Articolo a cura di Cristina Nifosi e Martina Cappello
La Casa di Carta 5 – Volume I è disponibile su Netflix da poche ore. Se l’avete già conclusa e volete sapere cosa ne pensiamo, ecco la nostra recensione.
SPOILER ALERT:
contiene spoiler da La Casa di Carta 5 Volume I
La Casa di Carta si affaccenda nei suoi ultimi sforzi prima dell’epilogo, stavolta, non preceduta da grandi, sfavillanti e rumorosi proclami per l’uscita dei primi episodi di questa ultima stagione. Arrivano così: un po’ nel silenzio generale, annunciati con alcuni timidi trailer e qualche sporadico post sui social della piattaforma di streaming che li ospiteranno, Netflix.
Ogni spettatore che preme il tasto play può sperare solo una cosa per la serie che, nel bene o nel male, ha seguito dall’inizio della sua storia trascorsa nell’arco di quattro stagioni. Spera che quello che sta per vedere esploda così, nel silenzio in cui è avvenuto il lancio, come una bomba, e che gli regali qualche altra ora di suspense, divertimento e spensieratezza prima di concludere il tutto con un fragoroso e dignitoso finale.
Nonostante la delusione nei confronti della quarta stagione (trovate qui la nostra recensione) non facesse ben sperare, abbiamo cercato di dargli una possibilità, ma quel che pare evidente già dai primi istanti è che le vane speranze nutrite dagli spettatori non saranno mai soddisfatte.
La Casa di Carta 5 Volume 1 fallisce su più punti, ma uno in particolare è il difetto imperdonabile di questi episodi. Pur facendo uno sforzo per operare la cosiddetta “sospensione dell’incredulità” (suspension of disbelief, in inglese), ovvero cercando di abbandonare il senso critico verso le incongruenze e l’implausibilità degli eventi di fantasia per godere il più possibile degli elementi positivi di una storia, la serie non riesce nel tentativo di risultare credibile.
E’ così che alcuni momenti possibilmente topici, come una sparatoria ad armi spianate o un parto podalico in un lurido scantinato rischiano di scatenare nello spettatore una risata per colpa di dettagli non considerati, incongruenze o semplice illogicità delle scene rappresentate.
Perchè nella Banca di Spagna, improvvisamente, tutti sono medici e banditi, le dinamiche interpersonali assumono caratteri forzati e irrealistici, anche a voler considerare un contesto così coinvolgente come quello di una rapina. E le illogicità continuano anche al di fuori, dove il linguaggio sboccato e irriverente dei dialoghi sotto il tendone delle forze dell’ordine crea un mix esilarante che culmina in una battuta totalmente fuori contesto e di gratuita volgarità come, citando testualmente, “me lo hai fatto venire duro”.
Quello che purtroppo emerge è una realtà che si allontana ad ampi passi dalla serie tv di genere heist movie che aspirava ad essere in principio, per avvicinarsi a un più dozzinale e deludente stile classica telenovela spagnola, dove romanticismo e involontaria comicità si fondono creando un contenuto che non soddisferà a pieno neanche i fan storici di quest’ultima tipologia di prodotti audiovisivi.
Eh già, perché se tutto questo non fosse abbastanza, i ritmi singhiozzanti con cui la storia si dipana lungo gli episodi de La Casa di Carta 5 Volume I, tra flashback e scontri che cominciano e cessano, ne rendono l’incedere particolarmente confusionario, lasciando da parte la scorrevolezza che aveva caratterizzato le precedenti stagioni e che giocava un ruolo centrale come punto di forza della serie spagnola.
Chi sono i nuovi personaggi de La Casa di Carta 5 Volume I?
Abbiamo visto come in cinque stagioni la banda ha reclutato nuovi membri. Nuovi e vecchi amici di Berlino e del Professore hanno fatto il loro ingresso anche se in punta di piedi, alcuni di loro suscitando anche simpatia, come Marsiglia che nonostante il suo essere taciturno, riesce sempre a dire la cosa giusta al momento giusto.
In questa nuova stagione però troviamo un personaggio che ha confuso molto teste: il figlio di Berlino.
Sappiamo bene che un personaggio importante come Berlino, definibile dopo cinque stagioni colonna portante della serie e motivo per il quale molti vanno avanti nella speranza che dia una svolta dall’altro mondo, debba avere un passato particolare. Gli amici produttori e sceneggiatori spagnoli hanno pensato bene di far saltare fuori un figlio di cui non si è mai sentito parlare, neanche per errore.
Il piccolo (che poi non è neanche tanto piccolo) Rafael viene introdotto fin da subito, mettendo lo spettatore davanti a numerose domande: quando ha avuto questo figlio? Con chi ha avuto questo figlio? A cosa serve l’introduzione di questo personaggio?
Sono domande a cui parzialmente hanno risposto durante il corso della prima parte, informandoci che è figlio di Berlino ed è un ingegnere informatico di 31 anni che ha studiato in Massachusetts.
A cosa serve ai fini della trama? Questo non ci è dato saperlo, durante la prima parte non ha avuto assolutamente alcun senso, se non quello di rinnegare il padre e il ribadire di non voler diventare mai e poi mai come lui, finché non commette il suo primo furto e forse (ci hanno fatto capire) anche il secondo.
Il secondo personaggio che viene introdotto ne La Casa di Carta 5 Volume I è più interessante del primo, forse perchè un attore di spessore come Miguel Ángel Silvestre poteva solo migliorare una serie già morta dalla terza stagione.
Il suo ruolo è quello di René (e no, non è Francesco Pannofino in Boris, purtroppo) dell’ex fidanzato della nostra amata Tokyo, lo stesso che ha nominato nelle prime stagioni, quello morto nella sparatoria dopo la rapina in banca che l’ha fatta spiccare agli occhi del Professore e di Berlino.
Diventa così un alternarsi di flashback romantici e nostalgici, contornato da quella che dovrebbe essere la rapina alla Banca di Spagna che dopo i primi dieci minuti più che una rapina diventa un circo.
Ma torniamo al presente, dove una squadra di militari viene reclutata per mettere la parola ‘fine’ a questa rapina che sta durando decisamente troppo per la polizia spagnola: a capitanare la Suicide Squad dei poveri è Sagasta, Comandante delle Forze Speciali dell’Esercito Spagnolo che dopo aver preso parte a numerose missioni internazionali contro gente considerata feccia della società, decide di aiutare la polizia a far uscire Gandìa.
Nemico di Tokyo e artefice della morte di Nairobi, avrà un ruolo utile come la forchetta nel brodo, lui sarà la Tokyo della banda suicida che si è lanciata nella Banca di Spagna, testa calda e soprattutto insofferente davanti ad una spalla crivellata di colpi e il viso sfigurato dalle torture inflitte dalla banda con le tute rosse.
Abbiamo poi un vecchio amico, colui che per cinque stagioni si è guadagnato il titolo come “personaggio più odiato delle serie tv”, il suo nome è Arturito e finalmente dopo mille peripezie, i suoi colpi di testa insensati e le sue violenze sessuali sugli altri ostaggi, ha deciso di farsi colpire dall’unica donna che amava, Stoccolma.
Conoscendo i produttori, Arturito è ancora vivo anche se per poco. Un personaggio come il suo deve disturbare i nervi dello spettatore fino alla fine, quasi quanto quello di Alicia Sierra che improvvisamente cambia bandiera e per non si sa per quanto tempo, e passa al lato oscuro con la banda, dopo che il capo della polizia l’ha masticata e sputata via macchiandola di colpe che non le appartengono.
Considerazioni finali e voto per la Casa di Carta 5 Volume 1
Quando pensavamo che il peggio fosse finito con la quarta stagione, sbagliavamo di grosso. Della prima parte della quinta stagione si riesce a salvare poco e niente, specialmente considerando le sparatorie da parte di rapinatori che sparano come cecchini addestrati e il fatto che i protagonisti si improvvisino medici che neanche in Grey’s Anatomy. Per questi motivi, e per tutti i difetti citati nel corso della recensione, non possiamo che attribuire un voto molto basso a questi primi episodi di quello che doveva essere un epilogo coi fiocchi.
Voto finale: 3
Non troppo fiduciosi per l’avvento de La Casa di Carta 5 – Volume 2, il cui lancio è fissato per il 3 dicembre prossimo, ma allo stesso tempo pronte a ricrederci nel caso di una insperata redenzione, ci diamo appuntamento all’uscita delle nuove puntate con una nuova recensione.