L’intelligenza artificiale è una delle migliorie tecnologiche più apprezzate e rivoluzionarie del nostro tempo, ma anche tra le più discusse e criticate. Molto spesso sui social (e non solo) si assiste a discussioni tra chi difende a spada tratta l’utilizzo di tale tecnologia e chi invece la critica aspramente, sostenendo che non bisognerebbe affidarsi così tanto a delle macchine. Al di là dei possibili complottismi dietro alle argomentazioni è innegabile che l’I.A abbia migliorato di molto la qualità della vita dell’uomo in certi ambiti e le frontiere che essa potrebbe toccare in futuro sono moltissime.
Recentemente, ad esempio, il colosso cinese Alibaba ha sviluppato un sistema che permette di diagnosticare il Coronavirus facendo scansionare all’algoritmo DAMO (Academy for Discovery, Adventure, Momentum and Outlook) la TAC di un paziente, permettendo così di diminuire i tempi dedicati alla diagnosi e di passare più rapidamente alla cura. L’intelligenza artificiale però è un meccanismo ancora lontano dall’essere perfetto e ciò che è recentemente accaduto con l’algoritmo di Facebook ne è la prova.
Degli utenti di Facebook hanno infatti segnalato che l’IA avrebbe scambiato un uomo di origini afroamericane per una scimmia. Nello specifico, come segnalato dal Daily Mail, subito dopo aver guardato dei video l’algoritmo di Facebook avrebbe reagito suggerendo agli utenti di “vedere altri video sulle scimmie”.
Il video naturalmente non aveva nulla a che vedere con le scimmie, si trattava di semplici video raffiguranti uomini che discutevano con civili o ufficiali della polizia risalenti a oltre un anno fa. Facebook si è naturalmente già scusato per quello che hanno definito “un inaccettabile errore”, precisando di essere già a lavoro per “impedire che ciò si verifichi ancora”.
Anche il product manager di Facebook Watch, il portale dedicato ai video, si è subito scusato per l’errore dicendo di stare già indagando sulla radice del problema.
Dani Lever, portavoce di Facebook, ha dichiarato: “Abbiamo apportato delle migliorie alla nostra intelligenza artificiale. Sappiamo che non è ancora perfetta, abbiamo ancora molti progressi da fare. Ci scusiamo con chiunque abbia visto questi offensivi suggerimenti.”
Purtroppo non è la prima volta che si verifica un simile incidente a causa di un errore di riconoscimento dell’intelligenza artificiale. Nel 2015, per esempio, Google Photos ha erroneamente indicato come “immagini di gorilla” delle semplici foto che ritraevano delle persone sempre origini afroamericane. La compagnia si è immediatamente scusata per l’errore definendosi “genuinamente dispiaciuta” e dichiarando che avrebbero risolto il problema al più presto. Due anni dopo, però, è saltato fuori che la soluzione di Google per risolvere tale problema è stata quella di censurare la parola “gorilla” dalle ricerche, bloccando con essa anche le parole scimpanzé e scimmia.
Che ne pensate voi Commodoriani dell’errore fatto dal sistema di intelligenza artificiale di Facebook? Fatecelo sapere con un commento!