Siamo già al secondo appuntamento ufficiale con My Villain Academia, e per adesso la serie sembra concentrarsi, uno ad uno, sui vari membri dell’Unione dei Villain. Ormai il finale di stagione è relativamente vicino, e dando uno sguardo indietro diventa sempre più difficile negare l’importanza di quanto stiamo iniziando a vedere.
A differenza delle passate stagioni, questo quinto appuntamento con l’anime di My Hero Academia ci ha messo decisamente più tempo ad accendere i riflettori su dei personaggi interessanti, e adesso che ciò sta effettivamente avvenendo la differenza si sente eccome. Non che le recenti novità della Famiglia Todoroki siano state da meno, però è chiaro che quando entri in competizione con il fascino dei villain non è affatto semplice uscirne vincitori.
Se poi il villain in questione è Toga… insomma, a poche parole buon intenditor. È molto soddisfacente notare la semplicità con cui Kohei Horikoshi è riuscito a trattare il personaggio, e la precisione con cui l’ha inserito all’interno del contesto narrativo. Venire a conoscenza del suo passato e dei dettagli riguardanti il suo percorso da criminale vuol dire osservare da vicino quel momento in cui una persona ha dovuto accettare quello che è; lo stesso momento in cui chi la circonda non ha potuto farlo.
Negli ultimi anni, tra Joker, Maleficent e Crudelia abbiamo quasi assistito ad un tentativo di giustificare la nascita del male, il quale tende ad essere inquadrato come l’inevitabile risultato del costante contatto con la società. Invece Himiko Toga è cattiva semplicemente perché lo è. Punto.
Dentro di lei sono nati degli stimoli da cui non può assolutamente scappare, e questi la spingono inevitabilmente ad assumere dei comportamenti compulsivi e violenti.
Sono molteplici le riflessioni che potremmo affrontare riguardo le dinamiche che hanno portato alla nascita della “Sete di sangue” di Toga e sulle sue implicazioni. È davvero lei a desiderarlo o le è stato imposto dal quirk? Dinanzi ad un giudice sarebbe a tutti gli effetti colpa sua o no? Come dovrebbe comportarsi una società civile di fronte alla possibilità che alcuni individui possano risvegliare questo tipo di tendenze a seguito dell’ottenimento involontario di un quirk?
Inutile scervellarsi troppo. La risposta all’ultima domanda, comunque, ce l’abbiamo. Certo, non è proprio incoraggiante e riguarda un singolo caso, però anche qualora non fosse indicativa rappresenta una testimonianza che non possiamo permetterci di trascurare. Himiko Toga è stata abbandonata, ma non solo dai suoi compagni ed insegnanti, ma anche dai suoi genitori e dal mondo. È stato deciso: quella ragazzina è una criminale, e con questi nessuno vuole averci a che fare.
È esattamente questa la motivazione che ha spinto Curious a definirla come il perfetto riassunto dell’attuale Società degli Eroi. Toga rappresenta esattamente quella pecora nera abbandonata al suo destino che poi finisce per sviluppare risentimento. My Villain Academia d’altronde è esattamente la storia di un gruppo di emarginati, di reietti che, per un motivo o per l’altro, non riescono a trovare un proprio spazio in questo mondo sconvolto e polarizzato dall’arrivo dei superpoteri.
Ecco perché Toga rappresenta un tassello di così fondamentale importanza per l’Armata della Liberazione dei Superpoteri: perché, nella società che il gruppo criminale vuole fondare, lei e tutti gli altri che si trovano nella sua stessa identica situazione riuscirebbero a trovare il loro spazio. Sostenere la Liberazione vuol dire accettare i quirk per come sono, e con essi tutte le conseguenze che andrebbero a creare, positive o negative che siano poco importa.
È chiaro che una tale ideologia basata su di una maggiore inclusività, almeno nelle sue premesse, non possa che rappresentare un qualcosa di positivo se si vuole evitare di creare costantemente nuovi villain risentiti e pronti ad attentare alla salute della popolazione, ma al contempo passare da questa ad una sorta di giungla civilizzata in cui ognuno fa quello che gli pare è spaventosamente semplice. La verità è che certe persone andrebbero guidate ed aiutate a non degenerare, piuttosto che bollate in un certo modo ed abbandonate al loro destino.
Eppure Himiko Toga non cerca altro che la normalità. La sua normalità a suo modo, chiaramente. La necessità di avvicinarsi ai propri legami, di farsi carina e ricercare l’amore: Toga sarà anche deviata ma in tanti aspetti resta una adolescente come tante. Ed è così che, in un momento paradossalmente quasi eroico, il personaggio riesce ad accorciare ulteriormente la propria distanza dai suoi legami sbloccando anche i loro poteri, oltre che il loro aspetto. È qui forse che risiede la separazione di intenti tra la sua normalità e quella dell’Armata della Liberazione dei Superpoteri: Toga non ha bisogno di una nuova società in cui essere accettata.
Himiko Toga sta bene come sta. È questa qui la sua normalità.
Vi ricordiamo che My Hero Academia 5 è disponibile su Crunchyroll. Se foste interessati trovate i nostri commenti agli episodi facendo clic su questo link.