitolo, mentre il suo migliore amico Ryan e Alex cercano di salvare la vita a Ethan, figlio della compagna di Gabe, intrappolato nei pressi del complesso minerario.
La morte di Gabe sconvolge la comunità di Haven Springs e cambia drasticamente la vita di Alex. Sin dai primi istanti dopo la morte di Gabe è chiaro che non possa essersi trattato di un banale incidente: ha quindi inizio un’indagine condotta dalla protagonista, volta a svelare i misteri e i segreti che hanno mantenuto in vita la città e la comunità di Haven Springs.
Ed ecco che entra in gioco il potere di Alex. Se nel capitolo introduttivo questo viene presentato come una sorta di “problema” e maledizione che condanna la protagonista a vivere il dolore, la tristezza e la paura del prossimo, a partire dai pochi attimi prima della morte del fratello, Alex capisce che il suo potere può aiutarla a comprendere al meglio gli altri e decide così di sfruttare la sua sovrannaturale abilità emotiva.
Dal punto di vista del gameplay, Life is Strange: True Colors prosegue sulla linea tracciata dai predecessori titoli della serie. Il giocatore muove la protagonista con una visuale in terza persona, avviando dialoghi e interazioni col mondo di gioco in specifici momenti. Non si tratta di una narrazione completamente su binari, è lasciato ampio spazio all’esplorazione, come vedremo più avanti.
Ogni dialogo comporta una decisione. Rispondere A o B cambia le carte in tavola della storia, portando a differenti epiloghi e rendendo l’avventura nei panni di Alex unica e irripetibile. L’impatto è concreto anche sulle relazioni interpersonali con gli altri protagonisti: sarà possibile stringere nuove amicizie, innamorarsi e allontanare persone dalla propria vita.
Alcune decisioni hanno un impatto maggiore rispetto a piccole scelte di dialogo. Ecco che quindi entrano in gioco due fattori essenziali allo sviluppo narrativo di Life is Strange: True Colors: il potere di Alex e l’esplorazione.
Come summenzionato, attraverso il suo potere empatico, Alex può vivere le emozioni delle persone che la circondano. In determinati momenti di gioco la protagonista può usare il suo potere per assorbire le emozioni altrui e scoprire il passato dei personaggi presenti. In questo modo, il giocatore avrà molto materiale a disposizione per comprendere al meglio la vita dei protagonisti e prendere scelte con maggior coscienza.
Al potere di Alex si affianca l’elemento esplorativo di Life is Strange: True Colors. Oltre alla possibilità di attraversare Haven Springs visitando negozi, parchi e locali, il giocatore può entrare in contatto con numerosi oggetti, in grado di fornire preziosi indizi e dettagli sulle vicende e gli eventi in corso. Con il suo potere, Alex è anche in grado di vedere un’aura attorno agli oggetti particolarmente rilevanti, permettendole di rievocare un ricordo intenso legato a quel determinato oggetto.
Infine, a coadiuvare l’esplorazione e l’interazione attraverso il potere di Alex, il giocatore ha la possibilità di tenere tutto tracciato attraverso il telefono della protagonista. Accedendo a questo – in ogni momento del gioco – è possibile visualizzare i messaggi scambiati con altri personaggi, una sorta di social network di Haven Springs che riporta informazioni sulle vicende narrate e il Diario di Alex, una sezione in cui la protagonista trascrive i dettagli sullo sviluppo del suo potere, ripercorrendo le emozioni provate e associandole ai personaggi incontrati.
L’interazione con ogni elemento dello scenario di gioco è essenziale per una maggiore comprensione di tutto ciò che accade sia all’esterno che nell’intimo della protagonista. Infine, come nei titoli precedenti della saga Life is Strange, al termine di ogni capitolo è presenta una schermata riassuntiva di tutte le decisioni e le scelte prese, paragonata a quelle degli altri giocatori della community di Life is Strange.
Il linguaggio meta-ludico di Life is Strange
Uno degli elementi più sorprendenti di Life is Strange: True Colors è indubbiamente il suo linguaggio meta-ludico, per niente scontato all’interno di un’avventura grafica e declinato secondo una duplice modalità. L’esplorazione e l’osservazione dell’ambiente di gioco è espansa grazie alla presenza di cabinati arcade che consentono ad Alex e al giocatore di mettersi alla prova in videogiochi fittizi anni 80.
Quello dei cabinati è un espediente interessante che estende la durata di Life is Strange: True Colors di qualche ora, soprattutto se si è concentrati a battere il record preimpostato. Ma non finisce qui. Senza fare spoiler, sottolineiamo che il Capitolo 3 è decisamente il più avvincente del gioco: qui l’indagine di Alex è momentaneamente sospesa e tutto ruota attorno al GRV – Gioco di Ruolo dal Vivo – organizzato dalla comunità di Haven Springs.
Alex, nei panni di un bardo, affianca il piccolo Ethan, nelle vesti di Thaynor l’Ammazzamostri, alla ricerca di tre gemme sparse per l’area di gioco – che corrisponde all’intera cittadina. Life is Strange: True Colors muta quindi da avventura grafica a gioco di ruolo, con tanto di visuale dedicata nei momenti di scontro e boss fight, caratterizzati dall’uso di attacchi e difese a tempo, oggetti magici raccolti sul cammino, potenziamenti e tanto altro.
Lo scopo del GRV non è unicamente di intrattenimento: questo serve a consolidare il rapporto tra Alex e gli altri protagonisti e a la aiuta ad integrarsi meglio con la comunità. Infine, oltre alla lettura meta-ludica a un sistema di scontri e riferimenti caro a Square Enix, il GRV mostra una nuova faccia del potere di Alex, non più focalizzato su emozioni negative ma su felicità, gioia ed entusiasmo.
Il rapporto con la musica
Prima di tirare le somme del viaggio emotivo di Life is Strange: True Colors è necessario evidenziare un’ulteriore relazione, sottesa all’intera trama di gioco e presente in momenti cruciali: il rapporto tra la musica e Life is Strange.
Sin dal primo titolo della serie, è evidente che la musica ha un ruolo centrale e spesso determinante a fini narrativi – basti pensare all’intero rapporto tra Chloe e Max in Life is Strange: Before the Storm. E non a caso, gli sviluppatori di Deck Nine affermano di essersi ispirati a questo capitolo della saga per sviluppare Life is Strange: True Colors.
Qui, il rapporto con la musica è articolato su molteplici livelli di lettura: la colonna sonora, i “momenti Zen”, la presenza di Jukebox e gli interessi di Alex sono solo alcuni esempi. Partendo dal primo, la soundtrack del gioco presenta rimandi al genere rock-pop americano, con espliciti riferimenti a band come i Kings of Leon o i Radiohead. In alcuni momenti di gioco, Alex si ferma e ascolta le canzoni di queste band, avviando il giradischi del suo appartamento.
Questi attimi di pausa dal tessuto narrativo sono definiti “momenti Zen”. Tutto si ferma, la musica è protagonista e su schermo la telecamera di gioco raggiunge angoli improbabili per mostrare la realtà di gioco sotto nuovi punti di vista. In questi istanti, il legame tra Alex e il giocatore si intensifica così come quello tra la protagonista e il mondo di gioco.
Alex stessa è introdotta come un personaggio che ha fatto della musica il suo rifugio emotivo. Non a caso, il primo momento di vera riunione tra lei e il fratello Gabe è consolidato dalla presenza “fisica” della musica: il giovane dà il benvenuto ad Alex regalandole una chitarra, sapendo che lo strumento era e sarebbe stato un ottimo modo per esorcizzare il suo passato. Inoltre, alcune scelte di trama potrebbero portare Alex su un palcoscenico a suonare, sta al giocatore decidere.
Infine, come nel caso dei cabinati arcade, il giocatore ha la possibilità di interagire con un Jukebox, posto all’interno della locanda di Haven Springs, e scegliere la musica da riprodurre nel tempo passato in quel luogo. Insomma, la musica funge da collante strutturale e narrativo di Life is Strange come in pochi altri giochi, e questo è forse uno degli elementi che rendono il titolo – e la serie – degni di essere giocati.
Oltre Life is Strange
In conclusione, è necessario precisare che Life is Strange: True Colors non è esente da difetti, i quali, dopo una ventina di ore passate a giocare e ri-giocare, scegliere e ri-scegliere, ci portano inevitabilmente ad alcuni quesiti. Anche in questo caso, non saranno fatti spoiler.
Partendo dal reparto tecnico, se paragonato ai capitoli precedenti della saga, le migliorie grafiche sono evidenti e più che apprezzate. Purtroppo, talvolta si traducono in qualche difetto di texture, in bug grafici – in momenti concitati sono evidenti errori di illuminazione – e in caricamenti forse troppo estesi per passare da un interno e un esterno.
A questo è necessario aggiungere una certa legnosità nei movimenti all’interno di spazi chiusi. Vedere Alex bloccata in angoli del negozio di dischi o nel pub di Haven Springs interrompe bruscamente la sospensione dell’incredulità.
Lato narrativo, forse era possibile fare qualcosina in più, o meglio, in meno. L’esplorazione dell’area di gioco porta fin troppi dettagli: una mente allenata a questo tipo di narrazioni può capire facilmente alcuni dei segreti di Haven Springs e anticipare uno o più finali del gioco.
Di fatto, Life is Strange: True Colors riprende un certo tipo di scenario e immaginario idilliaco americano rappresentato al cinema e in televisione. Un esempio è la serie TV di David Lynch I segreti di Twin Peaks, in cui un omicidio porta a una serie di indagini sovrannaturali che sconvolge la comunità della cittadina americana. Un discorso analogo può essere fatto per la serie dei fratelli Coen Fargo, eliminando la componente sovrannaturale.
L’immaginario di Life is Strange: True Colors e i riferimenti più o meno diretti a un certo tipo di letteratura e cinematografia americano potrebbero giungere come “già visti” ad alcuni giocatori. C’è da dire però che il gameplay dettato dal potere di Alex rendono l’esperienza narrativa di gioco, unica e inedita.
Infine, una delle novità di Life is Strange: True Colors è l’accessibilità ai capitoli del gioco. In precedenza, i vari giochi della serie sono stati distribuiti a episodi. Il primo capitolo era rilasciato gratuitamente e tramite acquisto si accedeva al resto dei capitoli della storia – uno alla volta distribuiti nel tempo. Con questo nuovo titolo Square Enix ha cambiato idea, procedendo nel distribuire in un unico pacchetto e sin da subito tutti e cinque i capitoli.
Il giocatore è quindi portato a giocare tutti i capitoli insieme e senza pause, avendoli disponibili. Probabilmente una distribuzione ritmata avrebbe permesso di prendersi delle “pause emotive” dalla storia e focalizzarsi meglio su alcuni dettagli.
Prendersi una pausa ci è sembrata un’azione necessaria in alcuni punti del gioco soprattutto se si considerano gli intenti degli sviluppatori: comunicare le emozioni umane e rendere il videogioco uno strumento in grado di sviluppare l’empatia.
Da questo lato, l’obiettivo è stato decisamente raggiunto. Life is Strange: True Colors propone una storia basata sul rapporto col prossimo in un momento in cui, a causa della crisi sanitaria globale in corso, le relazioni e le forme di empatia umane hanno vissuto un brusco cambiamento e una ridefinizione.
Tra isolamento, solitudine, paura e dolore, Life is Strange: True Colors offre al giocatore una storia che parla di legami e di speranza, nonostante tutto. Nel loro piccolo, i ragazzi di Deck Nine sono riusciti sapientemente a specchiare una realtà che al momento è stata messa da parte, con un’avventura carica di scelte, decisioni, relazioni ed emozioni – letteralmente.
Le intenzioni di Square Enix sono di proseguire il franchise e questo è il primo gioco interamente sviluppato da Deck Nine, che prende le redini della serie definitivamente dopo il passaggio di mano da parte di DontNod Games. Riusciranno a mantenere alta la qualità?
Life is Strange: True Colors è disponibile dal 10 settembre 2021 per tutte le piattaforme – in arrivo anche su Google Stadia. Cosa ne pensate? Avete giocato i capitoli precedenti? Acquisterete True Colors? Fatecelo sapere con un commento!
Life is Strange: True Colors
Voto - 8
8
Il nuovo capitolo della saga di Life is Strange introduce la nuova protagonista Alex che grazie ai suoi poteri empatici punta a raccontare un'avventura carica di scelte, decisioni, relazioni ed emozioni. Nonostante qualche difetto grafico e alcuni elementi prevedibili Life is Strange: True Colors è un degno successore della saga targata Square Enix.