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Observer: System Redux, la recensione

Observer, il terrore di un totalitarismo cyberpunk in salsa next-gen

Cosa succede se rinchiudi William Gibson, H. P. Lovecraft e George Orwell in una stanza? Con molta probabilità, oltre a un collasso dello spazio-tempo, ottieni Observer: System Redux, il titolo horror-psicologico sviluppato da Bloober Team.

Il gioco è una remastered del quasi omonimo Observer, uscito nel 2017, che in questa nuova incarnazione per next-gen gode di grafica migliorata, supporto all’HDR e al Ray tracing e di un gameplay più snello ed immediato.  Lo abbiamo provato, amato ed odiato: continuate a leggere per scoprire cosa ne pensiamo!

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Orwell, Philip k. Dick ed una spruzzata di Lovecraft

Cracovia, 2084. Il mondo è in rovina in seguito a una pandemia (suona familiare, vero?) del Nanofago, un virus in grado di colpire coloro dotati di innesti cibernetici. Essendo un mondo cyberpunk, la portata del fago è sconfinata.

La Polonia è in mano alla Chiron Incorporated, una mega corporazione che ha conquistato il potere ed instaurato un regime totalitario chiamato Quinta Repubblica. I richiami al romanzo distopico 1984 di George Orwell sono evidenti e spesso palesati al di fuori di questo incipit. 

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Il regime totalitario distopico non lascia impuniti nemmeno i pensieri e i ricordi dei cittadini. In 1984 avevamo la psicopolizia, qui abbiamo gli Osservatori, in grado di collegarsi al chip neurale presente in ogni persona, viva o morto che sia, ed ispezionarne i ricordi grazie al Neural Link, una tecnologia tanto potente quanto inquietante e perversa.

Tramite un innesto nel braccio destro degli osservatori, infatti, è possibile unirsi alla mente di qualsiasi persona e di ispezionarne le memorie. Questa invasiva meccanica ci pone dinanzi a scenari disturbanti: il subconscio umano non è di certo un campo fiorito, ancor di meno se consideriamo che appartiene a persone ai margini di una società distrutta e spesso con passati traumatici.

All’interno della mente, le leggi della fisica spariscono e si perde una qualsiasi continuità spazio-temporale. Le esperienze appena descritte sono sicuramente l’aspetto più apprezzato dell’intero titolo che, oltre a permettere sequenze emozionanti e innovative aiuta a caratterizzare profondamente i personaggi, primari o secondari che essi siano.

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Tornando a noi, il protagonista che andremo ad impersonare è proprio un osservatore, Daniel Lazarski (interpretato da Rutger Hauer). Il nostro scopo sarà quello di indagare sulla presunta morte di nostro figlio, Adam, e cercare di ricostruire gli avvenimenti che lo hanno interessato.

L’intera vicenda si svolgerà nelle cataste, edifici in completo degrado in cui vivono gli scarti della società; saremo costretti a rimanere in questa zona a causa di un espediente narrativo: improvvisamente viene stabilito un isolamento (lockdown in lingua originale, suona familiare anche questo vero?).

Ed è così che Daniel Lazarski si farà strada tra i corridoi degli edifici e tra i ricordi dei reietti, in cerca di risposte che, probabilmente, avrebbe preferito non ottenere. Il gioco riesce a tenere sempre alto il livello di tensione e spesso incute la giusta dose di paura. Una paura di concezione lovecraftiana, perché saranno proprio il non visto ed il non intellegibile a spaventarci di più: avremo la costante consapevolezza di essere braccati da qualcosa

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La narrazione è interamente dipendente dalle nostre azioni: ogni interrogatorio ed ogni indizio scannerizzato dall’osservatore ci permetteranno di unire i puntini, e spesso saranno le considerazioni fatte a voce alta dal protagonista a farci seguire il filo conduttore della vicenda. 

La trama è assolutamente coerente al contesto cyberpunk e orrifico del gioco, con risvolti mai banali  che consegnano al videogiocatore una discreta dose di tensione per tutta la durata dell’indagine. Il finale è multiplo ed è ampiamente apprezzabile in ogni variante.

L’atmosfera cyberpunk è onnipresente e completamente opposta a quanto abbiamo potuto “saggiare” nel tanto discusso Cyberpunk 2077: se in quest’ultimo trionfano gli eccessi, i colori accesi e le strade piene di gente esuberante, in Observer troviamo un’atmosfera cupa, degradata e corrotta, edifici in rovina e soprattutto tanta, troppa solitudine.

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Insomma, l’ambientazione e la trama convincono, ma passiamo al lato meno riuscito della produzione: il gameplay.

“Toc toc, c’è nessuno in casa? Dovrei farvi qualche domanda”

Non aspettatevi momenti d’azione, sequenze di combattimento o accenni di sparatorie: il gameplay di Observer: System Redux è estremamente basilare e lineare, e sostanzialmente divisibile in due tipologie di gioco:

Una parte preponderante in cui dovremo interrogare gli abitanti delle cataste per ottenere informazioni sul caso. Questo si traduce nella stragrande maggioranza dei casi nel citofonare ai vari appartamenti e parlare con le persone attraverso la porta, senza realmente interfacciarsi con l’individuo.

A nostro avviso, questo elemento è la nota più dolente del titolo: alla lunga, tutto ciò diventa estremamente ripetitivo. Sarebbe bastato dare la possibilità di vedere i nostri interlocutori per rendere il tutto meno farraginoso: le linee di dialogo sono sempre interessanti e ben scritte, anche nei casi di dialoghi secondari, e in un contesto cyberpunk in cui persone e macchine sono tutt’uno il poter vedere gli individui avrebbe reso l’esperienza sicuramente più coinvolgente.

Un’altra parte in cui dovremo risolvere enigmi (mai troppo difficili) ispezionando l’ambiente circostante. Per questo scopo ci vengono in aiuto gli innesti cibernetici del protagonista: la vista elettromagnetica, che ci permette di individuare gli elementi elettronici interagibili, e la vista biologica, che ci mostra le diverse tracce organiche presenti sulla mappa.

Questa parte ha luogo sia nelle cataste di Cracovia che nella mente dei personaggi (in situazioni simili, però, non potremo fare affidamento sui nostri innesti): è sicuramente in quest’ultima sezione che il gameplay trova il suo apice grazie ad un ottimo quanto disturbante level design.

E’ presente anche un minigioco, un rompicapo in 2D in cui dovremo scappare da ragni e raccogliere monete, ma si tratta nulla più che di una simpatica aggiunta in grado di spezzare il ritmo di un’avventura altrimenti molto compassata. Il sistema di collezionabili, invece, non è degno di nota, non invogliando in alcun modo il giocatore ad esplorare le zone in cerca delle figurine che lo compongono. 

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Infine, una piccola chicca: accedendo al salvataggio dopo aver chiuso il gioco, nella schermata principale verrà visualizzato un recap della storia al punto in cui siamo arrivati: una trovata molto utile per non far mai perdere il filo della vicenda.

La potenza del Ray tracing non è mai stata così inquietante

Observer: System Redux vanta un ottimo comparto grafico per quanto riguarda le ambientazioni, esaltate dal Ray tracing soprattutto laddove presenti neon, ologrammi e fasci di luce in generale. I modelli delle (poche) persone nel gioco, incluso il nostro riflesso allo specchio, non entusiasmano allo stesso modo. Ma data la scarsissima densità di popolazione visibile, non soffriremo troppo per il pressapochismo in tal senso. 

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Lato audio il titolo convince in toto: le colonne sonore sono sempre coerenti ed incalzanti nei frequenti momenti di tensione. Gli effetti sonori sono ben realizzati e più di una volta fanno saltare dalla sedia, soprattutto se il titolo viene giocato in cuffia, come vi consigliamo di fare. L’unico neo è dato dalla voce del protagonista, spesso monotòna ed incapace di lasciar trasparire le emozioni, nemmeno quando la linea di dialogo richiama esplicitamente a situazioni di stupore o sconforto.

In conclusione…

Considerando Observer: System Redux come gioco, indipendentemente dal fatto che si tratti una remastered, possiamo affermare che esso convinca anche se non su tutta la linea. Sicuramente la narrazione è ben fatta e la trama è ben scritta, presentando diverse situazioni degne di nota. I personaggi sono ben caratterizzati, grazie soprattutto all’inquietantissimo sistema del Neural Link, la meccanica più apprezzabile dell’intera offerta.

Dove il titolo pecca è proprio nell’ambito del gameplay, non sempre emozionante e spesso ripetitivo. Un vero peccato, perché sarebbe bastata qualcosina in più per renderlo un prodotto più avvincente e godibile di quanto non sia. Non molto da obiettare, invece, sul comparto tecnico, che sembra essere fatto su misura per esaltare la feature next-gen del ray tracing, ma anche troppo legato alla vecchia generazione nell’ambito dei modelli poligonali. Observer: System Redux è disponibile per PC, Xbox serie X/S, Playstation 5.

VOTO: 7.5

 

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