Il creatore di Cartoni Morti, Andrea Lorenzon, ha vinto la causa contro una televisione che riproduceva senza permesso il suo materiale
È dalla nascita di YouTube, nel lontano 2005, che esiste un conflitto continuo tra i creatori di contenuti della piattaforma di Google e il mondo televisivo italiano. Nel corso degli anni infatti, in vari canali televisivi sono stati mandati in onda decine di video realizzati dagli YouTubers, senza però richiedere a quest’ultimi i permessi di trasmissione, compiendo così una vera e propria violazione di copyright.
Un chiaro esempio di questa politica provinciale, attuata dalle televisioni nazionali, è lo spot realizzato da Italia 1 per pubblicizzare e celebrare Adrian.
Il filmato pubblicitario era infatti composto da varie clip provenienti da video di diversi YouTubers italiani, il cui scopo non era però onorare la serie di Celentano, ma bensì sottolinearne gli aspetti incoerenti e trash.
I videoeditor di Italia 1 avevano però ritagliato le clip eliminando gli “attacchi” alla serie evento del Molleggiato, ottenendone un’ottima campagna pubblicitaria. Anche Giopizzi, noto YouTuber che tratta di politica e attualità, ne parlò all’epoca proponendo anche l’idea di creare un sindacato degli YouTubers, con lo scopo di combattere le violazioni illecite del materiale prodotto dai vari creators da parte delle televisioni.
Nonostante tale iniziativa non sia andata in porto, le acque però sembrano iniziare a muoversi. Andrea Lorenzon, ideatore del celebre canale Cartoni Morti, ha infatti vinto una causa contro una televisione che ha violato il suo diritto d’autore, trasmettendo illecitamente i suoi video.
I dettagli del ricorso
Sperando che la sua vittoria in tribunale possa diventare un precedente per i suoi colleghi, Lorenzon ha pubblicato sul suo personale profilo Facebook i particolari del ricorso ottenuto ai danni della televisione, colpevole di aver ricaricato senza permesso alcuni video di Cartoni Morti riguardanti il COVID-19.
Come dichiarato da Andrea stesso infatti:
“A prescindere dal danno economico e di immagine (la tv in questione trasmetteva continuamente da mesi i miei video sul covid insieme ad altri video complottisti e di fake news) ho deciso questa volta di attivarmi per provare a incrinare questa odiosa e provinciale percezione che si ha del lavoro artistico digitale. […]
Quando i “ricaricamenti” vengono fatti dalle televisioni la cosa si fa più seria perché non solo si tratta di una netta infrazione del diritto d’autore ma implica proprio una profonda mancanza di rispetto verso il lavoro digitale, che non merita remunerazioni (sebbene porti dei guadagni) e neppure la decenza di contattare l’autore.”
Lo YouTuber racconta inoltre le difficoltà di denunciare, sottolineando anche il comportamento di molti altri creatori che decidono di non combattere e accettare la violazione dei contenuti:
“Denunciare è una rottura, devi trovarti un avvocato, sostenere delle spese e sperare che la tv non usi trucchetti di deresponsabilizzazione per mandare tutto in vacca. Io per primo ero demotivato al pensiero e forse è per questo che nessuno si è mai sporcato le mani per queste questioni, rassegnandosi a sopportare in silenzio.
Mi è venuta in soccorso Veronica, un’avvocato della mia stessa città che si è proposta di aiutarmi; col supporto suo e di Lorenza (posso dire di avere un pool di legali) mi sono deciso a provare la sfida e ottenere questo maledetto foglio di carta che riconoscesse ufficialmente che i contenuti video prodotti in rete sono legalmente considerati alla pari di qualsiasi altro contenuto e quindi non siano sfruttabili senza consenso nemmeno dalla cazzo di televisione.”