Il quinto episodio di Loki è “bravo ma non si applica”
Il quinto (e penultimo) episodio di Loki ci lascia con emozioni contrastanti. Se da un lato infatti vengono fatti diversi passi in avanti nella trama della serie, soprattutto per quanto riguarda l’approfondimento del discorso legato alle Varianti, di contro si nota un certo atteggiamento attendista, soprattutto in alcune scene centrali, che spezzano il ritmo dell’episodio, dando luogo a momenti anticlimatici.
Non si poteva di certo immaginare un penultimo episodio diverso da quello che ci è stato proposto, consapevoli del fatto il grosso delle svolte narrative e i momenti mind-blowing arriveranno nell’ultima puntata in uscita mercoledì prossimo.
Non creiamo fraintendimenti: il quinto episodio di Loki è bello, solido e con un motivo d’esistere, ma poteva essere di più.
Di fatto questo episodio è una lettera di intenti di diversi personaggi che raccontano la loro evoluzione e i loro “Nuovi Gloriosi Propositi” che li guidano.
Se da un lato infatti molto non è cambiato per Sylvie, che continua ad essere mossa da un senso di vendetta nei confronti della TVA, le cose sono diverse per tutti gli altri personaggi che abbiamo imparato a conoscere nel corso della serie.
Ravonna è adesso motivata dal desiderio di scoprire chi c’è dietro le quinte della TVA, ora che il castello di carte dei Custodi è caduto su se stesso.
Mobius vuole radere al suolo tutto ciò che adesso, per lui, rappresenta una menzogna, la TVA su tutto.
Il nostro Loki è invece guidato da un senso di lealtà, fiducia e amicizia, sentimenti nuovi per il nostro Dio dell’Inganno.
E le nuove varianti introdotte nell’episodio? Tra tutte, spicca sicuramente il Classic Loki di Richard E. Grant i cui “Nuovi Gloriosi Propositi” salvano la situazione. In fin dei conti la storia di un Loki come il suo, capace addirittura di sfuggire a Thanos, non poteva terminare con fuga e nascondigli. Serviva una scossone per gli desse nuova linfa e l’arrivo della nostra Variante gli permette di riscattare la sua storia e la sua vita.
Un po’ di delusione invece per il President Loki, dal quale tutti ci aspettavamo qualcosa di più ma che finisce per essere una semplice macchietta comica che non incide per nulla sull’episodio e sulla serie.
Il resto dell’episodio ci introduce il Vuoto, una specie di “discarica del tempo” e tutte le dinamiche ad esso connesse e ci lascia con ancora più dubbi rispetto a prima: Chi lo governa? Cosa c’è dopo la Fine del Tempo? Chi ha realmente creato la TVA e perché?
Tutte domande che, si spera, troveranno risposta nell’episodio finale, ma fino ad allora non basterà un po’ di computer grafica e una nube malvagia che sembra uscita da Lost per mantenere in piedi un episodio che avrebbe potuto (e dovuto) dire di più in vista della conclusione di questa serie.
Resta quindi un po’ di amaro in bocca per aver usato quasi 50 minuti per presentare, sviluppare e poi salutare tutte le diverse varianti che sono state introdotte nella scena post credits del quarto episodio.
Non si tratta di certo di aggiunte superflue, avendo tutti (o quasi) un ruolo e un motivo di esistere nell’economia della serie. Ma ci viene da chiedere se non sarebbe stato meglio presentarle prima, o in maniera diversa, per riservare questo penultimo episodio a creare e sviluppare maggiormente le tematiche che poi saranno il fulcro del finale, invece di dedicarsi a fare (per l’ennesima volta) world-building per un mondo che non vedremo mai più e per personaggi che, per quanto fondamentali per l’economia dell’episodio, non saranno più “utili” alla trama della serie e specialmente del suo finale.
