Cresce il rischio di attacco hacker per le aziende
Ci ritroviamo costantemente a parlare di attacchi ransomware come quelli diretti alla Colonial Pipeline, a Bose, a JBS e a Fujifilm. In generale basterebbe il buon senso per abbassare, se non azzerare il rischio di lasciare la porta aperta a malware e virus.
Tuttavia, spesso nelle aziende le conoscenze informatiche sono basse o comunque non sufficienti a proteggere i dati aziendali da un attacco hacker. Questo, unito al fatto che con il tempo i cyber-criminali affinano le proprie abilità, mette in pericolo migliaia di aziende. E per quanto possano esserci delle soluzioni per recuperare i dati, molte volte non resta che pagare il riscatto.
Un attacco hacker paralizza il sistema informatico della Regione Lazio
L’ultimo episodio della “saga” riguarda la Regione Lazio, che ha subito un attacco hacker la notte tra l’1 e il 2 agosto 2021. L’intrusione ha mandato in tilt il sistema di prenotazione dei vaccini, inoltre rischia di aver compromesso i dati del 70% dei residenti di Roma e delle Province limitrofe che si sono registrati sin dall’inizio della campagna vaccinale.
Il ransomware ha colpito infatti il Centro elaborazione dati (CED), cioè il sistema che gestisce tutta la rete informatica della Regione. Di conseguenza, gli hacker avrebbero avuto libero accesso alle storie cliniche complete di milioni di residenti.
Le circostanze dell’attacco restano ignote, arriva la richiesta di riscatto in Bitcoin
Le forze dell’ordine stanno indagando sull’accaduto, con in prima linea il Centro nazionale anticrimine informatico, mentre i tecnici lavorano per ripristinare i servizi (l’amministrazione, per ora, è obbligata a utilizzare moduli cartacei per proseguire con le prenotazioni dei vaccini). Secondo i primi accertamenti c’è una solida possibilità che l’attaccante sia estero, senza però alcun indizio sul Paese d’origine.
Sono meno misteriose le circostanze che hanno portato al “contagio”: gli hacker avrebbero preso il controllo della postazione di un dipendente degli uffici della Regione. Il movente non è esplicitato, ma le autorità sostengono che l’obiettivo primario sarebbe stato quello di sabotare l’intero sistema e paralizzare i servizi della Regione.
Come se la situazione non fosse già abbastanza grave, gli hacker hanno chiesto un riscatto in Bitcoin per ripristinare i servizi e non divulgare i dati compromessi. La cifra non è stata resa nota.
A rischio i dati di alcune personalità importanti, ma non solo
Quasi sicuramente il sistema della Regione conteneva la storia clinica del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Mario Draghi, ma il danno non si limita ai vertici del governo. Sono a rischio anche politici, ministri e parlamentari, imprenditori, giornalisti, ufficiali delle forze armate e dei servizi segreti, grandi dirigenti, banchieri e diplomatici.
Fonti: Il Fatto Quotidiano, Lega Nerd.